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Antonio Gerardi torna in televisione con una nuova fiction

Francesco Fredella | 19 Febbraio 2017

Antonio Gerardi torna dal 24 febbraio sugli schermi di Rai2 nella fiction La porta rossa. Dagli albori della radio ai […]

Antonio Gerardi torna dal 24 febbraio sugli schermi di Rai2 nella fiction La porta rossa. Dagli albori della radio ai ruoli sul grande schermo, storia di un vero figlio della Basilicata che, sul set, porta i ricordi della sua infanzia: “Adoro questo lavoro, ma il red carpet non fa per me”

Malgrado una filmografia da grande interprete, Antonio Gerardi ha il mood dell’anti-divo. Refrattario ai palcoscenici, in imbarazzo davanti ai fans, diffidente verso le recensioni che lo beatificano, se volete fargli un dispetto chiedetegli di sfilare su un red carpet: “Se mi guardo alle spalle – dice – mi rendo conto che qualcosa ho fatto, ma non mi abituerò mai alla cosiddetta ‘celebrità’. Se qualcuno mi chiede un ‘selfie’ lo guardo incredulo e se un critico mi lusinga ancora oggi arrossisco. Quando recito davanti alla telecamera sono perfettamente a mio agio, ma le interviste, i servizi fotografici e le occasioni mondane sono aspetti che, nel mio lavoro, cancellerei molto volentieri. Sono sempre stato una persona semplice e, ancora oggi, quando mi invitano da qualche parte, spesso e volentieri invento una scusa. Perché il lavoro è lavoro, ma se devo scegliere tra una serata in famiglia ed una festa esclusiva a casa di un regista o di un produttore, state pur certi che scelgo la prima”. 

Talento nato e forgiato sulla strada, Antonio Gerardi torna sul piccolo schermo nei panni del vicequestore Stefano Rambelli ne “La porta rossa”, la fiction di Rai 2 in sei puntate per la regia di Carmine Elia in onda dal prossimo 24 febbraio: “Le fiction poliziesche – spiega Gerardi – sono il mio habitat naturale, il terreno sul quale, in perenne bilico tra malviventi e forze dell’ordine, si è mossa gran parte della mia carriera di attore. Per questo nei panni del Vicequestore Rambelli posso dire di sentirmi perfettamente a mio agio, anche se, come dimostra la mia carriera, davanti alla telecamera non so fare soltanto il boss con la coppola o il commissario con il trench”. 

Da sempre “orgogliosamente Lucano”, Gerardi ha tratto ispirazione soprattutto dalla strada. E’ lì, nella “sua” Potenza degli anni ’70, dove i piccoli criminali di quartiere interpretano ogni giorno il copione della vita, che lui si è formato come attore: “Crescere negli anni ’70 in Basilicata – ricorda – è stata un’esperienza forte che, ancora oggi, mi porto dentro. La strada ti segna, ti costringe a scegliere e anche io, molto presto, ho dovuto decidere da che parte stare. Al Nord ‘guardie e ladri’ è un gioco da bambini, in quella Potenza di quarant’anni fa, invece, era il quotidiano bivio della vita”. 

Gerardi, alla soglia dei 50 anni, si può definire un attore in perfetta simbiosi con la sua storia: “Sono cresciuto gomito a gomito con i piccoli criminali di paese, ho assimilato i loro atteggiamenti, la loro mimica, il loro linguaggio. E ancora oggi, quando sul set devo interpretare il ruolo di un malavitoso, mi viene spontaneo ripensare a quegli anni e interpretare quei personaggi conosciuti sulla strada. E lo stesso vale per il Vicequestore Rambelli che, in fondo, è una figura iconografica della mia infanzia, perché le sirene spianate, i brigadieri col trench e i poliziotti in divisa, nel mio quartiere, erano una presenza costante”. 

Riavvolgendo il nastro della sua biografia, Antonio Gerardi ammette “che c’è mancato poco perché anch’io prendessi una cattiva strada”. A salvarlo è stata la famiglia che ha saputo comunque trasmettergli valori importanti: “I miei genitori sono stati un riferimento fondamentale – dice – sono stati loro, nel momento più delicato della mia vita, a convincermi da che parte stare. Con l’educazione, ma soprattutto con l’esempio, mi hanno insegnato alcuni principi che ancora oggi mi porto dentro e che, in quegli anni, posso dirlo, mi hanno salvato”.

E a dare prospettiva ad un progetto di vita coraggiosamente “diverso” ci ha pensato la radio, “la mia vera grande passione di gioventù. Debuttai giovanissimo come conduttore in un’emittente locale di Potenza”. Da lì Radionorba, RTL 102.5, Radio Kiss Kiss etc…

Dotato di lineamenti rudi e spigolosi, una maschera perfetta per personaggi “contro”, Gerardi, al di là delle doti fonogeniche, impressiona soprattutto per quella postura da attore d’altri tempi. L’eterna sigaretta sulle labbra, i sospiri tra una battuta e l’altra, più a suo agio nel buio che nella luce, Gerardi è uno dei pochi attori italiani in grado d’interpretare, con la stessa credibilità, il criminale ed il commissario. E così diventa celebre nei panni del boss di “Romanzo Criminale” e di “Spaccanapoli”, ma anche come paladino della legge, interpretando l’agente di Polizia di “Crimini” o il pentito di “Paolo Borsellino” o Antonio Di Pietro in “1992”, la serie tv su Sky che ha narrato le vicende di Mani Pulite.

Il 2017 per lui si annuncia, ancora una volta, ricco di impegni cinematografici. E’ infatti nel cast di “Tutto quello che vuoi” pellicola diretta da Francesco Bruni. Per la tv, invece, oltre che nella fiction Rai “La Porta Rossa”, lo vedremo nella seconda edizione della miniserie “Sotto copertura” per la regia di Giulio Manfredonia. Per Sky, infine, ha interpretato “1993”, attesissimo sequel di “1992” per la regia di Giuseppe Gagliardi.