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Barcellona. Ore 12. Un minuto di silenzio e di preghiera. Il terrorismo nella storia non ha mai vinto

Francesco Fredella | 18 Agosto 2017

Barcellona. Ore 12. Un minuto di silenzio e di preghiera. “Il terrorismo nella storia non ha mai vinto”, dice Roberto […]

Barcellona. Ore 12. Un minuto di silenzio e di preghiera. “Il terrorismo nella storia non ha mai vinto”, dice Roberto Alessi in un video (che puoi vedere cliccando sulla foto). L’attentato di ieri, rivendicato dall’Isis ha lasciato nello sgomento il mondo intero. Un furgone è piombato sulla folla uccidendo 13 persone, i feriti sono circa ottanta.

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Ecco i fatti. All’ambasciata italiana in Spagna risulta finora che tre connazionali sono rimasti feriti nell’attentato a Barcellona’. Lo ha detto a ‘6 su Radio 1′ l’ambasciatore a Madrid Stefano Sannino.

Si teme per la vita di un italiano dopo l’attentato che ha colpito Barcellona: si tratta di Bruno Gulotta, residente a Legnano, in Lombardia, che era in vacanza nella città catalana con la moglie e i figli. Gulotta, 35 anni, al momento dell’attacco si trovava sulla Rambla e sarebbe rimasto ucciso dal furgone killer che è piombato sulla folla provocando almeno 13 morti. Al momento tuttavia non ci sono conferme ufficiali della notizia.

La Rambla di Barcellona, colpita a morte da un attentato terroristico ieri, e’ stata riaperta al pubblico dopo essere stata completamente ripulita durante la notte. Lo ha constatato un giornalista dell’ANSA. La passeggiata che dal centro conduce al porto della città’ rimane pero’ chiusa al traffico delle auto. Centinaia di turisti stanno lasciando gli alberghi o gli appartamenti affittati nel centro della citta’.

La Rambla poche ore dopo l’attacco, il racconto dell’inviato dell’Ansa

Colpisce il silenzio. Un silenzio che la Rambla di Barcellona non ha probabilmente mai conosciuto. Un silenzio, nel cuore della notte, interrotto soltanto dai motori dei furgoni blindati dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana che ha isolato quasi totalmente un’area che da Gran Via passando per calle Pelayo raggiunge Plaza de Catalunya e quindi la Rambla colpita a morte, che scende verso il porto della citta’. Lontano si sentono gli spazzini che lavorano nella grande piazza centrale della metropoli catalana. Poco prima delle due di notte, l’inviato dell’ANSA e’ stato uno dei primi giornalisti ad entrare nella ‘zona cero’, accessibile da poco soltanto a chi ha prenotato una stanza d’albergo sulla Rambla, ma off limits per telecamere e cronisti. Il tempo si e’ come fermato, dopo l’attacco terroristico rivendicato dall’Isis che ha fatto almeno 13 morti e decine di feriti. Il grande marciapiede centrale che porta alla statua di Cristoforo Colombo non e’ fruibile, bloccato dai nastri isolanti della polizia. Percorrendo i primi duecento metri della Rambla, presidiata da decine di poliziotti, spesso cortesi ma piuttosto nervosi, si vedono poche tracce del furgone che a zig zag sull’ampio marciapiede ha seminato morte e terrore. Ad un certo punto ci sono due edicole di cartoline rovesciate, in mezzo a vetri frantumati, ma la giovane poliziotta che ci scorta fino all’albergo ci impedisce di fotografarle. “Non siamo a teatro”, dice seccamente.

Nella notte blitz polizia a Cambrils, uccisi cinque terroristi. Per governo Catalogna attacco collegato a quello della Rambla

L’attacco della scorsa notte nella localita’ turistica di Cambrils e’ legato a quello di ieri pomeriggio sulla Rambla a Barcellona. Lo ha detto il ministro regionale degli Interni della Catalogna Joaquim Forn alla radio RA C1 nelle prime ore del mattino precisando che l’attacco ”segue la stessa traccia. C’e’ un collegamento”. La polizia non ha dato dettagli dell’attacco a Cambrils ma i media locali affermano che un’automobile ha investito un mezzo della polizia e la gente che si trovava nelle vicinanze.

Otto ore dopo l’attentato di Barcellona, con il suo carico tragico di 13 morti e un centinaio di feriti stimati, lo scenario stava per ripetersi nella notte a Cambrils, localita’ turistica della costa a sud-ovest della capitale catalana. Ne e’ convinta la polizia locale, che in un blitz ha ucciso cinque sospetti terroristi, confermando in un secondo momento che il gruppo aveva investito alcune persone con un’automobile. Sei i civili investiti che sono rimasti feriti. Nelle prime ore del mattino la polizia aveva riferito che quattro sospetti terroristi erano stati uccisi nella cittadina a sud di Barcellona in un’operazione dei polizia per ”rispondere ad un attacco terroristico”. La polizia regionale della Catalogna aveva detto inizialmente di non poter dire come le sei persone fossero rimaste ferite, e aveva postato sui social network la notizia di un’indagine in corso per accertare se i sospetti attentatori indossassero cinture esplosive da kamikaze, supposizione che si e’ poi rivelata fondata.

Sono due le persone arrestate perché ritenute coinvolte nell’attentato di Barcellona, dove un furgone ha investito i pedoni sulla Rambla: 13 le persone uccise e diverse decine i feriti. Altre due sarebbero in fuga. Posti di blocco sono stati allestiti alle principali uscite dalla capitale catalana. Un secondo furgone bianco collegato all’attacco a Barcellona è stato trovato nel villaggio di Vic, nei pressi della città: si ipotizza che il mezzo sia stato usato per la fuga.

“Uno degli autori dell’attacco di oggi è stato ucciso in una sparatoria con la polizia a Sant Just Desvern”, una decina di chilometri a ovest di Barcellona. Lo scrive La Vanguardia. L’ucciso avrebbe tentato di forzare un posto di blocco.

Finora il bilancio è di tredici morti a Barcellona, dopo che il furgone ha travolto diverse persone sulla Rambla. Sono 80 le persone rimaste ferite e ricoverate negli ospedali, delle quali 15 sono in condizioni molto gravi.

Le verifiche sono ancora in corso ma c’è il rischio di eventuali coinvolgimenti di connazionali italiani nell’attacco a Barcellona,secondo quanto si apprende da fonti della Farnesina.

In un primo momento la polizia aveva riferito di aver arrestato Driss Oukabir, la cui identità corrispondeva ai documenti forniti per noleggiare il furgone. Ma più tardi un uomo – sempre identificato come Driss Oukabir Soprano – si è presentato al commissariato di Ripoll (Girona), dove risiede, denunciando il furto dei suoi documenti. Lo riferisce La Vanguardia. La polizia aveva diffuso la sua identità e la sua foto come colui che aveva affittato il furgone usato nell’attentato. Il sindaco della località ha confermato l’identità dell’uomo. Gli agenti stanno cercando di chiarire perché Oukabir non abbia denunciato prima il furto e sospettano il fratello minore di Driss, Moussa.

L’Isis ha rivendicato l’attentato di Barcellona attraverso la sua ‘agenzia’ Amaq, definendo gli attentatori “soldati dello Stato islamico”. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, pubblicando una immagine della rivendicazione in arabo. (Fonte Ansa)

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