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Un saluto a Carla Fendi, pioniera della moda italiana

Maura Messina | 20 Giugno 2017

Il mondo della moda italiana piange perché Carla Fendi si è spenta. All’età di ottanta anni, è morta a Roma […]

Il mondo della moda italiana piange perché Carla Fendi si è spenta.

All’età di ottanta anni, è morta a Roma dopo una lunga malattia.

Carla era la quarta delle cinque sorelle della storica maison pilastro della moda italiana. Pioniera del made in Italy, lavorava nell’azienda di famiglia sin dagli anni Cinquanta ed è stata l’artefice, insieme alle sorelle, dell’ingresso del mercato americano,  in generale dell’internazionalizzazione, e della crescita del marchio Fendi.

Presidente onorario del Gruppo Fendi, Carla dopo aver completato gli studi classici entra ufficialmente in azienda insieme alle sorelle: Anna, Paola, Franca e Alda.

Lei diceva sempre: «Siamo come le cinque dita di una mano, diceva sempre nostra madre, ognuna ha la sua funzione» per sottolineare come il successo del marchio dipendesse dal lavoro di squadra tra tutte le sorelle.

Lei copriva vari ruoli, si  occupava: dell’amministrazione, della vendita, della produzione e alle volte anche delle pubbliche relazioni, sopratutto con il mercato americano al quale lei si dedicò moltissimo per far crescere ancora di più il marchio.

Andando avanti con gli anni, Carla si è dedicata quasi esclusivamente alla comunicazione, alla pubblicità e all’immagine del brand creando anche delle manifestazioni legate al marchio, come quello di Spoleto e il suo Festival.

Negli anni ottanta, infatti, Carla decide di legare la sua azienda all’evento che in quegli anni era uno degli eventi culturali più importanti d’Italia.

Ma Carla, oltre la moda, amava tutte le arti come la musica e la pittura, per questo insieme al marito Candido, nel 2017, aveva creato la Fondazione Carla Fendi che opera nel campo dell’arte, della letteratura, del cinema, della moda, dell’ambiente e del sociale.

Lo scopo è quello di dare un contributo per preservare beni culturali del passato e per garantirne la continuità e la crescita nel futuro.

Così la Fondazione ha promosso eventi, e supportato progetti, nell’ambito della difesa ambientale, la pubblicazione di opere letterarie, opere d’arte e libri.

Con lei per cinquantacinque anni c’è stato sempre suo marito (scomparso nel 2013 a 83 anni), il quale abbandonò il suo mestiere di farmacista per dedicarsi alla moglie ed aiutarla con la maison e l’associazione.

Con lui nel 2010 aveva festeggiato le nozze d’oro e per l’occasione c’era l’orchestra di Renzo Arbore.

Carla era una donna che amava la bellezza e il suo valore in generale per queste ragioni negli anni si è spesa per preservarne ogni sua forma.

«Credo molto all’importanza e al valore della bellezza come cultura e formazione  nella mia esperienza di vita e di lavoro mi sono nutrita di bellezze estetiche, come costume ed evoluzione del sociale. Poi, questo rispetto per il bello l’ho dedicato alle bellezze artistiche che ci circondano: il bello come cultura e la cultura come linfa vitale. E come felicità, perché solleva lo spirito, è ossigeno in un mondo che ci travolge quotidianamente. Questo è il mio credo, e in questo metto tutte le mie energie», così aveva raccontato in un’intervista qualche anno fa.