Totò, al secolo Antonio De Curtis, ha ricevuto la laurea ad honorem dall’Università Federico II di Napoli in Discipline dello spettacolo. E’ stato Renzo Arbore ad aver contribuito in modo positivo alla riuscita della cerimonia. Infatti, il famoso clarinettista si è messo in contatto con il Rettore dell’Università (dove lui stesso si laureò tanti anni fa in Giurisprudenza) per proporre il titolo alla memoria del Principe della risata.
«Ha raccontato un’Italia meravigliosa Ha raccontato l’umanità, ci ha consolato dalla guerra. Spero che il suo messaggio continui». Così Renzo Arbore ha voluto ricordare Totò. Raramente lo abbiamo visto in lacrime: ieri, in occasione della Laurea, si è mostrato mostrato visibilmente commosso. In platea c’erano il rettore Gaetano Manfredi, il ministro Dario Franceschini, la nipote di Totò Elena De Curtis, il sindaco de Magistris e il presidente De Luca. «E’ come se fosse una rinascita a 50 anni dalla sua morte, il prossimo passo è la mostra in cui restituiremo a Napoli tutto ciò che è stato mio nonno, dall’uomo all’artista», ha concluso Elena de Curtis.
Totò è morto a causa di un infarto a Roma, nella sua casa di Via dei Monti Parioli, 4, il 15 aprile del 1967 alle 4 del mattino. Solitamente andava dormire a quell’ora. Aveva 69 anni. Sua figlia Liliana ha raccontato che le sue ultime parole sono state queste: «Ricordatevi che sono cattolico, apostolico, romano».
«Tengo molto al mio titolo nobiliare perché è una cosa che appartiene soltanto a me… A pensarci bene il mio vero titolo nobiliare è Totò. Con l’altezza Imperiale non ci ho fatto nemmeno un uovo al tegamino. Mentre con Totò ci mangio dall’età di vent’anni. Mi spiego? ». Molti ricordano queste parole di Totò, che intraprese lunghe battaglie legali per il riconoscimento di nobiltà. Il 18 luglio 1945 e il 7 agosto 1946 il Tribunale di Napoli riconobbe diversi titoli gentilizi: Principe, Conte Palatino, Nobile, trattamento di Altezza Imperiale.
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