
Medicina, come migliorare le capacità cognitive
Ecco la rubrica del Dottor Settembre
Continua la rubrica del Dottor Roberto Settembre, neurochirurgo all’ospedale di Venere a Bari sulla medicina.
La rubrica di medicina del Dottor Settembre
Qualche numero fa, abbiamo parlato dell’effetto dei viaggi sul cervello umano. C’è qualcosa che ha un impatto di egual misura, se non maggiore: la musica. Numerosi studi scientifici dimostrano che l’ascolto e la pratica musicale possono stimolare la neuroplasticità, favorendo la creazione di nuove connessioni neuronali e migliorando funzioni cognitive come la memoria, l’attenzione e la capacità di apprendimento.
La musica, con la sua complessità ritmica e melodica, agisce come un potente stimolo per attivare aree cerebrali coinvolte in: memoria e apprendimento (ippocampo e corteccia prefrontale); coordinazione e motricità (cervelletto e corteccia motoria); elaborazione emotiva (amigdala e sistema limbico).
Bene fanno i nostri ragazzi quando si mettono le cuffie per ripetere la lezione. I benefici sono enormi, a partire dal miglioramento delle capacità cognitive. Ascoltare musica classica o suonare uno strumento migliora la concentrazione e la memoria. La musica aiuta a potenziare il pensiero creativo e la risoluzione dei problemi, ma non solo. Ha il potere di ridurre l’ansia e lo stress, diminuendo i valori di cortisolo.
Senza dimenticare la funzione che le note hanno nel supporto alla riabilitazione neurologica. La musicoterapia è utilizzata nel recupero da ictus e traumi cerebrali per stimolare il linguaggio e il movimento, e favorisce il recupero della memoria nei pazienti con Alzheimer o demenza.
L’altro beneficio riguarda il miglioramento delle capacità motorie. Suonare uno strumento sviluppa la coordinazione tra mani e occhi. La musica ritmica inoltre aiuta a migliorare il controllo motorio nei pazienti con Parkinson.
La musica, insomma, non è solo una forma di intrattenimento, ma un potente strumento per migliorare la salute del cervello. Grazie alla sua influenza sulla neuroplasticità, può aiutare a prevenire il declino cognitivo, ridurre lo stress e favorire il recupero neurologico. Se poi si associano tecniche avanzate come il neurobiofeedback, il risultato è più evidente e più rapido.
Da qui l’importanza di condire la nostra vita quotidiana di ritmo, senza distinzione di genere.