Come avvenuto anche durante la prima esibizione (e lo scorso anno), non sono mancati fischi e segni di proteste durante l’esibizione della cantante di Israele all’Eurovision 2025. L’organizzazione però ha trovato un escamotage.

Fischi per la cantante di Israele all’Eurovision 2025

La presenza di Yuval Raphael, rappresentante di Israele alla finale dell’Eurovision 2025, ha segnato uno dei momenti più tesi e controversi dell’edizione di quest’anno, tenutasi a Basilea

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Durante la sua esibizione con il brano “New Day Will Rise”, la cantante è stata accolta a ben pochi applausi. Piuttosto sono stati parecchi i fischi udibili e manifestazioni visive di protesta a favore della causa palestinese.

Diversi video amatoriali postati sui social mostrano chiaramente come parte del pubblico abbia esposto bandiere pro Gaza. Altri hanno evidenziato i “fischiato”buu” e fischi contro l’artista israeliana in segno di dissenso per la partecipazione di Israele all’Eurovision 2025. Presenza in un momento storico segnato da un conflitto armato in corso. 

La tensione dunque è sembrata palpabile all’Eurovision 2025. Stando a quanto emerso anche da diverse testate internazionali, l’organizzazione dell’evento avrebbe tentato di mascherare la contestazione sovrapponendo applausi preregistrati al mix audio trasmesso in diretta, una scelta che ha ulteriormente alimentato la polemica. 

In rete, molti utenti hanno denunciato il tentativo di censura e di manipolazione dell’atmosfera reale all’interno dell’arena.

Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco terroristico al Festival Nova il 7 ottobre 2023, ha dichiarato più volte che la sua partecipazione all’Eurovision 2025 ha un intento profondamente simbolico: “cantare per la vita, per il futuro, per la pace”. 

Il suo brano, presentato all’Eurovision 2025, costruito su una narrazione emotiva e personale, è stato pensato come un messaggio di resilienza e speranza.

Nonostante le difficoltà e le contestazioni, Israele si è qualificato per la finale e ha preso parte alla gara. Ma il dibattito sulla presenza di delegazioni provenienti da Paesi coinvolti in conflitti attivi è più acceso che mai. Per molti, l’Eurovision 2025 non è stato solo un festival musicale, ma anche un luogo simbolico dove arte, geopolitica e libertà di espressione si sono incontrate… e scontrate.