La voce del cuore spezzato: Luca Ward, quel dolore mai sopito… “Povertà assoluta, non avevamo da mangiare“: il lato oscuro de Il Gladiatore rivelato a Nunzia De Girolamo

È la voce che ci fa sognare al cinema, quella potente e inconfondibile di Russell Crowe e Gerard Butler, ma dietro il timbro inossidabile di Luca Ward si nasconde una ferita profonda, un passato di stenti e umiliazioni che l’attore e doppiatore non ha mai dimenticato. Ospite nel salotto intimo di Nunzia De Girolamo a Ciao Maschio, Ward ha aperto il cassetto dei ricordi più drammatici, regalando al pubblico un racconto che stringe il cuore. Una confessione cruda, visibilmente emozionata, che ci mostra il lato più fragile di un’icona.

Il crollo e quelle cinquemila lire

Il punto di non ritorno? La perdita del padre a soli 13 anni. “Era la colonna portante,” ha rivelato con un nodo alla gola. Da lì siamo sprofondati nella povertà più assoluta nel giro di poco tempo.” Una povertà talmente brutale da toccare il bisogno primario: Non avevamo proprio da cucinare nulla, non c’erano soldi.” L’immagine è straziante: il giorno dopo la morte del marito, nel gelo di quel dicembre 1973, la madre mise sul tavolo le ultime 5.000 lire. “Disse ‘abbiamo solo questi’.” Per un ragazzino, la risposta fu immediata e disperata: scendere in strada e chiedere lavoro in una ditta di traslochi, trasformandosi in facchino dall’oggi al domani.

Quando arrivò il tecnico con il cacciavite…

Ma l’impegno dell’attore non bastava a colmare le voragini economiche. Ed ecco che la dignità si scontrava con la realtà delle bollette non pagate. Venivano i tecnici a staccare la luce,” ha raccontato. Ed è qui che l’umanità, a volte, trova spiragli inattesi. Un tecnico, consapevole della disperazione di quel ragazzo, gli disse di seguirlo mentre andava a staccare l’elettricità, poi lo guardò negli occhi. Io ora stacco, poi quando me ne vado, devi fare così e la riattacchi. E mi diede il cacciavite in mano.” Un gesto di ribellione silenziosa e di immensa pietà. Sono cose che non si dimenticano: un grido silenzioso che rende il grande doppiatore un uomo ancora più autentico e amato.

A cura di Alba Cosentino

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