Resente Novella 2000 n. 23 2020

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Studio Resente: ‘Giusto versare aiuti, ma solo a chi li merita davvero’

Redazione | 30 Maggio 2020

L’opinione di Alessandro Resente sulle disposizioni del decreto ‘Cura Italia’: “Giusto dare aiuti, ma solo a chi veramente li merita”. […]

L’opinione di Alessandro Resente sulle disposizioni del decreto ‘Cura Italia’: “Giusto dare aiuti, ma solo a chi veramente li merita”.

Decreto Cura Italia, Liquidità, Rilancio: nomi che infondono speranza. Però, quando si passa a leggerli, ci si rende conto che tantissimi articoli non hanno attinenza con il titolo, ma vengono solo inseriti per averne la copertura. Per cui si cade nello sconforto, e molti imprenditori si sono resi conto che la forza per ripartire la devono ritrovare nelle proprie risorse.

Cura Italia: una serie di norme, molte delle quali vanno solamente a correggere precedenti errori delle politiche sanitarie, ma che rappresenta solo un blocco per il nostro Paese. Il medico non si limita a diagnosticare il male, ma ti prescrive anche la cura per ricercare la guarigione. E soprattutto ti trasmette, con le sue parole, la speranza e la forza per seguire il percorso per superare il problema.

Per non parlare di quello della liquidità, che poteva benissimo chiamarsi “indebitamento”. Lo Stato fornisce infatti le garanzie, ma le imprese che usufruiranno dei fondi dovranno pagare degli interessi e rimborsare i capitali. E comunque, il decreto è stato pubblicato l’8 aprile e le banche non hanno ancora stabilito le linee per avere i finanziamenti più consistenti! Però FCA, l’ex Fiat per capirsi, ha chiesto, usufruendo della garanzia dello Stato, un finanziamento di 6 miliardi e 300 milioni di euro.

Certo, essa occupa 55.000 dipendenti in Italia. Ma le imposte le paga in Olanda, che pur essendo un paese aderente alla Comunità Europea ha un regime fiscale di favore.

Si dovrebbe riflettere sul fatto che con le imposte si finanziano le strutture, le strade, i servizi: troppo facile chiedere all’Italia quando fa comodo!

Il caso FCA o ex Fiat

Un finanziamento di 6.300.000.000 euro sta a significare quasi 115.000 euro per dipendente. Ma a cosa servono questi soldi all’ex Fiat? Dove andranno a finire? Saranno rimborsati?

Ricordo ancora nel 1992 la patrimoniale di Amato, con il prelievo forzoso del 6 per mille sui conti correnti, parte dei quali sono stati utilizzati per finanziare la Fiat. E la storia, adesso, sta per ripetersi. Le piccole e medie aziende, che sono il vero tesoro dell’Italia, non stanno invece ricevendo ancora niente.

Basta! Aiutiamo chi se lo merita. Chi, con idee, impegno, professionalità e pagando le tasse nel nostro Paese, ha contribuito alla sua crescita.

Cosa prevede il decreto ‘Rilancio’

Arriviamo poi al decreto Rilancio, che prevede piccoli aiuti a fondo perduto. Al momento molto limitati, tralasciando che ci vorranno mesi per superare la crisi.

Ma poi contiene molto poco. Alcuni articoli trattano la ripresa, mentre in realtà si vanno a dare soldi e risorse ai Tribunali, a vari enti, ad assumere personale, a regolarizzare gli immigrati. Non comprendo proprio questa politica governativa fatta di titoli, ma mancante di concretezza. 250 articoli, oltre 400 pagine comprese le relazioni illustrative.

Il Rilancio, ma poi? Non sarebbe più corretto, anche per rispetto verso gli italiani, emanare pochi articoli che trattino la ripresa, e poi riservare tutto quello che si voleva fare ad altri provvedimenti?

Riflettevo anche sul fatto che si sono spese risorse per incaricare INAIL e vari consulenti a predisporre le norme sulla riapertura, un insieme di limiti e provvedimenti assurdi che avrebbero fatto morire l’Italia. Norme assurde, che solo grazie all’intelligenza di alcuni governatori di regione sono state annullate per arrivare a provvedimenti seri e attuabili.

E adesso siamo in attesa del decreto Semplificazione, per cui mi aspetto altre risorse da spendere, nuove assunzioni e forse un appesantimento degli adempimenti!

a cura di Alessandro Resente