Torna in Italia anche grazie ai Bocelli

Copertine Novella | Roberto Alessi

Torna in Italia anche grazie ai Bocelli

Roberto Alessi | 13 Marzo 2024

Agli Oscar un pensiero a Chico Forti, in prigione negli USA: torna in Italia grazie anche alla famiglia Bocelli

Come sapete dalle cronache degli ultimi giorni, Chico Forti verrà in Italia per scontare la fine della pena all’ergastolo che gli è stata inflitta negli Usa. Merito della premier Giorgia Meloni, che glielo ha comunicato personalmente raggiungendolo per telefono nel carcere Dade Correctional Institution di Florida City, poco distante da Miami, dove sta scontando la pena da 24 anni, dal 2000.

Chico era stato condannato per l’omicidio di Dale Pike, trovato morto nel 1998, una storia assurda, piena di contraddizioni come ha sottolineato la criminologa Roberta Bruzzone. Per chi ha seguito il caso (ben spiegato dal programma Le
Iene dove per anni l’inviato Gaston Zama ha raccontato la sua storia) anche superficialmente non è stato difficile capire che Chico è innocente e ne sono resi conto in molti in Italia.

Però l’America è l’America e difficilmente ammette i suoi errori, come ha sottolineato Enrico Ruggeri, grande sostenitore della causa di Chico. «Chico Forti è stato un esempio: non si è mai abbandonato alla disperazione, ha vissuto un incubo trovando la forza di cercare aspetti positivi, al di là della sua incredibile vicenda resta questo suo insegnamento importante», ha scritto Enrico Ruggeri, che nel 2021 incise L’America (Canzone per Chico Forti) per smuovere l’opinione pubblica.

E Ruggeri ha voluto ora ringraziare chi ha permesso a Chico di tornare in Italia, anche se arriverà tra un paio di mesi, perché ci sono dei tempi burocratici sia americani sia italiani da rispettare. «Un abbraccio a tutti quelli che si sono battuti in questi anni, dalla sua meravigliosa famiglia ai suoi amici, da Marco Mazzoli, Andrea Bocelli e Jo Squillo alle associazioni che hanno tenuta alta l’attenzione senza mai abbassare la guardia», ha concluso Ruggeri. Già, perché se Chico Forti torna in Italia è merito anche di personaggi dello spettacolo italiano e sono felice di poterlo scrivere.

Molto si deve a Bocelli e alla sua incredibile influenza in America dove è considerato una star assoluta, un po’ come lo era Pavarotti negli anni Ottanta. Ha mosso il movibile per ottenere questo trasferimento in Italia ottenuto applicando i benefici della CEDU, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, una convenzione del 1983 che permette ai detenuti di poter essere trasferiti nel proprio Paese d’origine per finire di scontare la pena inflitta.

«Siamo andati a trovarlo nel giorno del suo 63esimo compleanno. Siamo stati con lui alcune ore e ascoltandone la complessa parabola esistenziale dalla sua viva voce si è subito instaurata una profonda empatia. Ne è nata un’amicizia bella e autentica, basata sulla stima e sulla fiducia reciproca», ha detto Bocelli a Emanuele Paccher di ilquotidiano.it. «Ogni volta che passiamo da Miami, andare a salutarlo è per noi una priorità, un appuntamento irrinunciabile».

La cosa doveva risolversi già nel 2020 e fu molto pubblicizzata dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ma l’annuncio non ebbe seguito perché il governatore della Florida Ron De Santis, sotto campagna elettorale per le primarie repubblicane, si era rifiutato di firmare, ma poi ha perso, e ora sostiene Donald Trump, il quale pare (ma queste sono solo supposizioni) a un certo punto ha detto: basta, firma il trasferimento per i buoni rapporti con l’Italia. E De Santis ha finalmente firmato.

Chi ha fatto pressione su Trump? Certo, l’influenza planetaria di Bocelli, adorato da Trump, che l’avrebbe voluto anche alla festa di insediamento da Presidente Usa, ma si parla anche di un amico di Trump, un uomo magico, e qualcuno mi fa capire che si potrebbe trattare di Flavio Briatore, e mi piacerebbe che fosse vero.

Oltretutto il nome di Briatore in questo senso già si era fatto in passato, ma lui non ha confermato, anzi. Si parla anche di Guido George Lombardi, amico di Trump da 25 anni, che oltretutto abita al 63° piano della Trump Tower, Lombardi è un imprenditore e lavora nell’immobiliare in Florida, proprio il settore dove Chico Forti si stava creando una posizione. Solo voci?

«La verità è che si sono mossi in tanti per portare Chico in Italia», ci dice Jo Squillo che da 12 anni si batte per questo, «È stato proprio un lavoro di gruppo, io ne ho parlato con chi e dove potevo, anche al Grande Fratello dove avevo iniziato uno sciopero della fame per lui e da dove in pratica poteva essere considerata un’azione politica. E ne ho parlato anni fa a Marco Mazzoli, superstar di Radio 105, vincitore dell’ultima Isola dei Famosi, ed è stato lui a informare Le Iene del caso.

E anche Enrico Ruggeri ha fatto tanto, fino ad arrivare al mitico Andrea Bocelli e alla moglie Veronica Berti, che negli Stati Uniti hanno una grandissima influenza. Ce l’abbiamo fatta. E qui vorrei ricordare ancora che la prima a muoversi in tal senso è stata Roberta Bruzzone, la criminologa. In questi anni io e Mazzoli e sua moglie siamo andati spesso a trovare Chico Forti in carcere, un uomo pazzesco, di uno spessore incredibile, se non fosse stato così non ce l’avrebbe fatta».

Vale la pena di leggere quello che Marco Mazzoli, mio amico che mi ha mandato le foto di questo servizio, ha scritto sul suo Instagram: «Ho conosciuto il caso di Chico nel 2011, quando a una cena con Jo Squillo mi ha immerso in questa follia, che andava avanti dal 1999. Quella stessa sera, Jo mi fece parlare con Chico al telefono (dal carcere), da quel giorno, io, mia moglie, Jo e diverse altre persone speciali (che sono aumentate negli anni), non lo abbiamo mai più lasciato. Col passare del tempo, io e Stefy siamo entrati nella lista dei famigliari, quindi potevamo sentirlo al telefono tutti i giorni e andarlo a trovare una volta a settimana in carcere.

Quando Giorgio Romiti delle Iene è venuto a Miami (per realizzare un servizio su un presunto truffatore), una sera a cena gli ho raccontato la storia di Chico e così iniziò la realizzazione di diversi servizi e speciali, che hanno fatto in modo che tutta Italia venisse a conoscenza di questa assurda storia. Da quel momento, la vicenda “Chico Forti” era sulla bocca di tutti. Ma ogni volta che facevamo un passo avanti, succedeva sempre qualcosa, che rallentava il processo.

Poi la pandemia, il silenzio! La stampa, i media, avevano altre priorità e la storia di Chico tornava in sordina. Un susseguirsi di personaggi politici, dello spettacolo, dello sport, si sono avvicendati in questa storia, ma uno in particolare, ha fatto veramente la differenza: Veronica Bocelli, la moglie di Andrea! Non avevo mai conosciuto una persona così forte, determinata e pura! Avete presente “le belle persone”? Ecco, loro sono così! Veronica ha smosso il mondo e grazie alla notorietà di Andrea in America, è riuscita ad arrivare dove pochi altri ci sarebbero riusciti.

Mi dispiace che qualcuno stia cercando di usare la politica per rovinare questo momento magico. La notizia del trasferimento di Chico è un successo italiano! Per me poteva riuscirci anche Bill Gates (che odio) e sarei felice lo stesso. Va detto però, che Giorgia Meloni è stata la prima a promettere un risultato (il trasferimento di Chico) e ce l’ha fatta! Il resto sono chiacchiere».

Concludo con un’osservazione dello zio di Chico, Gianni, fratello della mamma di Chico, Maria, che lui chiama “la sua roccia” e che ora ha 90 anni. «Ho apprezzato molto che Giorgia Meloni abbia chiamato personalmente Chico in carcere, poi ha chiamato me, perché aveva paura a parlare direttamente la mamma, vista l’età. Queste attenzioni umane, fanno la differenza».

Certo che è strana la vita: Chico era arrivato negli Stati Uniti grazie a un colpo di fortuna, una vincita a Telemike, un quiz televisivo di Mike Bongiorno presentandosi sulla storia del windsurf, e per quello era riuscito a trasferirsi negli Stati Uniti dove aveva iniziato a fare il produttore. Stava proprio lavorando a un documentario sull’omicidio di Gianni Versace, a Miami, quando fu accusato dell’uccisione di Dale Pike, e qualcuno sospetta che proprio schiacciando i piedi a qualche potente locale sia partito il castello di accuse che lo hanno fatto finire
in carcere.

Ora torna, non in libertà, ma in Italia, non a caso considerata da sempre, nonostante le cronache a volte sembrano dimostrare il contrario, la culla del diritto.