Che strano Paese, l’Inghilterra: nel momento storico più complicato e controverso, in cui i non britannici di nascita rischiano di essere oggetto di insulti per la strada e le automobili “Made in Europe” cadono vittime di atti di vandalismo da parte di chi ritiene che l’unica opzione per muoversi possa essere, evidentemente, l’Aston Martin, ecco che il marchio fashion più rappresentativo dell’essere British prende proprio un europeo, anzi un italiano, come nuovo direttore generale.

Sto parlando di Burberry, azienda storica del Made in UK, quella che producendo i capi spalla per l’esercito ha inventato il trench, quella del tessuto stampato a quadrettoni nel più ossequioso rispetto della tradizione scozzese, quella che fino a ieri aveva come monarca assoluto Christopher Bailey, designer, direttore artistico, amministratore delegato e tuttofare rigorosamente inglese.

Evidentemente la regola vige nel grande quanto nel piccolo: soli si muore. Le vendite, negli ultimi periodi, erano clamorosamente calate, gli headquarters di Pimlico (la zona di Londra vicino al Tamigi dove campeggia sovrano il Burberry Building) si sono lentamente, inesorabilmente svuotati, insomma c’era bisogno di aria, idee e capacità nuovi. Dove trovarli? In Europa, ovviamente. Per la precisione in Italia, a Vicenza. Il nuovo direttore si chiama Marco Gobbetti, ha al suo attivo ruoli ad altissimo livello nel management di marchi come Celine, dove attualmente lavora, ma precedentemente in Moschino, Bottega Veneta e Givenchy.
L’uomo della rinascita per il marchio inglese, che vedrà Bailey rimanere nel ruolo di direttore creativo, ma affiancato dal sorridente vicentino che dovrebbe, e gli facciamo i migliori auguri, essere il regista del rilancio.

Vedremo anche lui in coda agli uffici dell’immigrazione per ottenere il permesso di lavoro?

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