Scavia Novella 2000 n. 31 2023

Spettacolo

Guenda Goria: “Ho il sorriso che sognavo”

Redazione | 19 Luglio 2023

Perfezionare un sorriso d’impatto ma senza denti del giudizio. Una vera tortura o una passeggiata? L’esperienza di Guenda Goria

Guenda Goria e il sorriso ‘importante’

Un sorriso importante, quello di Guenda Goria, appariscente, intrigante ma, come spesso accade, dal “tanto” al “troppo” il passo è breve, e per questo motivo andava equilibrato, perfezionato.

Il caso è stato gestito dal professor Stefano Scavia, un luminare del settore odontoiatrico, docente all’Università Statale Bicocca di Milano e direttore sanitario di Odontoaestethics.

La sua è una filosofa di lavoro innovativa, supportata dall’utilizzo di nuove tecnologie, che ha permesso di perfezionare il delicato equilibro estetico fra smalto e gengive, senza sacrificare tessuto sano e gestendo l’estrazione dei denti del giudizio con minimo dolore e con un recupero lampo…

Guenda, oltre a essere la figlia di Amedeo Goria e di Maria Teresa Ruta, ha nel suo curriculum di attrice diversi lavori per il cinema e varie apparizioni in televisione, avendo partecipato nel 2020 al Grande Fratello VIP insieme alla mamma.

Guenda aveva un ostacolo al trattamento del suo sorriso, i denti del giudizio. Croce per molti, i “fantomatici ottavi”, restano zitti zitti per decenni e poi all’improvviso… boom, e arrivano i problemi per i comuni mortali come per i VIP.

Nel caso di Guenda erano quelli dell’arcata inferiore a dover essere eliminati, ma la paura di sottoporsi a un intervento aveva per molto tempo prevalso.

La svolta, grazie a Stefano Scavia

Poi l’incontro con il professor Stefano Scavia, direttore sanitario di Odontoaestethics, una clinica dota- ta delle più sofisticate tecnologie, ri- conosciuta e stimata a livello inter- nazionale, ha fatto cambiare idea all’attrice che ha deciso di sottopor- si all’operazione.

“Ci ho pensato su molto – spiega Guenda – ma alla fine il professor Scavia mi ha convinta dicendomi che non avrei patito dolore, e che avrei recuperato in tempi record”.

Eliminato l’ostacolo dei denti del giudizio, un’avanzata e minuziosa gestione dei tessuti gengivali, associata a un trattamento ortodontico ed estetico, avrebbero completato quell’opera d’arte che è oggi il sorriso di Guenda Goria.

“Il nostro metodo di lavoro – spiega Scavia – si fonda sulla gestione dei casi complessi attraverso un approccio multidisciplinare. Cioè, tramite la collaborazione di diversi specialisti coordinati da un team director. La mission è quella di ottenere risultati stupefacenti riducendo al minimo i disagi per il paziente, gestendo i tessuti naturali della bocca e migliorando estetica e funzione, senza alterare minimamente l’integrità dei denti sani”.

Il centro odontoiatrico diretto dallo specialista è infatti attrezzato con ogni tipo di tecnologia, fra cui un’apparecchiatura particolare che permette di estrarre i denti inclusi nell’osso attraverso l’impiego di ultrasuoni, in maniera delicata, sicura e senza creare conseguenze, se non qualche punto di sutura.

‘Grazie prof!’

Una filosofia di lavoro avanzata ed innovativa, una gestione biologicamente guidata e non invasiva dei tessuti naturali, tecnologie di ultima generazione. Sono questi i segreti che hanno permesso a Guenda Goria di ottenere il sorriso dei suoi sogni: “Grazie al prof – dice oggi l’ex gieffina – ho raggiunto il risultato sperato e tutto quello che mi aveva anticipato è poi accaduto. Ho tolto entrambi i denti del giudizio in un colpo solo, non ho sofferto, e ora il mio sorriso è ciò che più desideravo, bello, impattante e assolutamente perfetto”.

“Guenda è stata una paziente modello, – ribatte Scavia – paziente in tutti i sensi, e sono contento che si sia affidata al mio team. La tecnologia e l’innovazione, nella mia professione come nel resto della medicina, ci consentono di realizzare i sogni delle persone con disagi sempre minori, permettendo di aiutare chi ha bisogno di cure senza alterare la sua vita in maniera significativa”.

E Scavia conclude ricordandoci che: “La strada dell’innovazione è lunga, ripida e dissestata. Ma se ci guardiamo intorno, lungo il cammino, ci accorgiamo che il panorama è bellissimo”.