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La mostra dei mostri sacri

Matteo Osso | 29 Settembre 2016

Questo è un messaggio diretto agli amanti dell’arte: se pensate che l’arte sia un capriccio da ricchi o una noiosa […]

Questo è un messaggio diretto agli amanti dell’arte: se pensate che l’arte sia un capriccio da ricchi o una noiosa menata da intellettuali non proseguite oltre e tornate immediatamente in prima elementare.

Qui ci si diverte, si guarda il mondo con occhi nuovi, si chiacchiera e magari si impara qualche cosa.
Dove siamo? Nei sotterranei dell’antica scuola SIAM nel cuore di Milano, dove è ospitata la mostra Brilliant POP.
E’ una raccolta di opere realizzate da Massimo Malpezzi, artista milanese che da anni sperimenta nuovi linguaggi nel mondo visivo realizzando opere di ispirazione Pop, immortalando in maniera assolutamente personale le grandi icone contemporanee.
Il viaggio nel mondo colorato e sberluccicante di Massimo inizia molto prima della sala in cui sono esposte: l’ingresso ottocentesco e austero dell’Istituto ci introduce in uno stato mentale di un rigore grigio e silenzioso, che si va tingendo di mistero mano a mano che scendiamo le scale per raggiungere lo spazio.
E’ qui che scocca la scintilla: in una vecchia cantina grezza e inospitale, in un buio assoluto dove tutto rimanda ad atmosfere tetre quasi gotiche emergono in strategiche bolle di luce le opere che raffigurano Mao, Topolino, Salvador Dalì…
Piccole e grandi esplosioni di colore con incrostazioni di luce che si riflettono sulle antiche volte coperte dalla polvere del tempo invitandoci a procedere con curiosità scimmiesca incuranti delle irregolarità del pavimento in terra battuta, senza badare ai calcinacci ammucchiati negli anni, come di lavori non ultimati e volutamente conservati da Roberta Reineke, curatrice della mostra,  a sottolineare il contrasto feroce ed efficace con la tracotanza della vita che ci travolge uscendo dalle cornici.
Chi è a Milano ha poco tempo per tuffarcisi dal vivo, ma il mondo di Massimo non è difficile da trovare.
Ah, per chi avesse avuto il dubbio: si, Massimo è un collega della redazione. E’ lui che cura l’aspetto grafico della Novella che trovate in edicola, e per una volta dedichiamo alla sua passione il nostro applauso.
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