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Il tragico racconto di Rita Bonaccorso l’ex moglie di Totò Schillaci

Maura Messina | 9 Maggio 2016

Si continua a parlare della situazione drammatica di Rita Bonaccorso ex moglie di Totò Schillaci, stavolta nel salotto di Lady Cologno […]

Si continua a parlare della situazione drammatica di Rita Bonaccorso ex moglie di Totò Schillaci, stavolta nel salotto di Lady Cologno su Canale 5. Rita è stata ospite da Barbara d’Urso dove ha raccontato la sua tragica situazione. L’intervista è iniziata con la d’Urso che ha mostrato un video (registrato lo scorso 28 Aprile) in cui la donna aveva urlato disperata alla polizia:“Prendetemi, arrestatemi, perché io di casa non esco! Non voglio uccidermi, voglio solo aiuto”. Da allora Rita vive in una tenda davanti quella che, prima del sequestro, era casa sua.

“Non ho paura di niente – racconta – voglio solo la verità. Faccio un appello a Orlando, a Crocetta e a Renzi: nessuno mi ha aiutata, dove sono le istituzioni?”. Una vicenda che per ora è sotto i riflettori anche a causa del presunto suicidio avvenuto qualche settimana prima dello sfratto (cosa che la Bonaccorso ha più volte smentito)

Il motivo di tutto ciò?  Lo scorso gennaio la Cassazione ha stabilito che l’ex moglie di Schillaci deve risarcire i creditori per un episodio che risale 1992 e la casa, valutata circa 2 milioni di euro, serve a ripagare questo debito.

Ed è così che Rita racconta a Barbara la vicenda che le ha rovinato la vita. Nel lontano ’92 la donna accettò di fare da sponsor al negozio di gioielli di una sua amica, ed è da lì che è nato tutto.. Ecco cos’ha raccontato in lacrime:

“Siamo andati a una fiera orafa e lei mi ha presentato a uno stand come la sua socia. Io non lo ero affatto, ma per educazione non ho detto nulla e tutto è finito lì”. La gioiellieria subì poi una rapina e “la donna – viene dichiarata fallita nel 1994. Dopo due anni il tribunale di Torino mi estende il fallimento come socia apparente. Dopo 4 anni vengo assolta dal fallimento, ma nel frattempo mi vengono sequestrati tutti i conti. Io, però, ero del tutto estranea: non ero iscritta alla Camera di commercio, ero una casalinga, non sono mai stata socia della gioielleria”(…)Sono una donna indifesa, che cosa ho fatto di male nella vita per meritarmi tutto questo? Io non lo capisco”.

All’intervista hanno partecipato anche i suoi due figli che sono intervenuti dicendo:

“Non voglio più vederla in queste condizioni –  Mia madre non ha mai voluto mettere a repentaglio la sua vita e quella degli altri, ma ha manifestato per un diritto, quello alla casa (…) ma un giorno tutti devono sapere che lei è una vittima ed è innocente”.

Ha continuato Rita piena di rabbia: “Io dalla tenda non mi muovo, sono abituata e non mi importa nulla. Voglio stare lì perché ho bisogno della mia casa (che al momento non è stata ancora venduta, ndr), dei miei oggetti e dei miei ricordi”.

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