Da star di Hollywood a senzatetto. C’è stato un tempo in cui Kevin Spacey era l’attore più pagato di Netflix, il protagonista indiscusso di House of Cards, un volto che valeva milioni. Oggi, a 66 anni, l’ex divo di Hollywood si ritrova senza casa, vagando tra Airbnb e hotel con una valigia in mano. Una parabola discendente che ha dell’incredibile, ma che è il risultato diretto dello scandalo che nel 2017 ha fatto esplodere la sua carriera come un castello di carte.

Kevin Spacey, la confessione choc: «Non ho una casa»

In un’intervista senza filtri al Daily Telegraph, Spacey ha fatto una rivelazione che ha lasciato tutti di stucco: «Vivo in hotel, vivo in Airbnb, vado dove c’è lavoro. Non ho letteralmente una casa». L’attore due volte premio Oscar ha ammesso senza filtri che la sua situazione finanziaria “non è delle migliori”, un eufemismo per dire che è rimasto senza soldi. Il tutto dopo aver accumulato spese legali astronomiche negli ultimi sette anni per difendersi dalle accuse di molestie sessuali che lo hanno travolto. «Ho avuto pochissimo in entrata e tutto in uscita», ha spiegato con una punta di amarezza. I suoi beni? Rinchiusi in un deposito, in attesa di tempi migliori che forse non arriveranno mai.

Dal pignoramento della villa di Baltimora ai crooner show a Cipro

La caduta è stata rapida e inesorabile. Nel 2024, Spacey ha rivelato a Piers Morgan nel suo podcast Uncensored che la sua casa a Baltimora stava per essere pignorata. Non senza commuoversi: si trattava, infatti, della stessa villa dove aveva vissuto durante le riprese di House of Cards, quando era ancora idolatrato da tutti. Prima che gli voltassero le spalle. Oggi l’attore si arrangia come può. Il Telegraph lo ha raggiunto a Cipro, dove si esibiva in un resort di Limassol cantando brani di Frank Sinatra e Bobby Darin, che aveva già  interpretato in un film per il grande schermo,  Beyond The Sea, di cui aveva curato anche la regia. Era il 2004: poco più di vent’anni dopo, il  protagonista di produzioni multimilionarie è un cantante come tanti.

Kevin Spacey assolto ma non perdonato: Hollywood non dimentica

Il paradosso della storia di Spacey è tutto qui: è stato assolto dalle accuse, ma Hollywood continua a tenerlo alla larga come la peste. Nel 2022, una giuria di New York lo ha dichiarato non responsabile delle accuse mosse da Anthony Rapp. Nel 2023, un tribunale di Londra lo ha assolto da nove capi d’imputazione per violenza sessuale.

Eppure niente da fare. L’industria cinematografica lo ha messo in una lista nera. Netflix lo ha cancellato da House of Cards, Ridley Scott lo ha letteralmente tagliato da Tutti i soldi del mondo (sostituendolo con Christopher Plummer in post-produzione). Un’operazione di damnatio memoriae in piena regola.

Kevin Spacey non ha più soldi
Kevin Spacey (IPA)

Kevin Spacey: «Aspetto la chiamata di Scorsese o Tarantino»

Con un misto di realismo e disperazione, Spacey ha confessato di aspettare il salvagente di un grande nome: «Se Martin Scorsese o Quentin Tarantino chiamassero domani il mio manager, tutto cambierebbe. Sarei incredibilmente onorato». L’attore paragona la sua situazione alla lista nera degli anni Cinquanta, quando Hollywood perseguitò decine di artisti accusati di simpatie comuniste. “Anche allora molti non erano colpevoli di ciò di cui erano accusati”, osserva non senza malizia.

Il documentario Spacey Unmasked e le nuove accuse

A complicare tutto è arrivato nel 2024 il documentario Spacey Unmasked, che ha riacceso i riflettori sullo scandalo. L’attore ha risposto con una lunga dichiarazione all’ex giornalista Dan Wootton: «Mi assumo la piena responsabilità del mio comportamento passato, ma non posso scusarmi con chi ha inventato storie o le ha esagerate».

Spacey (Kevin Fowler all’anagrafe) ha negato categoricamente qualsiasi ricatto sessuale: «Non ho mai detto a qualcuno che se mi avesse fatto favori sessuali lo avrei aiutato nella carriera. Mai». Parole che non sono bastate a riabilitarlo agli occhi dell’industria.

Da zero a zero: il cerchio si chiude

Con un’ironia amara, Spacey ha commentato: «Mi sento tornato al punto di partenza, ovvero andare dove c’è lavoro». Come un attore alle prime armi che insegue ogni occasione, anche la più modesta. L’unica differenza è che nel curriculum ha due Oscar, due Golden Globe e una stella sulla Walk of Fame. A maggio 2025 ha ricevuto un premio alla carriera a Cannes, definendo gli ultimi anni “difficili”. Un understatement degno di Frank Underwood, il suo personaggio più iconico.

Il prezzo della cancel culture

Che si creda o meno alla sua innocenza, la storia di Kevin Spacey è emblematica del potere devastante della cancel culture a Hollywood. Anche l’assoluzione totale non basta a cancellare lo stigma. Il meccanismo è spietato: una volta finiti nel polverone mediatico, la strada del ritorno è quasi impossibile. Ora Spacey vive tra l’America e l’Europa, spostandosi di paese in paese, tra red carpet e, purtroppo per lui, hotel low cost.

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