D'Ambrogio Novella 2000 n. 5 2022

Spettacolo | Vip Style

Alla ricerca di… John Malkovich con Elena D’Ambrogio

Redazione | 19 Gennaio 2022

Elena D’Ambrogio ci porta alla scoperta di John Malkovich, attore tra i più talentuosi dello showbiz e celebrato in alcune opere fotografiche

Una mostra che omaggia la storia della fotografia

Un sodalizio vincente quello tra il fotografo Sandro Miller e l’attore John Malkovich, tra i migliori, nelle loro rispettive arti, tra i contemporanei. La mostra intitolata MalkovichMalkovichMalkovich è una sorta di messinscena dell’immaginario collettivo. Le immagini che ricostruisce Miller, quale omaggio ai grandi fotografi, l’attore le interpreta in un gioco di rispecchiamenti continui, portando lo spettatore a leggere la storia della fotografia attraverso le figurazioni più iconiche.

L’istrionico e ironico Malkovich interpreta per Miller decine di ruoli: da Marlyn Monroe a Ernest Hemingway, da Albert Einstein ad Alfred Hitchcock, con una capacità di trasformazione spesso inaspettata.

A volte è difficile comprendere quale sia la riproduzione dall’originale, nonostante in basso venga sempre inserito lo scatto primigenio.

L’attore diventa protagonista di oltre 60 ritratti, perlopiù in bianco e nero, che sono la reinterpretazione di foto fatte da fotografi famosi a personaggi altrettanto famosi.

Avere la capacità di calarsi nel pensiero e nello stato d’animo di chi c’era nel set quando è stato fatto lo scatto originale è arduo, ma non impossibile per due menti geniali come le loro.

Sandro Miller: chi è il fotografo

Ma chi è Sandro Miller? È un padre, un nonno, un marito. È un uomo di famiglia, poi è un fotografo e un regista che ama raccontare storie con la sua fotocamera, con lo scopo ben preciso di educare le persone.

Il progetto MalkovichMalkovichMalkovich, oltre ad essere un omaggio ai grandi Maestri, è pensato per insegnare ai giovani fotografi chi sono i loro Maestri.

Un progetto che ha origini molto particolari. Nel 2011 gli viene diagnosticato un cancro al quarto stadio. Nel lungo periodo di terapie e convalescenza Miller spende bene il tempo concentrandosi sulla sua vita, con tante domande che non potevano trovare risposta, ma con la presenza di un progetto tanto impegnativo da costringerlo a sperare.

E la speranza gli ha portato guarigione e una nuova vita.

Finalmente, gli amici di vecchia data. Sandro e John sono pronti a divertirsi, portando avanti l’ambizioso lavoro.

Sembra che per Miller sia stato semplicissimo scegliere proprio Malkovich per questo impegno durato cinque anni. Chi altri, se non un caro amico e attore versatile, avrebbe potuto dedicare il suo tempo così a lungo, mettendoci tutto se stesso?

Ma la carriera di Sandro Miller è segnata da numerosi passaggi e personaggi cruciali. Il regista David Lynch è stato fondamentale, ne ha influenzato moltissimo il modo di vedere l’arte. Ha studiato tutti i suoi film. E tanto impegno gli è valso un gran riconoscimento da parte di Lynch, che dopo aver visto il progetto di Miller a Los Angeles gli ha chiesto di lavorare insieme creando alcune immagini tra le più iconiche della sua vita, sempre con John Malkovich.

La foto e l’interpretazione migliore

Chissà qual è, tra migliaia, la fotografia più amata da Sandro Miller? Sono tutte sue creature, e tutte hanno un valore unico e assoluto legato a persone, luoghi, circostanze, emozioni, e per il momento in cui sono state realizzate.

Però c’è sempre un principio, l’attimo zero da cui tutto inizia, perché qualcosa cambia o ti cambia.

E chissà quale sarà l’immersione attoriale preferita di Malkovich, che, forse, in preda al suo eclettismo era stanco di – concedetemi il riferimento e il gioco di parole – Essere John Malkovich.

Miller scopre la fotografia a 16 anni, e ne fa lo scopo della sua vita. Quando vide per la prima volta una foto scattata da Irvin Penn a Pablo Picasso, non sapeva chi fossero né l’uno né l’altro. Ma quello scatto lo aveva ipnotizzato, probabilmente conteneva un messaggio per lui così potente da non potergli resistere.

Scattare foto alla gente (e non solo a persone importanti o a celebrità) è una testimonianza di storia, nodale per la ricostruzione di particolari, di fatti, di eventi. E tutti abbiamo una storia che si interseca con altre storie. Tutti abbiamo il nostro rullino da sfoggiare.

Se riesci ad entrare in contatto con le persone attraverso i loro occhi, puoi emozionarle nel profondo. Allo stesso modo, se riesci ad accogliere e stringere a te per un solo istante l’essenza di una personalità immortale e a farla rivivere, puoi arrivare al cuore di tutti coloro che nell’arte credono e di arte vivono.

a cura di Elena D’Ambrogio