Il nuovo Osservatorio INPS fotografa un mercato del lavoro in crescita, ma segnato da disuguaglianze profonde

Nel 2024 l’Osservatorio statistico dell’INPS sui lavoratori dipendenti del settore privato offre un’immagine lucida e dettagliata della struttura salariale italiana. Con 17,7 milioni di lavoratori censiti, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente, il mercato del lavoro appare dinamico sul fronte dell’occupazione, ma molto meno sul piano della distribuzione dei redditi. La retribuzione media annua si assesta a 24.486 euro, con una crescita del 3,4% rispetto al 2023, un segnale positivo che tuttavia non basta a colmare il divario tra le diverse categorie professionali.

L’ampiezza della forbice retributiva

Il dato più evidente è l’ampiezza della forbice retributiva. I dirigenti rappresentano il vertice della piramide salariale con un reddito medio annuo di 163.643 euro. All’estremo opposto, figure come i camerieri si fermano a 11.233 euro, una distanza superiore alle 14 volte. Questa differenza è il riflesso di un mercato polarizzato dove le possibilità di crescita economica non sono distribuite in modo uniforme.

Un altro elemento significativo riguarda i settori che stanno trainando l’aumento dell’occupazione. Ristorazione, commercio e costruzioni registrano i tassi di crescita più robusti, ma sono proprio quelli che continuano a offrire le retribuzioni più basse. La concentrazione dell’espansione in comparti caratterizzati da salari modesti contribuisce a mantenere stabile, se non ad ampliare, la distanza tra i lavoratori meglio e peggio retribuiti. A ciò si aggiunge una maggiore incidenza del part-time involontario e di contratti stagionali o discontinui, che comprimono ulteriormente i redditi medi individuali.

Troppe disuguaglianze

Il quadro complessivo restituito dall’INPS solleva domande cruciali sul futuro del mercato del lavoro italiano. La crescita occupazionale è certamente un segnale incoraggiante, ma rischia di essere neutralizzata dall’ampiezza delle disuguaglianze interne. Per ridurre la distanza tra chi guadagna di più e chi resta bloccato nelle fasce basse della distribuzione salariale sarà necessario intervenire sul versante della qualità del lavoro, della formazione e della produttività, affinché il miglioramento dei numeri complessivi si traduca in un reale progresso per tutti i lavoratori.

In assenza di politiche mirate, il divario tra vertici e base della piramide retributiva rischia di consolidarsi ulteriormente, creando un mercato del lavoro che cresce in quantità ma non in equità. L’Osservatorio INPS, con la chiarezza dei suoi dati, evidenzia che il nodo non è soltanto quanto si lavora, ma soprattutto come e a quali condizioni economiche si è occupati in Italia.

La classifica

Qualifica Retribuzione Media Annua Lorda (RAL):

Dirigenti € 163.643: rappresentano il vertice della piramide salariale e includono le quote variabili di retribuzione. Il loro reddito è circa 14 volte superiore a quello dei camerieri.

Quadri € 56.746: categoria intermedia con responsabilità gestionali e di coordinamento, al di sotto dei dirigenti.

Impiegati € 33.358: la categoria più ampia per numero di occupati, con una retribuzione che si colloca sopra la media generale.

Operai€ 18.227: costituiscono il nucleo produttivo del Paese (circa il 56% dei lavoratori dipendenti) e percepiscono un salario significativamente inferiore alla media.

Apprendisti€ 14.610: sebbene le loro retribuzioni siano in crescita, si trovano nella fascia più bassa, riflettendo la natura formativa e d’ingresso del loro contratto.

Camerieri (Settore Ristorazione)€ 11.233: categoria professionale tra le meno retribuite in assoluto (in base all’osservatorio specifico INPS), spesso a causa della forte stagionalità, del basso costo del lavoro nei settori di riferimento e del part-time involontario.

Dario Lessa