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Fatti mandare dalla mamma, ma non di domenica. Gianni Morandi travolto dalle polemiche

Matteo Osso | 19 Settembre 2016

Gianni Morandi

Povero Gianni! L’uomo che dal lontano 1962 accompagna le nostre giornate con la sua musica senza mai sbagliarne una, l’uomo […]

Povero Gianni! L’uomo che dal lontano 1962 accompagna le nostre giornate con la sua musica senza mai sbagliarne una, l’uomo che a settant’anni ha scoperto i social network diventandone il re, l’uomo che con la sua faccia facciosa da zio simpatico è entrato nelle case e nelle vite di qualche milione di italiani raccontando con aria ciondolante quello che gli capita nel quotidiano si ritrova messo alla gogna dai suoi stessi fans (o presunti tali) perché?
Perché va a fare la spesa di domenica!
Roba da matti.
E’ un singolare quanto pericoloso mix di perbenismo e terga pesanti, condito con salsa anacronistica. Ma c’è. Si potrebbe riassumere in:  “siamo nel 2016, viviamo in simbiosi con il telefonino perchè siamo moderni, facciamo la nail art e la depilazione al laser, compriamo le scarpe di Kanye West su Amazon, scarichiamo musica e andiamo a comandare, usiamo facebook per dire la nostra, perchè nel 2016 abbiamo acquisito la consapevolezza dei nostri diritti e, cari miei, nessuno può metterci l’anello al naso” e allo stesso tempo “siamo nel 1956, la domenica si va a messa e i negozi sono chiusi”.
No. Non funziona così. Se il progresso fa comodo quando si tratta di fare i fenomeni sul web, di giocare alla playstation, di rimorchiare sui siti, di non prendere la pioggia perchè il cancello si apre con un comando a distanza, allora bisogna farsene una ragione: in tutto il mondo esistono i centri commerciali,  e sono aperti anche di domenica. Cosa che consente a molte persone di poter vivere organizzando il tempo in modo migliore, e inevitabilmente chiede a delle altre persone di lavorare proprio quel giorno lì.
Antipatico? Forse. Ma così stanno le cose. Non possiamo atteggiarci a paese all’avanguardia quando ci piace l’idea e comportarci come un villaggio rurale dell’anteguerra quando ci gira male.
Lavorare è una necessità, ma il lavoro è anche una scelta. I contadini e gli allevatori da che mondo è mondo hanno sempre lavorato 7 giorni su 7, perchè le mucche non conoscono i giorni della settimana. Eppure nessuno si straccia le vesti gridando alla vergogna. E le tanto decantate famiglie di una volta si basavano largamente proprio su quelle attività lì.
Quindi, povero Gianni, lasciamolo in pace. Lui stesso per anni ha lavorato di notte e nei giorni di festa proprio per regalare a noi la gioia del divertimento. Non se ne è mai lamentato e, anzi, ha sempre messo tutto se stesso in quello che faceva. Non è un eroe né un santo, ma semplicemente un uomo coerente con le proprie scelte, e se una domenica ha voglia di accompagnare sua moglie al supermercato, lo facesse senza che nessuno gli tiri le orecchie, perchè che ci piaccia o no, nel 2016 i supermercati aprono anche di domenica.
Non vi sta bene? Le montagne sono piene di paesini disabitati dove manca internet, corrente elettrica e acqua corrente. Ma la domenica si sta tutti a casa.