Klaus Davi

Gossip

Klaus Davi: ‘Gli attentatori di Benestare? Me li rivelò un affiliato conosciuto su Grindr’

Niccolo Maggesi | 22 Luglio 2021

Klaus Davi svela: “A rivelarmi i nomi degli attentatori di Benestare è stato un affiliato su Grindr. Nella mafia insospettabile sottobosco gay”

Klaus Davi: anche la malavita usa Grindr

Una vicenda drammatica come quella dell’attentato alla vita del boss mafioso Franco Giorgio Benestare, consumatosi ad Archi, nella provincia di Reggio Calabria, ha anche un risvolto più frivolo. A raccontarlo è Klaus Davi, giornalista e personaggio televisivo che ha seguito ed è andato a fondo nella vicenda.

Nell’arco dei due mesi appena trascorsi Davi si è occupato del caso attraverso la rubrica I fuorilegge nel programma Web Fatti e Misfatti condotto da Paolo Liguori. Qui il giornalista ha puntato il dito contro due giovani di trentun anni legati al mondo mafioso, che lunedì scorso sono poi stati fermati dalla polizia di Archi.

Ma come ha fatto Klaus Davi a risalire all’identità dei presunti esecutori dell’incidente che avrebbe potuto rimescolare le carte della cosca arcota?

“Da dove ho avuto la notizia che mi ha fatto fare lo scoop? Da un affiliato conosciuto una sera su Grindr, un’applicazione per la ricerca di partner dedicata ai gay. Una sera chattavo sulla chat per incontri gay per curiosità, e mi ha contattato un uomo. Siamo rimasti per un po’ di tempo in contatto. Poi la sera dell’attentato a Benestare mi ha ricontattato chiedendomi di vedermi. Ci siamo incontrati e mi ha raccontato tutto, nomi dei presunti killer ma anche altri particolari che credo verranno confermati in futuro”.

Omosessualità e mafia

Il retroscena di Klaus Davi ci racconta dunque di un insospettabile sottobosco omosessuale all’interno di un’umanità che per tradizione si associa invece a un viscerale machismo.

“La storia della mafia iperetero mi sembra la balla del secolo,” insiste Davi, “una delle tante favole. Più in genrale, donne e gay hanno spettacolare intuito. In Usa, Germania, Francia e Inghilterra le Polizie hanno interi settori di investigatori e magistrati LGBT. Esistono veri e propri sindacati di poliziotti gay da ormai diversi anni, almeno fin dai primi 2000.

In Italia in questo siamo indietro: a parte alcune associazioni, come per esempio la brillante PolisAperta (Associazione LGBT Forze Armate e Polizia) attiva fin dal 2005, non ci sono iniziative paragonabili a ciò che si fa all’estero, e questa cosa è ridicola.

Gay e donne hanno una marcia in più. Leggono di più, studiano di più. Una ricerca Nielsen Usa lo certifica. Vediamo cose che altri non vedono. Abbiamo una marcia in più”.

Sull’identità del suo appuntamento, che gli ha consentito di far luce su una delle ultime e più silenziose dinamiche della ‘ndrangheta calabrese, Klaus Davi mantiene la bocca cucita. Ma puntualizza:

“Di omosessuali nella mafia ne conosco a decine, ma sono cose che mi tengo per me. Non vorrei fare una brutta fine… Gli omosessuali nelle mafie sono almeno il 20%”.