Tinto Brass con Caterina Varzi

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Tinto Brass si sposa ad 84 anni. Le nozze saranno celebrate il 3 agosto

Francesco Fredella | 23 Luglio 2017

Tinto Brass, storico regista del cinema a luci rosse, si sposa ad 84 anni. Le nozze con Caterina Varzi saranno […]

Tinto Brass, storico regista del cinema a luci rosse, si sposa ad 84 anni. Le nozze con Caterina Varzi saranno celebrate il prossimo il 3 agosto nella sua casa. “Mi ha fatto tornare quello che ero. È la mia Circe paziente. E poi è molto, molto sexy”, ha raccontato il regista al Corriere della Sera. Ma chi è Caterina Varzi? Avvocato e ricercatrice universitaria, dal 2009 è assistente di Tinto Brass.

“Quando non potrò badare a me stesso Caterina sceglierà per me la cosa giusta. Le consegno la chiave della mia vita, sicuro che lei la girerà al momento giusto. Eutanasia? Sì, voglio essere libero di decidere come morire, prima di perdere la dignità”, ha detto il regista che nel 2010 è stato colpito da un ictus.

Il “maestro dell’eros”, com’è stato spesso definito, è stato sposato con la sceneggiatrice Carla Cipriani (che è stata anche la sua assistente in molti film), morta nel 2006 a 76 anni. Dalla loro relazione sono nati Beatrice e Bonifacio.

La vita di Tinto Brass.  Nato a Milano il 26 marzo 1933, si è laureato in legge all’Università di Ferrara. Trasferitosi poi a Parigi con la moglie Carla Cipriani (detta Tinta), è stato archivista alla Cinematheque Française, una delle più prestigiose e ricche raccolte del mondo. Tornato in Italia, ha lavorato come aiuto regista di Alberto Cavalcanti, Joris Jvens, Roberto Rossellini.

Ha riscosso l’unanime attenzione della critica fin dalla sua opera prima: “Chi lavora è perduto” del 1963. Nel 1964 dirige i due episodi “L’uccellino” e “L’automobile” del film “La mia Signora”, con Silvana Mangano e Alberto Sordi. Nello stesso anno e con gli stessi attori realizza “Il disco volante”. Seguono numerose altre pellicole tra cui vale la pena ricordare “L’urlo” del 1968, un trasgressivo specchio poetico di un’epoca, ma la censura ne impedisce la proiezione fino al ’74.

Nel 1976 realizza un successo mondiale con “Io, Caligola” di cui decide di non firmare la regia a causa di alcuni problemi con la produzione che lo ha escluso dal montaggio.

Numerose sono ancora le pellicole firmate Tinto Brass in cui il regista spiega ed esplora i meandri dell’erotismo. Il più famoso sei quali è “La Chiave” con Stefania Sandrelli

Tra le pellicole più recenti nel 2002 dirige Anna Galiena e Gabriel Garko in “Senso ’45”, liberamente ispirato al racconto “Senso” di Camillo Boito. Nel 2003 torna invece alla commedia erotica con il film a episodi “Fallo!”. Tinto Brass ha sempre curato personalmente il montaggio di tutti i suoi film, il che dona alla sua opera un’unità espressiva da cinema d’autore.

Il regista ha diretto anche in teatro opere come “Pranzo di famiglia” di Roberto Lerici (1973), uno spettacolo ripreso per cinque volte, con la stessa regia, fino al 1986, anno in cui, invitato a New York, riscosse un successo di critica e di pubblico.

Nel 1976 ha diretto “L’uomo di sabbia” di Riccardo Rehim, e nel 1990 “Lulu” di Wedekind. Nel 2006, anno della scomparsa dell’inseparabile moglie,  la Cinémathèque Française di Parigi ha dedicato a Tinto Brass un omaggio-retrospettiva dal titolo “Eloge de la chair” (Elogio della carne), con la proiezione nella prestigiosa sala dei Grands Boulevards parigini di 10 film del “più erotomane dei cineasti ma anche del più cineasta degli erotomani”.

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