Veneto, Campania e Puglia: urne aperte il 23 e 24 novembre per le regionali
Come si vota, chi sono i candidati e quali scenari si profilano. In questo fine settimana, domenica 23 e lunedì…
Come si vota, chi sono i candidati e quali scenari si profilano.
In questo fine settimana, domenica 23 e lunedì 24 novembre, gli elettori del Veneto, della Campania e della Puglia sono chiamati alle urne per eleggere i presidenti di Regione e rinnovare i rispettivi Consigli regionali. È un appuntamento elettorale di grande rilievo: in totale, più di 12 milioni di cittadini in queste tre regioni potranno esprimere la propria preferenza.
Come si vota
I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Per votare è necessario presentarsi con un documento di identità valido e la tessera elettorale: chi l’ha smarrita può rivolgersi all’ufficio elettorale del proprio comune per ottenerla.
La scheda elettorale riporta i nomi dei candidati alla presidenza e i simboli delle liste che li sostengono. L’elettore può scegliere di segnare solamente il nome del candidato presidente, oppure una lista: in quest’ultimo caso il voto «trasla» automaticamente al candidato collegato. È inoltre possibile esprimere sia il voto per il presidente che per una lista della sua coalizione.
Importante novità: è consentito il voto disgiunto, cioè barrare il nome di un candidato alla presidenza e contemporaneamente il simbolo di una lista non collegata. Per la parte destinata al Consiglio regionale, si possono indicare una o due preferenze, a condizione che siano per candidati di sesso diverso appartenenti alla stessa lista: se vengono scritti due nomi dello stesso sesso, il secondo non viene conteggiato.
La carica di presidente viene assegnata semplicemente al candidato che ottiene più voti (non è previsto un ballottaggio). Le modalità di assegnazione dei seggi nei Consigli regionali variano a seconda della legge elettorale regionale, con soglie di sbarramento e meccanismi di distribuzione dei seggi che dipendono da ciascuna regione.
I candidati: chi si gioca la guida delle Regioni
Veneto
Nel Veneto, regione storicamente governata dal centrodestra, il nome da segnalare per il centrodestra è Alberto Stefani, deputato della Lega e vicesegretario del partito, sostenuto da una coalizione che comprende Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Liga Veneta Repubblica.
Lo sfidante principale è Giovanni Manildo, esponente del centrosinistra: ex sindaco di Treviso, corre con il PD, il Movimento 5 Stelle, +Europa, Volt, Psi e altre liste civiche e progressive. Altri candidati in corsa sono Fabio Bui (Popolari per il Veneto), Marco Rizzo (Democrazia sovrana popolare) e Riccardo Szumski (Resistere).
Campania
In Campania, non potrà ricandidarsi il presidente uscente Vincenzo De Luca, dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma che avrebbe consentito un terzo mandato. Il centrosinistra ha scelto Roberto Fico, già presidente della Camera e figura di primo piano del Movimento 5 Stelle, sostenuto anche dal PD e da altre forze politiche di “campo largo”.
Sullo schieramento di centrodestra corre Edmondo Cirielli, viceministro agli Affari esteri ed esponente di Fratelli d’Italia, appoggiato anche da FI, Lega, Udc, Noi Moderati, Democrazia Cristiana e altre formazioni. Altri candidati includono Nicola Campanile (“Per – per le persone e la Comunità”), Giuliano Granato (Campania Popolare), Carlo Arnese (Forza del Popolo) e Stefano Bandecchi (Dimensione Bandecchi).
Puglia
In Puglia, dopo due mandati consecutivi, l’attuale presidente Michele Emiliano non è più in campo. Il centrosinistra punta su Antonio Decaro, già sindaco di Bari e oggi europarlamentare Pd, con una coalizione che include M5S, Verdi, liste civiche e altre formazioni progressiste. Il centrodestra sostiene Luigi Lobuono, imprenditore barese, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati e altre liste civiche.
Tra le candidature minori, figurano Ada Donno, docente e attivista, portavoce della lista “Puglia Pacifista e Popolare” (che include PCI, Potere al Popolo, Risorgimento Socialista), e Sabino Mangano, sostenuto dall’“Alleanza Civica per la Puglia” con altre liste civiche.
Retroscena e scenari
Le elezioni di fine novembre assumono un peso politico non banale, perché vanno a ridefinire l’equilibrio nelle tre regioni strategiche. In Veneto, l’addio di Luca Zaia, che non si ricandida, apre uno spazio di sfida: Alberto Stefani incarna il passaggio generazionale per il centrodestra veneto, ma dovrà dimostrare di poter consolidare il consenso su un territorio che da anni è presidio leghista.
In Campania, la partita è segnata da un cambio netto: la fine del ciclo De Luca è, per molti, l’inizio di una nuova stagione. Il centrosinistra con Fico ha puntato su una figura che unisce l’esperienza politica a una forte visibilità mediatica, mentre il centrodestra con Cirielli prova a capitalizzare sull’attuale frattura generazionale e sulla fame di rinnovamento. Il varo del ricorso alla Consulta che ha bloccato il terzo mandato di De Luca è un precedente rilevante, che ha acceso il dibattito sulla legge elettorale e su quali limiti debbano essere posti ai mandati pubblici.
In Puglia, Decaro parte con un forte appeal: non solo per il suo passato amministrativo, ma anche per la visione nazionale che può portare con sé. Tuttavia, la concorrenza di Lobuono non va sottovalutata: la coalizione di centrodestra punta su una figura civica, imprenditoriale, capace di attrarre non solo l’elettorato di destra tradizionale ma anche elettori moderati in cerca di un’alternativa. Ad aggiungere profondità al confronto ci sono Donno e Mangano, le cui liste alternative potrebbero giocare ruoli di peso, soprattutto se il risultato tra i due poli principali sarà molto equilibrato.
In tutte e tre le regioni, lo scrutinio inizierà non appena chiuderanno le urne lunedì: un momento molto atteso, perché i dati iniziali potranno offrire un’anticipazione delle dinamiche politiche future.