Francesco Schettino è in carcere a Rebibbia dopo essersi costituito. La Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per strage inflitta dalla Corte d’Appello di Firenze. I legali del capitano della Costa Concordia – naufragata al largo dell’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012 (persero la vita 32 persone tra i 4.229 passeggeri a bordo) – potrebbero ricorrere alla Corte Europea. «Aspettiamo le motivazioni della Cassazione ma ritengo che nel processo a Schettino ci siano state una serie di violazioni dei diritti di difesa e faremo ricorso a Strasburgo», hanno detto gli avvocati di Schettino, che qualche mese fa ha pubblicato un video su Youtube per raccontare la sua versione dei fatti sulla tragica notte del naufragio.
Dopo la decisione dei giudici della suprema Corte ha parlato anche l’ex procuratore di Grosseto Francesco Verusio, che ha detto: «Questa sentenza dimostra che la procura di Grosseto ha lavorato bene, anche se alla fine mi dispiace umanamente».
Schettino, invece, prima della sentenza della Cassazione ha parlato con i suoi legali dicendo: «Busso al carcere perché credo nella giustizia». Nessuna dichiarazione è arrivata da Gregorio De Falco, l’ufficiale della capitaneria di porto di Livorno che guidò i soccorsi e invano ordinò a Schettino di risalire a bordo in una telefonata diventata virale.
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