Figlio della libertà e di una generazione che sapeva che qualcosa sarebbe successo, Claudio Amendola arriva alla data dei suoi 60 anni (li compie il 16 febbraio) con piena soddisfazione di essere andato appresso alla vita.

Personaggio che da sempre richiama amore e simpatia, in quarant’anni di carriera ha cavalcato sapientemente le più ricorrenti etichette che gli sono state affibbiate, quali sex symbol e uomo verace, “coatto” – come dice Elodie di sé.

Se le etichette le assegna il pubblico, vanno rispettate.

Sul fascino di Claudio non ci sono dubbi. Amabile e seducente continua a essere oggetto di attenzioni. Interpretare il coatto (quindi i panni di personaggi di estrazione sociale proletaria, che non è di certo la sua), nei primi anni di carriera gli è servito da passaporto immediato per la notorietà. Anche perché è subito emerso il suo affetto nei confronti di coloro che ha imitato con spontaneità rustica e stuzzicante. Si può affermare che abbia funzionato.

L’esordio da attore

Gli inizi del mestiere di attore lo hanno visto abbastanza recalcitrante. Spinto dall’insistenza della mamma, la famosa doppiatrice e attrice Rita Savagnone, a fare un provino per quelli che allora erano gli sceneggiati televisivi.

Nonostante si fosse presentato solo per le continue pressioni materne, fu scelto. Non sentiva ardere il sacro fuoco per la recitazione, che non sapeva ancora di avere. Ma poteva contare sul DNA e sul fatto che si divertì molto.

È dopo il film Soldati, 365 giorni all’alba di Dino Risi (anno 1987), che scopre di voler essere attore. Poi, per grandi salti, Mary per sempre, Ultrà, Caterina va in città, Noi e la Giulia e Come un gatto in tangenziale, insieme a tanti incontri fondamentali, lo hanno consacrato e gli hanno fatto capire che la scelta è stata giusta.

I registi Bolognini, Steno, Franco Rossi, Virzì sono stati la svolta. È anche vero che negli anni ’70 e ’80 i ragazzi non avevano grandi difficoltà a collocarsi nel mondo del lavoro, né erano attanagliati da dubbi sul domani che invece tormentano i nostri giovani e preoccupano tutti noi.

Amendola è così, indiscutibilmente, uno dei più noti e apprezzati attori italiani.

Nel corso della sua lunga carriera ha regalato al pubblico indimenticabili interpretazioni, sia sul grande che sul piccolo schermo.

Il successo dei Cesaroni

Tra i più noti ruoli da lui interpretati c’è sicuramente quello di Giulio ne I Cesaroni, fiction Mediaset che ha goduto di grande longevità.

Una vita nella vita, dove il quartiere Garbatella diventa la città dei protagonisti e la vita quotidiana racconto in cui immedesimarsi. Mondi diversi che si incontrano e si scontrano.

Le donne, in casa Cesaroni, sono un cataclisma che spesso mina la serenità familiare, “che amarezza”.

Per contro, gli uomini, abituati a vivere con i calzini sui lampadari, sono felicemente rassegnati a essere guidati da questo sistema matriarcale scortato dalla grande Elena Sofia Ricci.

Tutto e tutti transitano in casa Cesaroni, con vera complicità.

Claudio Amendola, nei panni dell’oste buono e di sani principi, vive il suo personaggio come una seconda pelle, il ragazzo ribelle che ama le fughe ma che alla fine torna a casa. È quello con cui puoi scherzare su tutto, tranne che sulla Roma, sua unica fede anche nella vita reale.

Alla soglia dei suoi 60 anni Claudio Amendola vive la serenità di chi ha fatto, nelle età giuste, le cose giuste per quell’età. Motivo per cui non ha mai dovuto rinunciare al suo modo di essere, con quella leggerezza adeguata ai suoi passi e ai vari passaggi che ha compiuto.

Il confronto con papà Ferruccio, e i figli

Certo ha dovuto confrontarsi con l’enorme fama di suo papà, Ferruccio Amendola, che è stato un gigante del mondo dello spettacolo.

Quando Claudio viene riconosciuto per strada non è insolito il commento: “Tu sei bravo, ma tu padre…”. Ma quell’antagonismo sano è stato vissuto con amore.

Come meravigliosa è stata l’esperienza di essere diventato padre in due età diverse. Dal primo matrimonio con Marina Grande, doppiatrice di fama internazionale, 20 anni lui 17 lei, nascono Alessia e Giulia.

I neo-genitori, tanto giovani, sono diventati adulti con assoluta naturalezza, crescendo le loro bimbe ora donne.

Rocco, il figlio nato dal grande amore con Francesca Neri, ha trovato invece un padre quarantenne. E appagante è stata la gioia di essere diventato nonno a soli 47 anni grazie alla figlia Alessia e a suo figlio Diego, nato nel 2010.

Attore che ha interpretato infinite umanità di un paese in continuo mutamento, ha contribuito a essere un esportatore sano della commedia all’italiana.

Esordisce come regista con La mossa del pinguino, film poetico e sociale. A lui, che piace tanto raccontare per immagini, calza perfettamente questa storia che mette in scena gli argomenti che più lo rappresentano: amicizia, sogno e sport.

Una vita professionale e privata appagante, che non lo esonera da momenti dolorosi e qualche rimpianto.

La separazione da Francesca Neri

Dopo 25 anni d’amore termina il suo matrimonio con Francesca Neri, celebrato a New York nel 2010 dopo un lunghissimo fidanzamento. Un amore così forte, così oltre tutto l’immaginabile. Un amore che fa sentire unici, prescelti, finisce.

L’attrice, affetta da una malattia cronica che le ha scombussolato la vita e probabilmente anche la coppia, ha reso pubblico il suo male di vivere degli ultimi anni, devastata da sofferenze continue.

Claudio le è sempre stato vicino, considerandolo un compito da marito e non un sacrificio. Nonostante ciò l’estate scorsa qualcosa è cambiato, e la favola di una grande storia d’amore si è dissolta, senza clamori.

In fondo, volersi davvero bene, anche se l’amore che tiene insieme una coppia finisce, vuol dire non farsi poi del male e mantenere il rispetto.

È innegabile che ciò scaturisca tristezza e un certo stupore nel pubblico che tanto ha ammirato una delle coppie più seducenti e affiatate del mondo dello spettacolo italiano.

Un nuovo amore?

C’è chi sostiene che potrebbe esserci un’altra persona accanto all’affascinante Claudio, che però continua a mantenere ben serbata la vita privata.

Prendendosi cura anche della sua salute, particolarmente dopo lo spavento del lieve infarto che lo ha colpito nel 2017, per il quale il rischio corso è stato notevole. Ma ne è uscito grato alla vita, a tutto ciò che ha realizzato, e anche dimagrito. Le sue riflessioni sul tempo che passa lo vedono riconoscente per la fortuna di una vita vissuta al meglio di come ha desiderato.

Felice di aver potuto vivere con spontaneità gli anni giovanili, per poi cedere il passo all’esperienza che ti butta nel mestiere in modo più tecnico. Ma non meno sentimentale, se ci si continua a divertire.

Immancabile il pensiero alla sua amata città, Roma, un dolmen di ricordi meravigliosi. Soprattutto per i Romani che, oggi, se ne contano pochi.

Auguri Claudio Amendola, la tua Storia di amore e di amicizia ti rimane salda per quell’indole di chi, come te, la vita se la mangia.

a cura di Elena D’Ambrogio