Elena D'Ambrogio Novella 2000 n. 47 2023

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Alla ricerca di… Maria Callas, il secolo del mito

Redazione | 9 Novembre 2023

Il centenario dalla nascita di Maria Callas e una mostra speciale alla Scala di Milano spingono Elena D’Ambrogio a celebrare il mito

Qualche volta c’è un prima e c’è un dopo. Sicuramente l’incredibile personalità artistica della Divina – così come Maria Callas è stata ribattezzata dal suo pubblico – ha rappresentato un autentico spartiacque. Una grande voce – definita anche dal Maestro Serafini una grande “vociaccia” – che ha trasformato il mondo dell’opera. Diva tra le dive, ha attraversato il secolo scorso riflessa nella sua voce.

Callas l’artista e Maria la donna, storie affascinanti. Una delle grandi tragedie d’amore del nostro tempo. Una donna indifesa, affascinata dall’idea di raggiungere le note alte, era destinata a raggiungere qualsiasi traguardo.

Non la si poteva definire bella: era sgraziata, massiccia. Zeffirelli la definì imponente come la statua della libertà.

Il successo arrivò presto per Maria, che ha saputo plasmare la sua voce e trasformare anche il suo corpo. In pochi mesi riuscì a perdere oltre trenta chili. I sacrifici le resero merito: Maria donna aveva raggiunto i livelli della Callas artista.

Se però riuscì a piegare la voce e il fisico alla sua volontà, non sempre la battaglia le fu facile con il pubblico e la critica.

È indubbio che sul palcoscenico fosse come posseduta, estraniata da tutto, impersonava i ruoli alla perfezione, incantava. Portò nell’opera il dramma, allora ancora sconosciuto.

Una mostra per ricordare il mito

Dalla Grecia in Italia come in un sol mondo, il successo iniziava la sua espansione: dapprima all’arena di Verona e poi a Milano, alla Scala, interpretando I Vespri Siciliani, il trionfo fu assoluto.

E proprio al teatro alla Scala, dal 17 novembre prossimo, verrà allestita la mostra Fantasmagoria Callas, che celebra i 100 anni dalla nascita, con un programma che prevede la partecipazione di cinque voci importanti: Giorgio Armani, Alvin Curran, Latifa Echakhch, Mario Martone e Francesco Vezzoli. Un omaggio che si somma alla mostra allestita alle Gallerie d’Italia, sempre a Milano: Maria Callas. Ritratti dall’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, a cura di Aldo Grasso, fino al 18 febbraio.

La Callas nei suoi anni d’oro incontra Luchino Visconti, che la inonda con il suo fascino e la sua vanagloria. Maria aveva tutte le caratteristiche per diventare la donna più affascinante del palcoscenico, e il regista la mise su un piedistallo per se stesso e per gli altri.

Non è banale vedere nella storia della Callas una favola. Lei era il brutto anatroccolo che si è trasformato in cigno. Aveva una voce che si è fatta notare fin da bambina, ma che non veniva capita, in un corpo che nessuno amava. L’assunto di importanti blocchi psicologici, che le derivavano dall’infanzia, furono la sua prima tragedia sentimentale.

Una madre ambiziosa di cui non conobbe mai l’affetto, la gelosia di una sorella bellissima. Situazioni che le lasciarono addosso segni indelebili, esorcizzati solo con il canto, sul suo palcoscenico. La sua rivalsa, ma anche il prezzo da pagare, di essere il cigno.

Il matrimonio… e il vero amore

Sposò l’industriale Gianbattista Meneghini, uomo d’affari, astuto anche con la moglie, di cui diventò agente. Per Maria fu una guida, la sicurezza, l’idea di famiglia di cui tanto aveva bisogno.

Li univa l’affetto, ma non quel legame travolgente che ti scioglie. Il soprano iniziò a diventare intollerante, spigolosa, insofferente. Il pessimo carattere della Callas era noto.

Poi, per la Divina qualcosa cambiò. All’Opera di Parigi, cantando Casta Diva, conquista le attenzioni del magnate Aristotele Onassis. Tra di loro scoppia un amore travolgente e drammatico.

Nell’estate del ’59, la passione tra Maria Callas e Onassis esplode sotto il sole torrido della Grecia. Per il soprano, che ha dedicato tutta la vita al canto, sacrificando quella sentimentale, le attenzioni di un uomo, di vent’anni più vecchio, potente, e greco come lei, rappresentano il suo compimento di donna, il suo sogno, destinato a durare poco.

Maria è in totale balia dell’uomo che la inquieta e la attrae. Per lui si allontana dal palcoscenico, la sua voce non risponde più alla sua volontà.

Maria è giovane e spera in un futuro felice, ma le cose andranno diversamente.

Dai giornali apprenderà la notizia che il suo Aristotele sposerà la vedova Kennedy, Jaqueline. Una notizia che le spezza il cuore e che la riporterà al suo mondo fatto di solitudine e tristezza, fino alla fine dei suoi giorni.

L’amicizia con Pasolini

Ogni tentativo di elaborare l’abbandono sarà vano. Unica eccezione, forse, è l’incontro con Pier Paolo Pasolini, che dirà di lei: “A parte mia madre è l’unica donna che abbia mai amato”.

Al fascino della Callas non poté resistere nemmeno lui, che fece interpretare a un mito greco Medea.

Un momento di fragilità nascosta che pare un colpo di fulmine. Entrambi colmano la propria voragine interiore. Ma la purezza del sentimento che pervade Pasolini ha il suo limite, con cui neanche Maria poté misurarsi. Un cuore perennemente infranto non ha retto, e all’età di soli 53 anni cessa di battere, lasciando in vita una leggenda indelebile, che val bene un altro film, in cui la Divina sarà interpretata da Angelina Jolie. Perchè, come diceva Franco Zeffirelli, “La congiunzione di stelle che si sono incontrate per creare un astro così completo e perfetto come Maria Callas non potrà ripetersi mai più”.

a cura di Elena D’Ambrogio