Con le sue amiche del cuore sempre al collo, la Nikon o la Leica, Massimo Capodanno, classe 1944, ha raccontato il nostro paese e i suoi cambiamenti, con al centro dell’obiettivo personaggi e contesti di cui fermare immagini indimenticabili.

Sosteneva che la fotografia a volte è anche fortuna, perché non si sa mai in cosa ci si può imbattere. E lui è nato pronto per afferrare la notizia. Dalla brutalità degli anni di piombo ai grandi nomi della politica (noto è l’aneddoto in cui Giulio Andreotti, il quale si trovava in Siria per incontrare Assad, colto dal flash del fotoreporter gli disse che aveva dato modo a Forattini di realizzare il suo sogno).

Alle tragedie che hanno sconvolto l’Italia, ai presidenti della Repubblica e ai Papi che si sono succeduti.

Molteplici anche le missioni all’estero, cui ha partecipato come inviato. Ma anche inseguendo costume, debolezze e indiscrezioni su personaggi o grandi avvenimenti della società, sempre ponendo particolare attenzione alle storie di persone.

Gli esordi

Romano di nascita, gli esordi lo vedono apprendista scultore e pittore. La sua formazione è iniziata a Milano e proseguita a Londra per approdare poi, di ritorno a Roma, all’Agenzia Ansa. Con questa ha collaborato fino alla pensione.

Ha raccontato la storia del secolo scorso, da testimone attento e appassionato. Con le sue istantanee ha rappresentato le tante contraddizioni che si sono avvicendate. Senza però mai abbandonare il suo grande amore per l’arte, che emerge con forza e malinconia negli scatti dedicati ai grandi protagonisti del cinema e della televisione: Mastroianni, De Filippo, Gassman, Dalla, Raffaella Carrà, Morandi, Modugno, e tanti altri.

Una vita militata nel giornalismo, senza perdere l’attitudine raffinata di artista di grande sensibilità, come ci raccontano le emozionanti immagini scattate nella sua adorata Positano. Città che gli sta dedicando una mostra dal titolo immediato Retrospettiva – Massimo Capodanno, inaugurata nello scorso mese di aprile, con una rassegna artistico-culturale che tiene vivo il ricordo dell’uomo, e del grande reporter che è stato, e che viene ricordato con vivo orgoglio nazionale.

Il racconto della sua vita vissuta con intensità la si può ammirare nei 50 scatti di grande autenticità esposti.

Cominciò a frequentare Positano nel ’72, dopo aver conosciuto sua moglie. Ma vi si trasferì stabilmente nel 2007, quando andò in pensione, dopo 34 anni di lavoro all’Agenzia giornalistica Ansa.

La formazione

Massimo si avvicinò alla fotografia per caso. Era inizialmente molto attratto dall’arte. A Milano iniziò a lavorare come grafico e si ritrovò a fotografare i vernissage degli artisti. Ma è a Londra, dove fu assistente di importanti fotografi di moda, che capisce che quella sarebbe stata la sua strada, che è poi stata la sua fortuna.

Il ritorno a Roma lo vede collaboratore dell’Ufficio stampa della Rai, del Messaggero. Fino al ’73, quando assunto all’Ansa inizia la realizzazione dei suoi imperdibili servizi.

Scopre la cronaca nera, entrando nella crudezza degli avvenimenti colti sul fatto, per tanti versi affascinante ma anche terribilmente complicata. Poi si affina nel giornalismo politico che gli era più congeniale.

Massimo Capodanno non è riuscito a fare a meno del suo legame indissolubile con la macchina fotografica, divenuta di fatto una compagna di viaggio senza tempo, neanche quando ha fatto di Positano il suo buen retiro. Anzi ha potuto realizzare il sogno di dedicarsi completamente a questa città di adozione che rappresentava il suo secondo amore, e dove ha vissuto fino alla morte, avvenuta nel 2022.

L’amore per Positano

Ha raccontato Positano sotto ogni cielo, cogliendo ogni singolo avvenimento. Ogni scatto ha rappresentato una vera creazione d’arte e un racconto.

Amava esprimersi fotografando, mostrare le sue foto era dare notizia di qualcosa, era creare qualcosa. Riprendendo sempre la realtà nel rispetto del prossimo, trovando la notizia nei piccoli come nei grandi fatti della vita.

A Positano ha scoperto l’amore per il mare, le barche, la pesca, i pescatori, persone e personaggi che vivono una vita vera, difficile ma appassionante.

Raccontava con gli scatti ciò che colpiva la sua curiosità e la sua fantasia, mettendoci tutta la sua esperienza affettiva e professionale per cogliere l’espressione e l’attimo che descrivono il fatto e danno corpo alla notizia, senza mai infrangere la verità che li accompagna.

Un lavoro voluto in bianco e nero per esaltare i sentimenti sui volti, per sottolineare emozioni, a volte la drammaticità degli avvenimenti, raccolti nelle sue fotografie che rappresentano l’archivio della memoria, lo scrigno di una vita, quasi un libro di storia.

Il lungo viaggio di Capodanno è riassunto in questa mostra Retrospettiva, che racconta la storia e i costumi di un’epoca sulle note delle sue immagini.

Patrocinata dal comune di Positano è un omaggio di coloro che hanno adottato un amico, oltre che una persona stimata professionalmente per tutto il lavoro svolto, che con le sue testimonianze ha consegnato alla storia.

Sempre sul posto al momento giusto, sempre davanti in prima fila a raccontare giorno dopo giorno la vita che appartiene a tutti.

In una Positano fervente di eventi, ma anche dolce nel regalare momenti di autentica semplicità e di appartenenza alla natura, pullulante di turismo ma anche dei grandi silenzi. Di quel paese verticale affascinante, anche se faticoso da percorrere tra i suoi sali e scendi e i suoi scalini. Aspettando sempre la foto che Massimo avrebbe fatto domani, la migliore.

a cura di Elena D’Ambrogio