Amatrice è tornata a sorridere: riaperto il palazzetto dello sport

Francesco Fredella | 11 Novembre 2017

La promessa è stata mantenuta. Stiamo parlando di una storia a lieto fine dove, per fortuna, la burocrazia e i […]

La promessa è stata mantenuta. Stiamo parlando di una storia a lieto fine dove, per fortuna, la burocrazia e i suoi tempi solitamente biblici non hanno avuto il sopravvento: ad Amatrice ha vinto il buonsenso e la cittadina laziale, devastata dal terremoto con 239 vittime, ha potuto riavere in tempi record il suo palazzetto dello sport. «Fino al 5 agosto scorso Amatrice era ancora una cittadina fantasma, senza nemmeno un negozio. Adesso ci sono 1500 abitanti e la vita è ricominciata», ha raccontato il sindaco Sergio Pirozzi.

Sindaco, Pirozzi ha salutato con gioia l’arrivo di una nuova ventata di sport nella città che l’Italia intera ha abbracciato in questi mesi con tante iniziative solidali.

«Il palazzetto dello sport era stata l’unica opera pubblica rimasta agibile dopo il sisma del 24 agosto 2016 ed è lì che si svolsero i primi atti della fase di emergenza. Successivamente, ospitò le prime lezioni del liceo scientifico.Poi venne chiusa per inagibilità. La ristrutturazione, costata 190 mila euro, è stata resa possibile grazie ad un protocollo di intesa tra Fondazione Giulio Onesti-Accademia olimpica nazionale italiana, Coni e Comune di Amatrice. Tutto grazie agli italiani e io sono fiero di essere italiano».

Ci auguriamo che qui nascano tanti campioni

«Chi ha vissuto l’esperienza del terremoto si è già laureato campione. Ha già vinto perché ha superato momenti difficilissimi. Io voglio che questa terra ricominci un nuovo cammino come sta accadendo. Mi riempie di gioia la notizia che hanno riaperto otto ristoranti, che ci sia un nuovo campo da calcio e che ci siano  nuovi giardini. Tutto è stato realizzato grazie agli italiani. Ma stiamo ancora togliendo le macerie. Per la verità se ne sta occupando la Regione. Stiamo parlando di un milione di metri cubi da smaltire».

Nella fase post terremoto ha avuto modo di toccare con mano la sensibilità di tutti gli italiani e non solo: le donazioni sono arrivate da tutto il mondo.

«Pensate che dopo 5 giorni da sisma ho aperto un conto corrente. Abbiamo raccolto 11 milioni di euro. Quei soldi ci sono serviti per fronteggiare le emergenze. La vera battaglia è stata fare in modo che la gente rimasse qui con misure economiche mirate. Grazie a quei soldi l’ho potuto fare».

E lo Stato ha fatto la sua parte?

«Sicuramente nella fase successiva al sisma lo Stato ha mostrato tutta la sua forza. Pensate ai Vigili del fuoco, agli alpini, alla Protezione civile e ai corpi militari e non che si sono prodigati per noi. Ma la ricostruzione è lenta. Purtroppo».

Lei ha utilizzato parole molto forti sugli sms solidali dicendo he quei fondi sarebbero stati utilizzati per tutt’altro scopo e non sarebbero mai arrivati ad Amatrice.

«Ho sempre detto che la gestione degli sms è stata scandalosa. E’ stato un grave errore perché si è creata confusione. Sono soddisfatto, invece, di quello che sta succedendo ad Amatrice perché in Italia e nel mondo c’è molta solidarietà. Le istituzioni siamo anche noi. E non ci siamo mai sentiti abbandonati. Tornando agli sms solidali credo che quei soldi dovrebbero andare nella disponibilità dei sindaci per poter operare sul tessuto sociale. Chi ha donato uno o due euro è come se avesse regalato un piatto di pasta ai terremotati. Andiamo avanti e ricostruiamo Amatrice. Tutti uniti».

 

 

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