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Cosa hanno in comune Drake, Justin Bieber e Kanye West?

Matteo Osso | 2 Febbraio 2017

drake Justin Bieber Kanye West

Breaking news: sono uniti nella protesta. Non per la conquista di diritti civili negati, non a favore di una causa […]

Breaking news: sono uniti nella protesta.

Non per la conquista di diritti civili negati, non a favore di una causa animalista (magari anche quello), non a pro o contro il nuovo, discusso, Presidente.

Loro protestano contro i Grammy Awards. Una vera istituzione nel mondo della musica internazionale, la stessa istituzione alla quale hanno orgogliosamente preso parte, quando è stato loro proposto.

Sono per vecchi, non tengono conto delle voci nuove sul panorama giovanile, con particolare riferimento alla scena afro americana. Ecco l’accusa. Un’accusa non da poco, se consideriamo che negli USA oggi più che mai si presta attenzione maniacale al politically correct e che oltre alla presunta dimenticanza delle giovani generazioni qui si subodora un velato profumo di razzismo… Sarà vero? Sarà falso?

Questo è lo stato dell’opera: i tre artisti, Drake, Justin Bieber e Kanye West,  hanno tutti ricevuto diverse nomination, ma unanimemente sembrano fermi nella convinzione di andarsene allegramente per i fatti loro quella sera lì, così imparano (gli organizzatori) a organizzare i premi come si deve.

Ora, senza scivolare nella banalissima tentazione di osservare come esistano altre priorità che fare le pulci a chi organizza i Grammy Awards, nomination e conseguenti vittorie non sono il segno di una carriera che per quanto giovane ha già consolidato risultati significativi, che generano appunto le nomination da cui si assegnano i premi? Altra domanda: Justin Bieber sarebbe quindi un vecchio? Perché se questo è il caso, allora tanti saluti a tutti, chi vi scrive è un dinosauro senza futuro…

A dirla tutta verrebbe da pensare che i giovani talenti non siano esclusi per definizione, ma che semplicemente per quanto talentuosi debbano aspettare di essere convocati ed entrare anche loro a pieno titolo nel novero delle grandi star, dimostrando con i fatti di avere davvero conquistato il cuore del pubblico e di non essere un fuoco di paglia. Che di per sé potrebbe non essere un ragionamento sbagliato…  Se poi dietro ci siano macchinamenti delle potenze discografiche è materia oggetto di segreto di stato, possiamo supporre ma non affermare.

Fatto sta, cari vecchietti, che se volevate andare a mangiarvi una pizza in compagnia anziché passare la serata sul palco a sorridere ai fotografi la scelta è indubbiamente legittima, ma si poteva fare anche senza sollevare tutto questo polverone. O no?

Come recitava il vecchio adagio: il buon silenzio non fu mai detto…