Cosima Buccoliero, direttrice della Casa Circondariale Sanquirico di Monza, ci racconta il progetto

Nella Casa Circondariale Sanquirico di Monza si è tenuto un incontro che ha riunito Lazza, Emis Killa e i detenuti coinvolti nel progetto Free for Music, iniziativa promossa e finanziata da Orangle Records con la supervisione socio-educativa di Paolo Piffer. Non è stato un concerto né una visita di cortesia, ma una mattinata di lavoro pensata per lasciare ai detenuti uno spazio concreto di espressione e una prospettiva professionale. Ce ne ha parlato la direttrice della casa Circondariale di Monza Cosima Buccoliero.

L’ingresso di Emis Killa e Lazza nel carcere di Monza

Domanda d’obbligo: come nasce il progetto Free For Music, come si è sviluppato e in cosa consiste?

«Nasce grazie alla volontà di un operatore, il consigliere comunale Paolo Piffer, che già si era occupato di vari progetti con noi. Ci ha proposto un’iniziativa della Orangle Records già in corso in altri istituti. Quando Paolo ci ha domandato se era possibile farlo anche a Monza abbiamo accettato subito. Si è verificato ultimamente un considerevole aumento di giovani detenuti e i modi più immediati per “agganciarli” sono la musica e lo sport. Infatti c’è stata una grandissima partecipazione e adesione al progetto. Alcuni di loro sognano di fare musica o di scrivere canzoni».

Cosima Buccoliero, direttrice della Casa Circondaliare di Monza

Com’è andato il confronto tra Emis Killa, Lezza e i detenuti coinvolti nel progetto?

«I due artisti sono stati bravissimi e sono riusciti a trasmettere passione. Si sono svolti due incontri: il primo con una platea più numerosa, per tutti, il secondo con i detenuti che hanno aderito al progetto. In entrambi i casi Amis Killa e Lazza hanno dato consigli utilissimi e sono stati molto propositivi. Hanno parlato, anche in base delle loro esperienze, della “seconda chance”: c’è sempre un’altra possibilità, per tutti. Si è discusso molto di fiducia e ottimismo».

Si tratta di una collaborazione continuativa o questa è una tappa del percorso?

«Noi siamo propensi a continuare e loro anche. È un progetto senza scadenze, un work in progress, che si rinnova ogni 3 o 4 mesi. Nel carcere ci sono continuamente delle “new entry” ed è giusto dare una possibilità a tutti».

Ascolteremo un giorno i brani realizzati all’interno della casa circondariale?

«Penso proprio di sì. Il progetto prevede che i lavori migliori, i più accattivanti, meritevoli e orecchiabili siano pubblicati all’esterno».

Emis killa e Lazza con gli organizzatori dell’incontro

Concerti dal vivo?

«Prima pubblichiamo e vediamo cosa succede e cosa riescono a fare. Intanto abbiamo invitato Emis Killa e Lazza a tenere un concerto qui. Magari un giorno uno dei nostri ragazzi aprirà un loro live».

La tua direzione è stat definita “illuminata”. I corsi di scrittura creativa, poi la recitazione con la vittoria del Premio Maurizio Costanzo al Parioli di Roma e adesso la musica: portare l’arte “dietro le sbarre” è una formula vincente?

«Assolutamente! L’arte è attrattiva, riesce ad agganciare persone diverse per età, competenze e vissuto, è un linguaggio universale. Aiuta a tirare fuori emozioni vere che in carcere sono difficili da mostrare ed esternare. Aiuta anche a vivere un po’ meglio qui dentro».

Progetti futuri?

«Ci stiamo indirizzando verso i rapporti con l’esterno come delle iniziative lavorative per sviluppare questo aspetto. Quando si esce da qui spesso non si sa cosa fare o a chi rivolgersi. Le attività lavorative aiutano in questo senso. Sarebbe bello anche che i nostri spazi, come il teatro e la palestra, siano a disposizione di tutti, per la comunità e la città di Monza». 

Dario Lessa