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Fedez rompe il silenzio: ecco cosa nasconde
A cura di Ottavia Borghini Baldovinetti L’artista si mette a nudo nella sua nuova autobiografia tra lotta alla malattia e…
A cura di Ottavia Borghini Baldovinetti
L’artista si mette a nudo nella sua nuova autobiografia tra lotta alla malattia e ombre del passato, ma un dettaglio sull’ex moglie non passa inosservato
Il nuovo libro di Fedez, edito da Mondadori, si intitola L’acqua è più profonda di come sembra da sopra. Il titolo suona come un’affermazione di carattere epico o forse una promessa: nasce da una frase che l’artista appunta durante un percorso terapeutico, inizialmente destinata a rimanere privata, diventata invece di respiro nazionale. Fonti editoriali dicono che Federico Lucia si è chiuso per settimane tra Milano e il Lago di Como per scrivere da solo, senza ghostwriter. Un record nel mondo delle celebrity-penne dove spesso la mano che regge la penna appartiene a qualcun altro.
Un viaggio dentro se stessi
Che cosa trova il lettore in queste pagine? Il racconto di un artista che, dice, ha galleggiato per anni sulla superficie delle cose: “Correre, evitare, sorridere. Fuori va tutto bene. Dentro non lo sai”. Un’autobiografia che promette di raccontare cadute, errori, parti rimosse e nascoste all’occhio attento e giudicante del pubblico: “Ci sono errori, cadute e le parti che ho evitato per anni”. Ma siamo davvero pronti per questo lato meno patinato di Fedez? Stiamo comunque parlando di un personaggio che ha fatto del riflesso mediatico la sua arma, che ha cavalcato la sua popolarità e l’ha resa il suo trampolino.
Ora la narrazione cambia registro: via i ritornelli provocatori, via i selfie, dimezzate le stories su Instagram, benvenuta introspezione e autoanalisi. Sicuramente leggendo questo libro si apprezza sia il coraggio di misurarsi con se stessi, di mettere per iscritto quello che da anni rimaneva nascosto sotto la superficie, sia il coraggio di dire: “Io non sono un buon esempio, forse sono il peggiore”.
La lotta contro la malattia
Non è banale né scontato, soprattutto in un mondo che fa della finzione la sua prerogativa, in cui se non si mostra non si è, in cui è vero solo ciò che viene documentato, in cui insomma conta apparire e non essere. Non mancano momenti di autoironia, riflessioni sulla paternità, sul matrimonio, sulla responsabilità di crescere come uomo e come padre. È un Fedez decisamente più umano, meno algoritmo e più anima, che parla apertamente anche della sua malattia, un raro tumore neuroendocrino del pancreas, racconta il difficile periodo successivo alla diagnosi e all’intervento chirurgico, descrivendo sia gli aspetti fisici che quelli psicologici legati alla dura battaglia e a una successiva depressione e sottolineando come la malattia non lo abbia reso necessariamente una persona migliore, contrariamente a quanto a volte si dice.
“La lotta più temuta è quella contro noi stessi, in cui viviamo accompagnati dai nostri fantasmi” è il verso chiave del libro perché dentro c’è tutto: la sfida verso se stessi, la paura di sbagliare e quel bisogno di capire chi siamo quando nessuno applaude, quando siamo lontani dai riflettori. Nelle pagine scherza e fa anche sorridere: “Ho evitato per anni di guardarmi allo specchio, poi ho scoperto che anche lo specchio stava evitando me”.
Tra verità e marketing
Viene però da pensare: è proprio tutta verità o è anche un’operazione ben calibrata? Il timing dell’uscita, l’editore importante, la copertina che mostra il volto del rapper scomposto in tanti frammenti. Insomma, il confine tra introspezione e marketing è sempre molto sottile. L’uscita coincide oltretutto con il lancio di un nuovo importante progetto benefico legato alla salute mentale. Il libro in ogni caso racconta l’adolescenza turbolenta, le peggiori compagnie di Milano, l’amicizia con personaggi del rap, i rapporti pubblici e quelli privati, che mette in scena e talvolta a nudo.
Il lettore curiosissimo potrà trovare il racconto di ciò che appare, ma soprattutto di ciò che sembra non apparire. L’ex moglie, Chiara Ferragni, compare solo in riflesso: non la nomina mai per intero. Ma tra le righe è impossibile non sentirne l’eco: “Quando tutto intorno a te brilla, anche il buio sembra un riflettore”.
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