Le parole di Gianluca Pecchini dopo la polemica

L’ultima edizione della Partita del Cuore è stata piuttosto discussa per la polemica con protagonisti Aurora Leone, Ciro Priello e l’ex presidente della Nazionale Cantanti, Gianluca Pecchini. Stando a quanto raccontato dai due componenti dei The Jackal, Pecchini avrebbe detto ad Aurora di allontanarsi dal tavolo della cena perché donna.

La Leone sui social si è poi sfogata, rilasciando un video in cui ha espresso tutto il suo dispiacere per quanto accaduto. Diversi protagonisti della Nazionale Cantanti, appresa la notizia, hanno manifestato il loro dissenso e hanno deciso di non scendere in campo per la partita. Altri, invece, viste le scuse dell’ex presidente Gianluca Pecchini e le successive dimissioni (tramite una nota ufficiale), hanno scelto di partecipare comunque.

Adesso a T.P.I Gianluca Pecchini ha spiegato la sua versione dei fatti, annunciando che vuole querelare Aurora Leone e Ciro Priello. Questi alcuni stralci dell’intervista, raccolti anche da Isa & Chia:

«C’era la Nazionale Cantanti, insieme. Ad un altro tavolo io, col presidente dell’Associazione italiana arbitri e due dirigenti della fondazione Candiolo, ovvero Bettarelli e Sala. Poi c’era il tavolo con alcune compagne dei cantanti e il tavolo della terna arbitrale femminile. Ho deciso io di far arbitrare solo donne. Avevamo invitato delle donne nella Nazionale Cantanti ma avevano altri impegni e quindi ho pensato di compensare l’assenza femminile scegliendo tre arbitri donne, tra cui Marta Marotta che è la prima donna ad aver arbitrato in serie B. Per esprimere che le donne contano e decidono anche in campo. Se una donna dà un rigore, obbedisci. Ero molto felice di questa scelta».

Ha detto Gianluca Pecchini, che poi ha spiegato quanto successo con Aurora Leone e Ciro Priello, dando così la sua versione dei fatti:

«Vedo due persone che non conosco perché non le avevo invitate io: Ciro e Aurora. Di questo mi assumo la colpa: non sapevo chi fossero, forse da lì è scattato il reato di lesa maestà. Ho detto: ‘Questo è il tavolo della Nazionale Cantanti, vi potete mettere a un altro tavolo?’. Un tavolo che era a un metro eh, non chissà dove. Ci sono delle piccole regole, dei riti, non so come li vogliamo chiamare».

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