Mentre Gigi D’Alessio accoglie suo figlio Luca, noto come LDA, sul palco in piazza del Plebiscito a Napoli, per cantare con lui, in prima fila in platea una spettatrice molto speciale scatta la foto dell’incontro e la posta sui social con un cuore blu, segno di amore e vicinanza. La spettatrice è Denise Esposito, compagna di Gigi e mamma del suo figlio più piccolo, Francesco.

Denise è sempre stata molto defilata, non ama apparire, niente interviste, niente giornali, e quel cuoricino messo per l’incontro tra il suo compagno Gigi e Luca, figlio nato dalla prima moglie, è un gesto che riempie di felicità: D’Alessio ha trovato un nuovo equilibrio, una nuova felicità che unisce presente e passato.

Tutto è successo durante Gigi, uno come te, la maratona-evento andata in scena a Piazza Plebiscito a Napoli e in onda su Rai 1 per celebrare i 30 anni di carriera D’Alessio.

Un evento speciale e “in famiglia”

Gigi, l’evento ha evidenziato la profonda amicizia e stima di cui gode da parte di colleghi dello spettacolo.

“Sono molto orgoglioso. È bastata una telefonata per avere accanto a me sul palco amici affettuosi come Fiorello, Vincenzo Salemme, Mara Venier, Fiorella Mannoia, Alessandro Siani, Merola, Clementino e tanti altri con i quali ho recitato, cantato, duettato ed omaggiato i ‘grandi’ dello showbiz, accanto al pibe de oro più celebre del mondo di nome Maradona”.

Sul palco con lei si è esibito anche suo figlio Luca, noto come LDA.

“Ho provato una grande gioia. L’ho accompagnato al pianoforte nella sua performance canora, e per la prima volta mi sono sentito con grande soddisfazione ‘il padre di’”.

Non solo spettacolo alla sua prestigiosa kermesse, ma anche una nobile missione di solidarietà.

“Per l’occasione abbiamo attivato un SMS solidale di concerto con la Fondazione Santobono Pausilipon, una raccolta fondi per sostenere il corridoio umanitario dall’Ucraina a Napoli per favore dei bambini gravemente ammalati, al fine di prestare loro le cure mediche presso il noto plesso ospedaliero, garantendo anche vitto e alloggio gratuiti ai loro familiari nelle strutture adiacenti”.

L’occasione di una seconda vita

Perché ha scelto Napoli come palco per festeggiare il suo traguardo?

“È la città che mi ha dato i natali ed è da qui che è partita la mia carriera. Napoli è la mia famiglia e io spesso la chiamo ‘Mammà’, considerandola la mia madre putativa”.

Trent’anni di carriera vogliono anche dire trent’anni di vita. Cosa rifarebbe e cosa invece eviterebbe?

“A tal proposito ho scritto una canzone dal titolo Se tornassi a nascere. Tutti noi dovremmo avere una seconda vita per fare delle prove, per capire ciò che è sbagliato o è giusto del nostro operato ma purtroppo noi abbiamo una sola vita che va vissuta con filosofia e intensità fino in fondo senza rimpianti né recriminazioni”.

Qual è la prima emozione nel suo “viaggio musicale”?

“Sono nato artisticamente esibendomi nelle feste private. La prima grande soddisfazione è stata quando ho visto i bagarini che vendevano i biglietti del mio primo concerto fuori al teatro Arcobaleno di Secondigliano. Ricordo con grande tenerezza ed emozione che facemmo mille posti e che fu per me una grande vittoria poiché per l’occasione avevo composto un album di appena otto brani”.

Agli albori della sua carriera lei era catalogato tra i “neomelodici”.

“È un’etichetta discriminatoria che esiste solo da noi in Campania. Io vengo dalla cultura popolare e sono molto orgoglioso. Lo stesso Mogol afferma che la cultura viene dal popolo, mentre il mitico Eduardo ha sempre tratto ispirazione dalla strada per comporre le sue opere”.

Successo e talento di Gigi D’Alessio

Che cos’è la musica?

“La musica è femmina, è come una donna nuda. Se le fai indossare un giubbotto di pelle diventa rock, se le metti un abito da sposa diviene romantica, se la preferisci in tailleur assume un’immagine chic. Trovo molto stupido catalogare i vari generi musicali”.

Per avere successo ci vuole talento e anche un pizzico di fortuna?

“Il talento è indiscusso ma deve essere coltivato con uno studio serio e approfondito. La fortuna bisogna andarla a cercare, sapendo individuare le occasioni e il momento giusto per osare. Io sono molto grato ai miei genitori per avermi fatto studiare al Conservatorio di Napoli, e riconoscente ai miei insegnanti che hanno creduto in me e mi hanno trasmesso il loro sapere e l’amore per la musica”.

Tutto parte da una fisarmonica…

“È così. Mio papà di ritorno da un viaggio in Venezuela portò una fisarmonica a mio fratello e io fui subito attratto da quel giocattolo, anche se era troppo pesante per me. Dopo due o tre anni abbiamo comprato la prima tastiera, e poi ho cominciato a frequentare il Conservatorio studiando prima l’organo e poi il pianoforte”.

Era uno studente diligente?

“Amavo suonare la musica leggera. Un giorno la mia prima insegnante di organo mi disse: ‘Tu da grande vuoi fare il musicista o il musicante?’ Io da piccolo non capivo la differenza, ed ebbi una grande soddisfazione quando, dopo una mia ospitata a Domenica In, mi telefonò la stessa docente di allora per farmi i complimenti ed esclamò: ‘Devo dire la verità, quel musicante è divenuto un musicista!'”.

Non smetterò mai di cantare

La canzone a cui è più legato?

“Non ho preferenze. I miei brani sono tutti figli miei, li amo in uguale misura. Mi viene in mente Non dirgli mai, che è stato il mio trampolino di lancio. Ma sono comunque legatissimo a ogni mia composizione”.

Il suo mentore?

“Mario Merola, perché è stato il primo a credere in me individuandomi come suo pianista. Dopo avermi sperimentato e aprezzato anche nel canto Mario mi diceva sempre ‘Un giorno perderò il mio pianista, ma il pubblico ritroverà un grande artista’”.

Che effetto le fa il palcoscenico?

“È l’unico luogo in cui mi rilasso. È come se mi trovassi in un centro SPA dove vengo coccolato a trecentosessanta gradi e riesco a raggiungere uno stato di benessere psico-fisico”.

Da napoletano purosangue, lei è superstizioso?

“La scaramanzia è nel nostro DNA. Io ho due numeri fortunati, il 24 perché sono nato il 24 febbraio ed il numero 25 perché mi ricorda mia madre, che morì il 25 dicembre di tanti anni fa”.

D’Alessio, lei si reputa un uomo privilegiato?

“Ho fatto della mia passione la mia attività, ed è per questo che fino a quando avrò vita non smetterò mai di cantare e quindi di sognare”.

a cura di Maridì Vicedomini