Hamas in Italia: sette milioni di euro sottratti alla beneficenza per finanziare il terrorismo internazionale
La Procura Antimafia e la Digos di Genova arrestano nove persone accusate di aver dirottato fondi umanitari verso l’organizzazione responsabile…
La Procura Antimafia e la Digos di Genova arrestano nove persone accusate di aver dirottato fondi umanitari verso l’organizzazione responsabile della strage del 7 ottobre
Una vasta operazione di polizia ha scosso oggi profondamente il panorama della sicurezza nazionale, svelando una complessa e ramificata rete di finanziamento illecito destinata a sostenere Hamas. La Procura nazionale antimafia e la Digos di Genova, lavorando in stretta sinergia con la Guardia di Finanza, hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare in diverse città italiane. Gli investigatori hanno accertato che circa sette milioni di euro, raccolti ufficialmente per scopi umanitari, finivano invece nelle casse dell’organizzazione responsabile della terribile strage compiuta esattamente due anni fa.
Un meccanismo sofisticato
L’inchiesta ha messo in luce un meccanismo sofisticato che utilizzava tre diverse società di beneficenza, apparentemente nate per offrire sollievo al popolo palestinese, come copertura finanziaria. Queste organizzazioni fungevano in realtà da paravento strategico per raccogliere donazioni in buona fede e convogliarle verso i reparti operativi della milizia terroristica in Medio Oriente. Tra le persone finite in manette figurano anche alcuni esponenti di spicco appartenenti alla sezione estera di Hamas, i quali gestivano i flussi monetari con estrema discrezione.
La ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti descrive un sistema oliato dove la propaganda politica si intrecciava pericolosamente con la raccolta fondi destinata all’acquisto di armamenti e logistica. Le autorità italiane hanno monitorato per mesi i conti correnti e gli spostamenti dei sospettati, riuscendo a documentare il passaggio di ingenti somme verso territori ad alto rischio. Questo intervento tempestivo ha permesso di smantellare una cellula logistica fondamentale che garantiva una base economica sicura alle attività eversive lontano dai confini dei conflitti più accesi.
Il retroscena dell’operazione odierna rivela quanto la rete di sostegno internazionale ai gruppi radicali cerchi costantemente di infiltrarsi nelle pieghe della società civile attraverso il volontariato. I magistrati sottolineano come la distrazione di fondi dalle necessità primarie della popolazione civile palestinese rappresenti un doppio crimine sia verso la sicurezza globale che verso i beneficiari originari. La collaborazione tra i diversi reparti dello Stato ha permesso di troncare questi canali occulti, riaffermando il ruolo centrale dell’Italia nel contrasto finanziario al terrorismo di matrice confessionale.