Se ne parla già da qualche giorno e noi non potevamo certo esimerci dal fare gli auguri a Sua Maestà la Regina Elisabetta II.
Proprio oggi cade il suo genetliaco (ricordatevi che i nobili e i ricchi non hanno compleanni, ma genetliaci) anche se fairplay inglese vuole che il compleanno ufficiale sia stato collocato arbitrariamente il secondo weekend di giugno, momento in cui a Londra si presume il tempo sia più clemente di quanto non sia in questo periodo.
Poco male: per non fare torto a nessuno Sua Maestà ha deciso di spalmare i festeggiamenti in 6 mesi di celebrazioni in giro per il mondo (non dimentichiamo che lei è una regina seria, che regna non solo su Inghilterra e Irlanda del Nord, ma anche su tutto il commonwealth – che include tra gli altri il Canada, l’Australia e compagnia cantando).
Oggi la vediamo come una vecchietta arzilla e ben salda sul trono, tutt’altro che annebbiata dall’età e più che mai amata dai suoi sudditi nonchè popolare in tutto il mondo, quasi una rock star. Ma non è sempre stato così. Elisabetta non era nata per essere Regina: il Re destinato era suo zio Edoardo Vlll, che per amore dell’americana divorziata Wallis Sympson ha deciso di abdicare in favore del fratello Giorgio Vl. Quello del film “il discorso del Re”, che -balbuziente e timidissimo- non solo si è trovato dall’oggi al domani a doversi assumere un impegno decisamente tutt’altro che leggero, ma si è pure trovato a regnare durante la seconda Guerra Mondiale. E proprio in questi anni emerge la figura di Elisabetta che, giovanissima, comincia a far parlare di se: bella era bella, era ben distante dal clichet della principessa svenevole tutta abiti cipria e ricevimenti. In una Londra tormentata dai bombardamenti tedeschi la famiglia rimase unita intorno al Re ( il posto di una moglie è al fianco del marito, e le figlie stanno con la madre, disse la Regina Madre a chi le consigliava di abbandonare Buckingham Palace per un posto più sicuro) ed Elisabetta non si sottrasse agli obblighi di cittadina: indossò una divisa dell’esercito e diventò meccanico, operando sui mezzi impiegati nei soccorsi per assicurarne l’efficienza.
Non si era mai vista prima una principessa con  le mani sporche di grasso intenta ad armeggiare sotto il cofano di un camion, ed ancora oggi è raro vedere una signora cambiare una ruota. Eppure lei lo ha fatto, dando inizio ad una passione per le auto che l’ha portata a guidare spesso e volentieri la storica Land Rover nella amata Balmoral, in Scozia, ma anche la mitica Mini nel centro di Londra. Non male per una nonnina eh? Ecco come mai oggi il mondo intero le rende omaggio: auguri alla Regina il cui regno è il più longevo, stabile e sereno della storia. Auguri alla donna che ha saputo attraversare burrasche e difficoltà guidando il suo Paese con orgoglio e dedizione. Auguri alla bisnonna di baby George, futuro re che da lei sembra aver preso un caratterino piuttosto determinato e che certamente non mancherà di renderle onore. Long Live the Queen!