La prima uscita pubblica dell’ex presidente francese, tra curiosità, sguardi indiscreti e un’aria di normalità che normalità non è.


A Parigi basta un soffio di novità per trasformare una mattina qualsiasi in un evento mediatico. Così è accaduto quando Nicolas Sarkozy, rimasto per settimane al centro di dibattiti, analisi politiche e indiscrezioni giudiziarie, è riapparso lungo la Senna per quella che molti hanno definito la sua prima uscita dopo la presunta scarcerazione e l’avvio di un regime di libertà vigilata. Un dettaglio che continua ad alimentare il chiacchiericcio nazionale, tra conferme a mezza voce e smentite ufficiali, mentre i cronisti tentano di ricomporre il mosaico di una situazione che resta, volutamente o meno, sfumata.


La scena, però, parla da sé. Sarkozy corre con passo costante, la giacca a vento leggera aperta sul collo, come se quel tragitto lungo il fiume fosse un rituale necessario per riprendere possesso della città e, forse, di sé stesso. Chi lo incrocia finge indifferenza, ma lo sguardo tradisce un misto di sorpresa e curiosità. Alcuni turisti lo riconoscono solo dopo qualche istante, altri lo seguono con gli occhi come si osserva un volto noto che improvvisamente diventa vicino, tangibile, vulnerabile.


Secondo rumors riportati da diversi magazine francesi, questo jogging mattutino sarebbe stato concordato con i suoi legali per mostrare un’immagine di equilibrio e continuità, quasi a voler suggerire che, nelle ore dell’incertezza, è proprio la routine a diventare un presidio psicologico. Le stesse fonti sussurrano che l’ex presidente volesse evitare i clamori delle prime apparizioni ufficiali, preferendo il respiro della città all’asetticità delle conferenze stampa o alle righe filtrate dai comunicati.

Una corsa simbolica?


L’atmosfera, nel suo complesso, racchiude la complessità del personaggio: un uomo che ha attraversato la vetta del potere e gli spigoli più taglienti della politica, ora immerso in una condizione a metà tra sorveglianza istituzionale e libertà personale, tra esposizione pubblica e desiderio di discrezione. E mentre corre lungo la Senna, sembra quasi che ogni passo provi a smentire le voci, a superare le polemiche, o semplicemente a respirare un po’ di quella normalità che gli è mancata.


Non è escluso che questa immagine – Sarkozy che si muove agile sul lungofiume, seguito da un paio di agenti in abiti civili secondo alcune segnalazioni, negati però dagli ambienti ufficiali – diventi una delle icone di questa fase delicata della sua vita pubblica. Un simbolo di resilienza, per alcuni. Di ostinazione, per altri. Di ritorno alla quotidianità, come suggeriscono i collaboratori più vicini.


Quel che è certo è che Parigi, abituata a trasformare tutto in racconto, ha già iniziato a costruire la sua narrativa. E mentre l’ex presidente accelera verso l’Île de la Cité, lasciando indietro fotografi improvvisati e osservatori curiosi, resta sospesa la domanda che tutti si pongono: è davvero un nuovo inizio, o soltanto la tregua prima della prossima tempesta giudiziaria?

Dario Lessa