Novella2000 è il “Tempio dell’informazione gossip”: ne parla anche Christian De Sica in un film (Video)

Francesco Fredella | 11 Novembre 2017

Novella2000 è il “Tempio dell’informazione gossip”. Lo dicono pure i film. In questo caso parliamo di Fratelli d’Italia dei Vanzina, […]

Novella2000 è il “Tempio dell’informazione gossip”. Lo dicono pure i film. In questo caso parliamo di Fratelli d’Italia dei Vanzina, dove un giovanissimo Christian De Sica si confonde con il rampollo Gardin (ricchissimo) per passare in barca un fine settimana con i più facoltosi del pianeta. Si parla di cronaca rosa, di fidanzamenti, corna e tanto altro e spunta anche una testata: Novella2000. Che da sempre è la Bibbia del gossip. E noi ne siamo fieri.

Guarda il video cliccando sulla foto!

Tutto su Christian De Sica. E’ sicuramente uno degli attori più amati del cinema italiano. Lui stesso, all’interno del suo sito internet, si descrive così.

“Nasco a Roma il 5 gennaio 1951, figlio del grande Vittorio e dell’attrice Maria Mercader. Quello stesso giorno, mio padre rimane a Milano: sta girando la meravigliosa scena finale del film Miracolo a Milano (Palma d’oro a Cannes),  quella dei poveri che volano cantando verso il cielo,
in sella alle loro scope. Sono sposato con Silvia Verdone e ho due figli, Mariarosa e Brando.

Christian De Sica è tra i più famosi e popolari personaggi di spettacolo italiani, grazie alla sua carriera professionale, al suo evidente talento multiforme (è showman, attore, cantante, regista, sceneggiatore), alla popolarità e successo commerciale della quasi totalità dei suoi film, serie televisive, spettacoli teatrali.

Attore brillante quasi totalmente immerso in ruoli comici, Christian De Sica interpreta i suoi personaggi da serissimo professionista – cura e attenzione ai particolari caratterizzano tutti i suoi personaggi – ed è diventato indispensabile nel panorama cinematografico di casa nostra, con risultati sempre coerenti alle alte aspettative di successo di pubblico.
“Sono un saltimbanco, mi sento un attore: Mi sento uno showman. Un commediante.
Uno che canta, recita, balla. Quando si fa questo mestiere, si dovrebbe saper fare tutto. […]
Un po’ anche mio padre era così, la scuola è quella.
Poi certo, c’è chi gli riesce meglio e chi gli riesce peggio”  (Christian De Sica, Figlio di papà, Mondadori 2008)
.

I premi. Christian De Sica ha conquistato ben 23 Biglietti d’Oro del Cinema Italiano (i riconoscimenti attribuiti annualmente ai film che hanno ottenuto i maggiori incassi), 2 Biglietti d’Oro per lo spettacolo teatraleParlami di me (2008), tre David di Donatello (1977, 2000 e 2009), due Nastri d’argento, per il libro Figlio di papà (2009) e per il film Il figlio più piccolo (2010).

Il debutto. 

Il suo debutto è targato Rossellini, che nel 1970 gli offre una piccola parte nel suo film televisivo Vita di Blaise Pascal, ma l’esordio sul grande schermo è nel 1968 con la pellicola francese Pauline 1880, di Jean-Luis Bertuccelli. Dopo l’esperimento canoro al Festival di Sanremo, Christian decide di dedicarsi totalmente alla recitazione. Compare così in Una breve vacanza (1972) – diretto dal padre – accanto a Renato Salvatori e Florinda Bolkan, seguito da La cugina, di Aldo Lado (1974), Conviene far bene l’amore, di Pasquale Festa Campanile (1975), La madama, di Duccio Tessari (1975), Bordella, di Pupi Avati (1976), buffa commedia su una casa chiusa maschile, con Gigi Proietti. Vince, nel 1977, il David di Donatello come “Rivelazione dell’anno” per Giovannino di Paolo Nuzzi, con Tina Aumont, Miguel Bosè e Jenny Tamburi (interpreta il rampollo di una famiglia borghese siciliana che, costretto dal padre, deve sposare una ricchissima nobile, brutta e storpia).“Ricordo che quell’anno a Taormina, per i David, c’erano perfino Rita Hayworth e Jack Nicholson” (Cit.)Ottiene i primi successi di pubblico come comico e conduttore televisivo in alcuni varietà RAI di fine anni settanta, tra cui Bambole, non c’è una lira (1978) e Studio 80 (1979). Entrambi con la regia di Antonello Falqui.“Avevo ventitré anni, era morto papà, non avevo un soldo.
S’era giocato tutto ai tavoli verdi dei casinò. Ho fatto
il Varietà. E mi è andata bene perché ho cominciato con un maestro: Antonello Falqui. Poi ho fatto il comico.
E mi sono inventato comico. Perché io avevo un fisico borghese. Ero grasso, ero figlio di papà, ero anche un pochino aristocratico. Col naso alla Gassman.
Profilo altero. Naso antipatico” (Cit.)

I cinepanettoni. In queste pellicole, tutte prodotte da Aurelio De Laurentiis, due presenze fisse: Christian nel ruolo del marito infedele, borghese romano antipatico, prepotente, sopraffattore, e il comico Massimo Boldi nel ruolo del milanese ingenuo e maldestro.“Al cinema, nei film di Natale, non sono io. È un italiano, medio, vigliacco, fedifrago, prepotente, opportunista. Che interpreto. Rendo credibile, sia pur in maniera comica e farsesca. E lo prendo per il culo. Non è sempre lo stesso personaggio, è una maschera.
Io ho un fisico borghese e recito la parte del borghese: non posso certo fare il piccolo scassinatore o l’appuntato dei carabinieri. Sono piuttosto un dentista, un architetto, un esponente del ‘generone’. E da vecchio, lo so già, sarò un principe del foro, un generale, un cardinale, un aristocratico. Com’è successo a mio padre”
(cit.)
De Sica e Boldi instaurano un fortunato sodalizio artistico durato ben quindici anni, che li vede, anno dopo anno, campioni ufficiali del box-office italiano, tanto da ricevere nel 2000 un David Speciale “per la puntualità nel presentare pellicole di successo a ogni Natale”, oltre all’ormai annuale Biglietto d’Oro. La loro unione termina nel 2005, quando Boldi decide di abbandonare casa De Laurentiis. Dopo Boldi, partner di Christian è per qualche film Massimo Ghini, che lo affianca inNatale a MiamiNatale a New YorkNatale a RioNatale a Beverly Hills eNatale in Sudafrica.

Sono film popolari, benedetti da un costante strepitoso successo al botteghino, ma evitati dalla critica ufficiale, che conia il termine “cinepanettone” con intenti spregiativi. Cinepanettone è diventato in realtà la definizione di un genere, e ha perso nel tempo la connotazione decisamente negativa. Alcuni critici lodano invece la lente del grottesco, che mette almeno al riparo da intenti auto assolutori.“Il panettone è il mio dolce preferito. Mi piacciono anche le uvette e i canditi, mi piace davvero, mi procura allegria il solo vederlo. Quindi non ho assolutamente niente contro questa definizione che non mi sembra negativa.
Ma una cosa è certa, che il cinepanettone lo abbiamo inventato noi e ciò è attestato anche dallo Zanichelli che lo ha inserito nel vocabolario della lingua italiana: la potenza del cinema!”

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