Omicidio Yara Gambirasio, dopo sei anni la difesa di Bossetti ottiene le copie del Dna: caso riaperto?
Consegnato ai legali un hard disk con le analisi genetiche che portarono all’individuazione di “Ignoto 1”, la prova chiave della…
Consegnato ai legali un hard disk con le analisi genetiche che portarono all’individuazione di “Ignoto 1”, la prova chiave della condanna del muratore di Mapello.
Dopo sei anni di attesa e una lunga battaglia giudiziaria, la difesa di Massimo Bossetti ha finalmente ricevuto le copie integrali delle analisi genetiche eseguite durante le indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. Il materiale era stato richiesto più volte dagli avvocati del muratore di Mapello. Infatti hanno sempre contestato la gestione e l’interpretazione delle tracce biologiche attribuite al loro assistito. Ora, in un hard disk consegnato ai legali, sono contenuti gli elettroferogrammi, i grafici delle tracce di Dna e la documentazione fotografica prodotta dai carabinieri del Ris di Parma. Gli stessi documenti che portarono a identificare il profilo genetico indicato inizialmente come “Ignoto 1”.
Una svolta per le indagini?
Le analisi del Dna rappresentarono la svolta delle indagini avviate dopo la scomparsa di Yara, ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola. La pista genetica guidò gli inquirenti attraverso migliaia di prelievi e comparazioni, fino a risalire a una traccia mista rinvenuta sugli indumenti della ragazza. La corrispondenza tra quel profilo ignoto e il patrimonio genetico di Bossetti fu ritenuta determinante, tanto da condurre alla sua condanna definitiva all’ergastolo.
La consegna del materiale richiesto dalla difesa apre ora uno scenario nuovo sul piano processuale. Gli avvocati di Bossetti potranno finalmente esaminare in modo autonomo i dati grezzi. Potranno così ricostruire con maggiore precisione la sequenza degli accertamenti compiuti dal Ris. Dietro questo passaggio formale si muove l’intera strategia difensiva. Questa punta a individuare eventuali criticità nella catena di custodia, nella qualità delle tracce o nella lettura dei risultati. L’obiettivo? Riaprire la discussione su quella che è sempre stata considerata la prova regina del processo.
Il Dna e nuove verifiche tecniche
La storia delle analisi genetiche legate al caso Yara è sempre stata segnata da passaggi complessi e da un dibattito scientifico acceso. Gli accertamenti che ricondussero a “Ignoto 1” furono frutto di mesi di attività di laboratorio, di raffinamenti successivi e di una campagna di prelievi su larga scala. La mancanza della componente mitocondriale nella traccia principale, elemento che la difesa ha più volte richiamato, ha alimentato interrogativi e richieste di approfondimento che oggi, grazie all’accesso diretto ai file originali, potranno essere nuovamente sottoposti a verifica tecnica.
La consegna dell’hard disk è un passaggio che potrebbe incidere sull’evoluzione giudiziaria di un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e a riempire pagine di cronaca. In attesa di eventuali nuove mosse della difesa, la vicenda giudiziaria di Bossetti torna così ad aprirsi, riportando al centro il ruolo decisivo della prova genetica nella ricostruzione dell’omicidio che sconvolse il Paese.