Tedeschi Novella 2000 n. 48 2022

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A regola d’arte con Daniele Radini Tedeschi: un tuffo nello stato dell’arte

Redazione | 16 Novembre 2022

Gli ultimi giorni della 59ª Biennale di Venezia. Il bilancio del professor Daniele Radini Tedeschi, tra inclusione e transavanguardia

Ultimi giorni della Biennale

Si avvicina la chiusura della 59ª Biennale di Venezia Arte, eccellenza italiana nel mondo e crocevia di tantissimi artisti internazionali. Fino al 27 novembre Il latte dei sogni, mostra curata da Cecilia Alemani, sarà aperta al pubblico unitamente ai diversi Padiglioni Nazionali presenti alla importante manifestazione.

È stata un’edizione all’insegna dell’inclusione, con una specifica riflessione sui corpi e sulle loro metamorfosi, sull’umano e non umano, sulle nuove forme di coesione tra specie diverse, come suggerisce il titolo generale tratto dal romanzo dell’artista surrealista e scrittrice Leonora Carrington.

Anche quest’anno è presente il Padiglione Nazionale Grenada (piccola isola caraibica) diretto da Susan Mains con la mostra dal titolo An Unknown that Does Not Terrify, ossia “Uno sconosciuto che non fa paura”. La mostra indaga le teorie del filosofo martinicano Édouard Glissant, generando una ricerca espositiva sull’”accordo di differenze” e non sulla loro soppressione, all’insegna di nuovi modelli relazionali tra popoli, culture e identità.

L’esposizione ha ospitato il collettivo “Cypher Art Collective of Grenada”, formato da Oliver Benoit, Billy Gerard Frank, Ian Friday, Asher Mains, Susan Mains, Angus Martin, Samuel Ogilvie, in un confronto con artisti della nostra penisola tra cui si citano: Giancarlo Flati, Identity Collective (Ezio Balliano, Cristina Corvino, Franca D’Alfonso, Elia Inderle, Fernando Mangone, Peter Nussbaum, Fedora Spinelli, Armando Velardo) Anna Maria Li Gotti, Nino Perrone, Rossella Pezzino de Geronimo, Marialuisa Tadei.

Arte e società

Numerosi gli incontri e i focus sugli artisti durante il periodo espositivo. A tal proposito, a richiamare un vasto pubblico di critica è stata la conversazione con Carlo Alberto Perillo (carloalbertoperillo.it) incentrata su un’arte al servizio della società, tra impegno etico e ideologico.

L’artista italiano, apprezzato da Vittorio Sgarbi, da anni lavora su opere ispirate ai concetti di multietnicità e relazione, anche partendo dalla realtà disseminata e decentrata degli arcipelaghi caraibici. Un’arte, la sua, che converge con certa Transavanguardia, dove la ricerca volge al gusto per la narrazione, per le storie dell’uomo, scavando tra le macerie dei tempi.