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Simona Ventura vittima degli “haters”

Matteo Osso | 28 Aprile 2016

Isola dei Famosi Simona Ventura

Sono silenziosi, variegati e si travestono da lovers. Anzi, sono dei lovers, cioè dei fans che seguono e sostengono il […]

Sono silenziosi, variegati e si travestono da lovers. Anzi, sono dei lovers, cioè dei fans che seguono e sostengono il proprio idolo, diversificandosi in tante piccole e grandi isolette di amore per un personaggio.
E poi la metamorfosi: come li dott. Jackyll diventa mr. Hyde ecco che i sorrisi e gli occhioni lucidi con le pupille a forma di cuore si trasformano in lame affilate che si riuniscono in complotti architettati non a sostegno dell’amato, ma contro chi ha osato toccare l’amato stesso.
Sono i depositari di un potere sinistro e imprevedibile, si organizzano in gruppi di voto contro questo o quel malcapitato, in una strategia che si articola su due principi: punire con inflessibile efferatezza chi abbia avuto l’ardire di mettersi contro il proprio adorato, e prevenire eventuali rischi facendo preventivamente piazza pulita di eventuali futuri pericoli, in modo da spianare la strada alla vittoria. Ecco spiegato il meccanismo che ha sepolto sotto un valanga di voti Simona Ventura e poi Stefano Orfei, ecco i meccanismi che sottendono – in maniera assolutamente legittima, che sia chiaro- il televoto, ultima frontiera di una democrazia del tutto inedita.
Il conto è presto fatto: in una competizione come quella dell’Isola dei Famosi, chi per questioni anagrafiche, per il percorso lavorativo o per scelte di marketing può contare su uno zoccolo duro di popolazione particolarmente attiva sul fronte del televoto si assicura non solo il sostegno e l’entusiasmo in positivo. Ma assicura a tutti gli altri di potergli istigare contro veri e propri cani da guardia pronti a mordere e annientare l’intruso.
Il televoto sembra essere più l’espressione della potenza aggregatrice dell’odio, che di  quella entusiasta dell’affetto. Cambia qualcosa? Ai fini della competizione, no. Il televoto è libero e soggetto a regole facilmente eludibili (è sufficiente votare da internet attraverso decine di profili creati appositamente per poter generare volumi di preferenze ben superiori al numero effettivo dei reali votanti), ma sono regole valide per tutti. Può dormire tranquilla, Simona (non che non lo faccia già): il suo pubblico non ha smesso di amarla. Ha semplicemente di meglio da fare che passare le giornate e creare false identità per votare contro chi le era avversario.
Sarebbe interessante vedere come potevano andare le cose se il voto fosse stato improntato al sostegno del proprio amato e non alla distruzione dell’odiato di turno: quello sì sarebbe diventato il termometro dell’affetto del pubblico. Ma anche queste sono scelte operate dagli autori, quegli stessi autori che hanno ritenuto fosse una buona idea mettere a lottare nel fango una giovane e incazzata cintura nera di arti marziali contro una cinquantenne non meno battagliera ma non propriamente reduce da un oro olimpico.
Sarà giusto? Sarà sbagliato? Sarah Ferguson? (cit Ezio Greggio, ndr) Al pubblico l’ardua sentenza: apriamo il televoto.
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