Scavia Novella 2000 n. 52 2022

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Stefano Scavia festeggia un prestigioso traguardo tra i pazienti VIP

Redazione | 14 Dicembre 2022

Stefano Scavia è il primo medico italiano ad ottenere la prestigiosa certificazione IAO: eccolo alla festa che lo celebra tra i pazienti VIP

Il professor Stefano Scavia è il primo medico italiano ad aver conseguito la prestigiosa certificazione I.A.O. (Italian Academy of Osseointegration). Un risultato che ha voluto festeggiare con amici, pazienti VIP e giornalisti al ristorante Le Muse, di Milano.

Chi è Stefano Scavia

Laureato in Odontoiatria con specializzazione in Chirurgia orale e Master in Implantologia, direttore sanitario e responsabile del centro Odontoaesthetics, il professor Stefano Scavia ha dovuto superare molteplici e impegnative prove d’esame per ottenere l’attestazione I.A.O., espressione moderna di professionisti odontoiatri attenti a proposte culturali e formative di alta qualità.

Numerosi i giornalisti accorsi all’evento, con tantissimi VIP – pazienti e non del professionista milanese – che hanno voluto omaggiarlo con la loro presenza.

In prima fila il direttore di Novella 2000, Roberto Alessi, la giornalista e opinionista Morena Zapparoli, la direttrice della rivista Ora Lorella Ridenti. Tante anche le star dello spettacolo nostrano, fra cui Alex Belli e Delia Duran, l’influencer Elena Morali, le conduttrici radiofoniche di R101 Regina Saraiva e Sabrina Bambi, le conduttrici di 7 Gold Vittoria Castagnotto e Barbara Francesca Ovieni, l’attrice Guenda Goria figlia di Maria Teresa Ruta, e la showgirl cubana Moraima Perez.

Durante l’evento c’è anche stato spazio per una conferenza stampa, nella quale il dottor Scavia ha risposto alle domande rivolte dal parterre di ospiti.

Ecco un estratto.

La passione per il mestiere

Dottore, come mai ha scelto di studiare odontoiatria?

“Fin dai tempi dell’università ero orientato a un percorso medico e chirurgico. Tutto è andato crescendo quando, poi, ho iniziato a fare ricerca. Oggi collaboro con diverse università, oltre alla mia, e con aziende multinazionali, per supportare la ricerca e arrivare alle pubblicazioni internazionali per le quali è richiesto un supporto accademico non indifferente.

Mi sono appassionato all’aspetto del paziente. Oggi la letteratura scientifica e i grandi autori ci insegnano tecniche avanzatissime, con risultati stupendi. Però poi concretamente non tengono in considerazione il percorso lunghissimo che implicano per il paziente, fatto di interventi chirurgici, dolore e tanti disagi.

Tutto ciò, spesso, sembra per il medico una questione di poco rilievo, mentre per il paziente è un aspetto fondamentale. Proprio per questo mi sono appassionato ancora di più nel cercare di raggiungere i medesimi risultati riducendo l’impegno da parte del paziente.

Quando mi rendevo conto che studiando, pubblicando, facendo ricerca trovavo delle soluzioni efficaci in questo senso, la mia motivazione cresceva esponenzialmente, dandomi uno stimolo enorme, compreso il provare a conseguire la certificazione I.A.O”.

Trattamenti preferiti

Qual è il trattamento che le piace maggiormente fare?

“Il trattamento che mi dà più soddisfazione è quello che rende più felice il paziente! Solitamente, un trattamento che abbia anche una componente estetica. Quello che oggi è più richiesto è un trattamento che ripristini, che curi, ma anche che migliori l’estetica. Spesso, però, le due cose non vanno di pari passo.

Nel settore dell’odontoiatria, e forse non solo in questo, talvolta si cerca di migliorare l’estetica anche sacrificando la biologia e la funzione. Faccio un esempio: se soffro di problemi gengivali e di recessioni e voglio applicare le faccette dentali per ottenere denti più belli e un sorriso smagliante non posso semplicemente coprire con le faccette la radice del dente esposta, cosa che purtroppo vedo fare molto spesso. In questo modo andiamo a peggiorare un problema già presente, e anche il risultato estetico non potrà essere davvero soddisfacente.

Anzitutto andrebbe ricostruito il tessuto, rigenerandolo e riportandolo in salute e, solo successivamente, lavorare sull’aspetto estetico dello smalto con un trattamento non invasivo come gli sbiancamenti di nuova generazione o le faccette additive ultra-sottili. Si migliora l’estetica del paziente solo curandone prima la salute”.

Problemi più diffusi

Quali sono le problematiche che più affliggono i pazienti?

“Le problematiche sono le più svariate. Uno dei problemi oggi più frequenti nei pazienti, e purtroppo uno dei più sottovalutati da molti curanti, è quello delle cosiddette para-funzioni. Lo stress, i ritmi frenetici della quotidianità, la caoticità dello stile di vita moderno, ci portano spesso a somatizzare il nervosismo, la stanchezza.

Uno degli apparati più colpiti da questo tipo di problema è quello stomatognatico (non solo il dente ma tutto l’apparato orale e peri-orale nel suo complesso). Tanti pazienti rovinano i propri denti perché digrignano, serrano. Questa condizione è diffusissima, e il problema è che non tutti i dentisti se ne accorgono e ancor meno intervengono affrontandola correttamente.

Ci sono pazienti con lo smalto consumato e dentisti che adattano le terapie alla situazione abrasiva o erosiva, non risolvendo il problema reale del paziente, cioè la perdita di tessuto e la conseguente alterata funzione dell’apparato masticatorio.

Esistono oggi dei protocolli avanzatissimi che descrivono un percorso terapeutico specifico ricostruttivo e riabilitativo, totalmente non invasivo, per curare questi pazienti”.

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