Stefano Tacconi a Verissimo

Stefano Tacconi ha parlato per la prima volta a Verissimo dell’aneurisma cerebrale che l’ha colpito l’anno scorso. Con le lacrime agli occhi ha confidato di essersela vista brutta: “Pensavo di essere immortale, invece c’è sempre qualcosa di inaspettato”. Al suo fianco sempre la sua famiglia, sua moglie, i figli e gli amici, che tanto l’hanno supportato.

Nei suoi occhi c’è ancora tanta paura, specie quando si è ritrovato a ripercorrere l’incidente. A Silvia Toffanin ha raccontato che da qualche giorno non si sentiva bene, aveva mal di testa, si sentiva stanco, ma mai avrebbe immaginato a un qualcosa del genere.

Durante il suo racconto Stefano Tacconi ha ammesso di non ricordare nulla, dato che era in coma e a fatica ricorda la riabilitazione durissima. Ricominciare tutto da capo, a camminare e parlare non è stato facile. Per questo però ci ha tenuto a ringraziare i medici che si sono occupati di lui con grande attenzione, sua moglie e i suoi figli. Poi un pensiero anche ai tifosi della Juventus (e non solo) che in questi periodi così delicati sono sempre stati lì accanto a lui: “Hanno messo lo striscione sotto la camera d’ospedale“, ha ricordato l’ex portiere bianconero

Ma oggi come sta? Stefano Tacconi ha confidato che tutti gli dicono di stare attento, dato che l’emorragia potrebbe ritornare. Lui però non riesce a stare fermo, ha bisogno di muoversi e quando sgarra un pochino ci sono subito i suoi cari a rimetterlo in riga.

Se l’è vista brutta Stefano Tacconi. Prima dell’operazione infatti i medici hanno detto a sua moglie che non si sapeva se ce l’avrebbe fatta. Ma lei è stata molto forte: “Ora mi sta dietro e mi cura”, ha ammesso.

A seguire in studio a raggiungerlo il figlio Andrea, che era lì con lui in auto e ha chiamato i soccorsi. Insieme a suo padre Stefano Tacconi si stava recando alla fiera delle figurine ad Asti. Già dal mattino però l’ex portiere non stava bene. Poi scendendo dalla macchina è crollato per terra. Andrea è riuscito a prenderlo affinché non sbattesse la testa. Il ragazzo non appena si è reso conto delle convulsioni ha girato sul fianco sul padre, che ha ripreso a respirare.

Così ha chiamato l’ambulanza, che poco dopo è giunta sul posto. Fin da subito Stefano Tacconi è apparso in condizioni molto critiche. Non si sapeva infatti se sarebbe riuscito ad arrivare all’ospedale di Alessandria. Una corsa contro il tempo, ma il dottore che l’ha preso in cura è riuscito a salvarlo.

“Mi hanno operato due volte perché la prima volta non ha funzionato”, ha ammesso. poi dopo una settimana di coma: “Ci rispondeva sbattendo gli occhi e muovendo le mani, era intubato all’Ospedale Borsalino di Alessandria”.

Con la voce rotta Andrea, figlio di Stefano Tacconi, ha ammesso che suo papà non accettava di dover restare fermo e in ospedale è caduto per diverse volte: “Io sono il primogenito e ho dovuto incrementare il lavoro. Se vien meno il pilastro, serve un pilastrino”. A quel punto l’ex portiere ha ammesso scherzando che quando lui vede il pericolo sa come buttarsi. Quanto vissuto ha scatenato in entrambi degli attacchi di panico, con i quali entrambi convivono.

Poi il bel momento in cui sono arrivati i saluti dei colleghi e amici Antonio Cabrini, Totò Schillaci e Walter Zenga. Stefano Tacconi oggi è in ripresa e noi gli facciamo i nostri migliori auguri.