«La libertà è quello strumento che ti consente di dire No»

Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono ancora numerose le questioni che rimangono in sospeso, come panni stesi ad asciugare in una giornata di pioggia. La situazione è ancora difficile, comunicazione e leggi fanno molto ma ancora non basta. Abbiamo chiesto l’opinione a riguardo all’avvocata Anna Maria Bernardini De Pace, secondo la quale le donne dovrebbero imparare a difendersi da sole, non con le leggi ma a suon di schiaffi e graffi.

Oggi, 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Facciamo il punto: in base alla sua opinione, qual è la situazione attuale nel nostro Paese?

«La situazione è che finalmente c’è una concreta attenzione su questo argomento da parte delle istituzioni, io stessa sono nella Commissione Anti Femminicidio della Camera dei Deputati. L’attenzione a riguardo è lodevole. Mi infastidisce però chi è convinto che il fenomeno sia causato dal patriarcato. Questo non c’entra, è una questione personale dovuta al singolo caso. Dipende da chi e come è stata educata una persona».

è impossibile eliminare la violenza, è un istinto innato

Quali sono, secondo lei, i migliori strumenti per una sensibilizzazione verso questo argomento?

«Partiamo dal presupposto che è impossibile eliminare la violenza, è un istinto innato. Ripeto, è una questione di educazione. Possiamo e dobbiamo educare l’individuo al rispetto ma gli istinti primordiali e violenti non si possono cancellare. Aggiungiamo che è in atto anche un’immigrazione selvaggia: uomini soli, di diverse culture che giungono da ogni parte del mondo. Questo non aiuta».

Autonomia finanziaria

Tenendo conto del fattore “violenza economica”, quanto è importante l’autonomia finanziaria di una donna all’interno del nucleo famigliare (una donna su cinque in Italia non ha un proprio conto corrente)?

la sindrome della crocerossina

«Bisogna insegnare a tutte le donne quanto sia importante avere un’indipendenza economica. L’ho insegnato alle mie figlie, mia madre l’ha insegnato a me: essere autonomi è fondamentale. Questo va insegnato a tutti, l’importanza del raggiungimento di un’autonomia economica e lavorativa. Bisognerebbe anche farlo capire a molte donne, a quelle che credono sia giusto dipendere da qualcuno, dal proprio marito o compagno. Chi possiede un’autonomia economica ha anche la capacità e gli strumenti di non accettare il passaggio da una carezza a uno schiaffo o da un abbraccio a uno spintone. Una persona autonoma è più libera. La libertà è quello strumento che ti consente di dire di No. C’è una categoria di donne, quelle con la sindrome della crocerossina, convinte di non potercela fare da sole e che possano cambiare il proprio partner. Ho orrore per quelle che accettano passivamente la dittatura economica da parte del loro compagno. Anche la dittatura psicologica, verbale e fisica derivano da una mancanza di forza di volontà».

La class action

Lei ha promosso una class action per le vittime del gruppo di Facebook “Mia moglie”. Com’è andata?

«Ho avuto una terribile conferma, la prova di quante donne siano ancora bloccate nei confronti di certe situazioni. Non ha aderito nessuno! Nonostante il mio supporto legale fosse del tutto gratuito nessuna donna ha avuto la volontà di andare contro il proprio marito. Avevano il timore di restare marchiate di infamia o di restare da sole»·

Femminicidi, stalking, violenze, molestie, revenge porn: cosa non funziona nella base strutturale della nostra società?

«La maniera di educare, dalla famiglia, alla scuola fino alla società stessa. C’è proprio una mancanza di volontà nel farlo come si dovrebbe. Di leggi ne abbiamo fin troppe e l’ultima legge sul consenso sono certa cha andrà a creare non pochi problemi. Certamente è giusto quanto scontato che un No voglia dire No. Ma pensate che a un violento, pazzo e maleducato basti un no per fermarsi? Le donne dovrebbero imparare a difendersi da sole, non con le leggi ma con sberle e unghiate (ora che va così di moda averle lunghe ed affilate)».

Mettiamoci anche un’imbarazzante leggerezza di fondo. L’ex senatore Vincenzo D’Anna ha scritto su un post di Valentina Pitzalis (l’ex marito tentò di ucciderla dandole fuoco): “Perché c’è a chi piace cruda e a chi piace cotta la moglie”…

«Orribile! Quest’uomo dovrebbe essere punito severamente. Questa non è una
questione di patriarcato, ma di pura coglionaggine».

Devo scrivere “coglionaggine”?

«Certo che sì»

Dario Lessa

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