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Venezia: Unghie tempestose

Matteo Osso | 5 Settembre 2016

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Tante sono le star che si sono riversate al lido di Venezia in questi giorni di frenesia cinematografica, non tutte […]

Tante sono le star che si sono riversate al lido di Venezia in questi giorni di frenesia cinematografica, non tutte sono qui per presentare il capolavoro del secolo, ma l’occasione è imperdibile se è vero che la fiamma dell’immagine va alimentata con regolari iniezioni di adrenalina.

E poi c’è chi ha capito che anche un tappeto rosso, trionfo assoluto dell’effimero, può diventare strumento di una solidarietà che -sia pur simbolica- dimostra come basti poco per non lasciare che lo scorrere di pochi giorni e l’abbondanza di personaggi internazionali gettino nell’oblìo le ben più serie notizie che hanno tristemente riempito le pagine dei quotidiani con le cronache del terremoto.

Di chi sto parlando? Ecco l’identikit: sono giovani, sono belli, sono tra i nomi emergenti del nostro show biz.

Sono Penelope Landini e Federico Rossi, amici nella vita e colleghi sullo schermo, che hanno voluto rappresentare in un modo del tutto personale e inedito la loro solidarietà con le famiglie colpite dal sisma in centro Italia.

Inconsueto, certo come modo, ma efficace. Soprattutto se consideriamo che quando la causa è nobile quello che conta è diffonderne i benefici.

Beh, con tutta l’arroganza della giovinezza hanno scelto di non indossare il tipico (e ormai inflazionato) fiocchetto nero. Ma hanno scelto il nero per colorarsi le unghie (mani di lui, piedi di lei), presentandosi sul red carpet veneziano con un messaggio da lanciare: non dimentichiamoci di loro.

Intercettati ad un passo dalla passerella riusciamo a strappare loro un commento: “è il nostro modo per ricordare a tutti che l’emergenza non è finita e che anche da questi tappeti rossi può partire un messaggio di solidarietà”. Penelope poi ne ha fatto una scelta di campo: “ho pensato di rinunciare simbolicamente agli accessori più costosi come scarpe e gioielli. Forse se tutti dicessimo no a qualcosa di cui non abbiamo impellente necessità si potrebbero trovare le energie per fare ancora più cose.

Il ragionamento non fauna piega: finchè se ne parla, non ci si dimentica. E finchè c’è attenzione c’è modo di fare qualcosa di concreto.

I ragazzi sanno il fatto loro, nulla da dire. Adesso sta a noi tutti fare in modo che la loro provocazione  non rimanga un simpatico aneddoto di cui disquisire sorseggiando tè in compagnia dell’amica del cuore. mettiamoci una mano sulla coscienza, con o senza smalto nero  e dimostriamo di saper essere un grande Paese.

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