Dottor Fucito, il suo curriculum è tra i più prestigiosi tra i suoi coetanei e i suoi numeri sono da capogiro. Qual è il suo segreto?

“Grazie, effettivamente mi sono laureato in medicina a 23 anni e ho iniziato a lavorare molto presto e quindi ho avuto la possibilità di sfruttare molte occasioni che mi si sono presentate. Mi sono trasferito appena laureato a Milano dove ho iniziato la mia formazione in chirurgia semiologica con il prof. Umberto Veronesi, per poi trasferirmi presso lo Sbarro Institute di Philadelphia sotto la supervisione di una persona speciale, che è il prof. Antonio Giordano, dove ho avuto la fortuna di essere il primo chirurgo del pianeta ad approfondire lo studio delle mutazioni epigenetiche responsabili del cancro della mammella. In quel periodo ho anche scritto diversi ‘papers’: in uno, in particolare, ho previsto nel 2007 quella che sarebbe stata la ricaduta di quelle scoperte sulla chirurgia senologica degli anni a venire. Poco dopo, una nota attrice dichiarava a tutto il mondo di essersi sottoposta a un intervento di mastectomia preventiva. Oggi posso dire di non aver sbagliato nulla”.

Come mai ha deciso di iperspe- cializzarsi in chirurgia oncoplastica senologica?

“Nel corso del tempo, da chirurgo senologo oncologo ho capito che il futuro della senologia chirurgica sarebbe stato senza ombra di dubbio un’evoluzione in senso oncoplastico. Come dico sempre alle mie pazienti, dopo una diagnosi di cancro della mammella c’è la paura del ‘tumore’, ma fortunatamente ormai le terapie innovative degli ultimi anni hanno modificato molto positivamente la storia delle pazienti che si ammalano. Pertanto, tutto ciò che restava loro era solo il danno estetico, a carico di un simbolo della femminilità: la mammella. Da queste considerazioni e da tante difficoltà tecniche, sulla scia di un grande maestro che è Roy De Vita, ho sposato il concetto in base al quale il chirurgo che demolisce per rimuovere il cancro deve anche ricostruire al meglio. Quindi ho deciso di consacrare la mia vita alla chirurgia oncoplastica mammaria”.

Lei si occupa anche di chirurgia estetica?

“Sì, certamente. Per questioni etiche ho preferito differenziare la mia attività istituzionale da quella di libero professionista, dedicandomi alla chirurgia estetica con la stessa etica e la stessa perizia con la quale approccio alla problematica oncoplastica. Molte pazienti si rivolgono a me proprio per questo motivo, soprattutto le pazienti più assennate, che scelgono il medico sulla base del curriculum e delle esperienze certificate e non dai like o dalle pubblicità sponsorizzate sui social. Purtroppo oggi la chirurgia estetica è diventata appannaggio di avventori di ogni tipo, ancor peggio la medicina estetica, fonte di tantissime complicanze poiché alla mercé di estetisti e personale paramedico. Tutto ciò nuoce gravemente a utenti poco attenti e ancor meno prudenti”.

Dopo un inter vento oncologico ci sono dei cibi da evitare?

“Non esiste una correlazione scientificamente provata tra cibo e insorgenza del cancro, ma è vero che alcuni alimenti possono creare maggiori problemi. Anche per quanto riguarda la prevenzione oncologica, non ci sono certezze assolute, ma sappiamo che è preferibile scegliere alimenti poco lavorati e non sottoposti ad alterazioni e manipolazioni chimiche. È consigliata l’agricoltura biologica e
il consumo di frutta e verdura fresca, che andrebbero assunte quotidianamente per aumentare l’apporto di vitamine e sali minerali. Lo stesso vale dopo una diagnosi di cancro. Durante la chemioterapia, purtroppo, si possono verificare alterazioni del gusto a causa dell’effetto del trattamento sulle papille gustative. Alcuni studi riportano persino che certi farmaci chemioterapici possano modificare le impronte digitali. In ogni caso, molte persone faticano a mangiare, perciò si raccomanda un’alimentazione composta da cibi freschi, poco lavorati e ben bilanciata. Sento troppo spesso dire che durante la chemioterapia o dopo una diagnosi di cancro sia sconsigliato l’uso di vitamine. Si tratta di luoghi comuni, leggende metropolitane prive di basi scientifiche. Sono solo dicerie tramandate da paziente a paziente, di cui si è persa l’origine. In realtà, se la persona riesce a tollerarli, può tranquillamente assumere qualunque tipo di cibo e anche vitamine: non sono controindicate”.

Cibi consigliati da assumere?

“I legumi, come le lenticchie, sono ricchi di ferro e rappresentano un valido supporto nutrizionale, fondamentale dopo qualsiasi tipo di intervento chirurgico. Anche la frutta fresca favorisce la cicatrizzazione della pelle. Il consiglio è di consumarne in abbondanza. Con l’arrivo della bella stagione, la frutta estiva è più gustosa rispetto a quella invernale. A mio avviso, è da preferire quella di stagione: fragole, lamponi, frutti di bosco in generale, e in particolare i frutti rossi, che hanno proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e persino antiangiogeniche. Molti farmaci e integratori vengono estratti proprio da questi alimenti. È dunque importante inserirli con regolarità nella dieta”.

E dopo l’intervento?

“È bene limitare il consumo di caffè e tè, poiché la caffeina e la teina possono avere effetti irritanti sull’intestino e sulla vescica. Non tanto nel periodo post-operatorio immediato, quanto in generale: queste sostanze possono infiammare i tessuti intestinali e danneggiare i villi intestinali, e quindi è consigliabile assumerle con moderazione”.