Fiorello a “La Pennicanza” ironizza sul tennista: “Musetti non va in Davis? Il Vaticano ha tirato un sospiro di sollievo”
“Tanto l’audio non c’è mai, ma il labiale si legge perfettamente…” Lorenzo Musetti fuori dalla Davis e il Vaticano che…
“Tanto l’audio non c’è mai, ma il labiale si legge perfettamente…”
Lorenzo Musetti fuori dalla Davis e il Vaticano che “si rilassa”: è la battuta – irresistibile e fulminante – con cui Fiorello ha aperto la puntata de La Pennicanza, trasformando una notizia sportiva in un piccolo caso di costume all’italiana. Il mattatore siciliano, si sa, ama giocare con l’attualità, e questa volta ha colto l’occasione per scherzare sull’immagine – ormai iconica tra gli appassionati di tennis – delle reazioni colorite del tennista carrarino, che quando perde un punto lascia scappare labiali tutt’altro che angelici.
Il labiale non lascia dubbi
Fiorello lo racconta come farebbe un tifoso da bar, con quella leggerezza che è la sua cifra stilistica: “Musetti non andrà in Davis? Beh, in Vaticano hanno tirato un sospiro di sollievo. Tanto l’audio non c’è mai, ma il labiale si legge perfettamente…”. La battuta, oltre a strappare sorrisi, riporta sotto i riflettori un fenomeno che il pubblico conosce bene, quello del linguaggio “vivo” – qualcuno direbbe un po’ troppo vivo – che in campo a volte sfugge anche ai più eleganti tra i giocatori.
Non è un mistero che Musetti sia uno dei talenti più apprezzati del tennis italiano: stile classico, rovescio a una mano da manuale, estetica da copertina. Ma dietro il volto pulito e la gestualità elegante, ogni tanto emerge l’agonista puro, quello che a un punto perso vive e reagisce con passione, anche a costo di qualche esclamazione sopra le righe. Gli appassionati se ne sono accorti, gli operatori TV cercano di coprire i microfoni ambientali, e i meme online non hanno perso un secondo: da settimane circolano clip in cui il labiale del tennista diventa sfida aperta agli esperti di lettura labiale.
Niente Coppa Davis
La mancata convocazione in Coppa Davis – dovuta più a scelte tecniche che a melodrammi da dietro le quinte – ha alimentato le chiacchiere. C’è chi giura che Musetti fosse comunque pronto a unirsi al gruppo, chi sussurra che la decisione fosse nell’aria da tempo, e chi racconta che l’atmosfera nello spogliatoio non fosse più così serena dopo gli ultimi risultati. Nulla di confermato, sia chiaro, ma quanto basta a far lavorare l’industria dei rumors che dà benzina a social e talk show.
Intanto Fiorello ha fatto ciò che gli riesce meglio: prendere un dettaglio, amplificarlo e trasformarlo in un momento di spettacolo. E se il Vaticano ha davvero tirato un sospiro di sollievo lo sapremo forse solo in un’altra battuta, in un’altra mattinata radiofonica. Ma il punto è che Musetti resta uno dei protagonisti del tennis azzurro, capace di entusiasmare quanto di dividere, amatissimo dai giovani e oggetto di un’attenzione mediatica crescente, tra performance, stile e quel pizzico di carattere che ormai è diventato parte del suo personaggio.
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