La satira del “Times” sul patrimonio UNESCO ha provocato una pioggia di critiche da ogni dove della Penisola

Dopo la frecciata, marcatamente ironica, del giornalista inglese Giles Coren arriva una vera e propria bordata sarcastica da parte del noto critico gastronomico e conduttore televisivo Edoardo Raspelli.  “Giles Coren ha perfettamente ragione” afferma Raspelli “non solo l’Inghilterra ci supera ma anche la Tanzania, la Lituania, il Turkmenistan, lo Zambia, la celeberrima cucina del Burolo, della Fristia e dell’Ulkarkistandfish… Le sue parole mi ricordano quelle dei due calciatori americani della Juventus gastroinsipienti che ci hanno rimproverato per non avere hamburger fantastici come i loro… L’invidia è una brutta bestia e la mamma dei gastrocretini è sempre gravida. E ho scritto apposta gravida e non incinta perché si parla di bestie, o almeno di bestiole”. 

Non ci va certo leggero l’ex conduttore di Mela Verde, che non manca però di fare anche autocritica e di dare qualche consiglio. “Detto questo, c’è una considerazione da fare: bisogna che i ristoranti italiani la smettano di perdere tempo in ciance e tornino a fare i mille piatti delle nostre tradizioni puntando soprattutto sulla ricerca degli ingredienti, dei prodotti migliori. Visto che siamo nel periodo delle feste” conclude Edoardo Raspelli “suggerisco un antico libro, il vangelo della gastronomia, Le Ricette Regionali Italiane di Anna Gosetti della Salda, scritto negli Anni Sessanta dall’allora direttrice de La Cucina Italiana, scomparsa ultracentenaria qualche anno fa: quel suo libro avrà avuto trenta edizioni…”.

Ma cos’è successo?

Il recente conferimento del cibo italiano come Patrimonio Immateriale dell’UNESCO ha scatenato una reazione tipicamente britannica, intrisa di quella raffinata autoironia che è la loro cifra distintiva. Il prestigioso quotidiano “Times” ha pubblicato un articolo sferzante, costruito su fondamenta di dichiarato paradosso, sollevando la questione di una vera e propria “truffa” ai danni del buon senso.

Il giornalista e critico gastronomico Giles Coren sostiene in maniera provocatoria che il vero patrimonio culturale degno di protezione internazionale dovrebbe essere, con estrema coerenza, quello della cucina britannica, non certo per la sua rinomata raffinatezza, ma per l’indubbio e coraggioso spirito di chi la consuma quotidianamente.

Gli spaghetti col ketchup

Tra le assurde ma divertenti “opere d’arte” che Coren candiderebbe sarcasticamente, spuntano con prepotenza i discutibili spaghetti insaporiti con abbondante ketchup o persino l’immancabile e ricchissima English breakfast quando è servita in un albergo di infimo ordine. Per completare il suo parodistico quadro, il critico arriva a citare una fantomatica torta composta esclusivamente da caramelle sciolte, abbandonate sul sedile dell’auto durante l’implacabile calura di un afoso giorno d’agosto.

Si tratta in sostanza di un esercizio di satira gastronomica ma come spesso accade nel dialogo tra le nazioni, non è stata colta fino in fondo dalla sensibilità del pubblico italiano. La mancata comprensione del sottotesto sarcastico ha scatenato immediatamente un’autentica pioggia di critiche e reazioni indignate, dimostrando quanto il tema della cucina rimanga una questione estremamente seria nel nostro Paese. 

Dario Lessa