D'Ambrogio Novella 2000 n. 38 2021

Spettacolo | Vip Style

Alla ricerca di… Mara Venier con Elena D’Ambrogio

Redazione | 8 Settembre 2021

Elena D’Ambrogio commenta i recenti episodi di cui è stata vittima Mara Venier, offesa sui social per una foto con il marito Nicola Carraro

Mara Venier attaccata sui social

Quando i social diventano crudeli e sono dei veri attacchi alla persona, questo si chiama bullismo. Lo afferma, con pieno diritto, Mara Venier che in questi giorni sta subendo vessazioni per una innocua foto postata su Instagram, nella quale è ritratta accanto al marito Nicola mentre bevono un mojito, intagliati in un suggestivo tramonto di mezza estate.

Ora, va da sé che la notorietà offre sempre le due facce di ogni medaglia, e che questo concetto si è amplificato da quando chiunque può esprimersi senza porsi freni, protetto da uno schermo e da una variegata community di sostenitori sconosciuti pronti a dargli man forte.

Similmente non tutto può passare liscio, portando a derive che oltrepassano la maleducazione.

Il casus belli lo scatena una follower che, con piglio arcigno, invita la Venier a tagliarsi i capelli perché – non si sa bene da quale manuale la persona in questione attinga la propria saggezza – all’età di 70 anni i capelli vanno portati corti. Oltre a riferimenti sull’aspetto fisico e insinuazioni addirittura sul noto problema di salute che Mara ha dovuto affrontare nei mesi scorsi.

Così sembra abbia commentato lo sgradevole episodio la conduttrice.

“Mi sentivo felice e scrivo che ci facciamo un mojito, ed ecco che arriva il commento ‘Tagliati i capelli perché sei vecchia’. Mi ha fatto male, ma solo un attimo. Poi mi sono detta, che vuoi? E ho reagito”.

“Perché sotto questa bella foto devi rompere… con i miei capelli? Perché?”, ha scritto Mara diretta.

Il consenso del pubblico

Quella dei capelli e dell’età davvero non si sopporta più. Viene spontaneo domandarsi se il diritto di scegliere di tagliarsi i capelli e di poter aver qualche chilo in più lo avrebbero scritto anche di un uomo.

La Zia di tutti, come viene chiamata Mara, non ha potuto trattenere le ovvie e colorite reazioni di chi si sente ferito rispondendo per le rime a tanta villania.

Perché anche se ha spalle forti, carattere equilibrato e rapporti ben collaudati con il pubblico, è innegabile che ci sia rimasta male.

Sicuramente anche lo stress dovuto a problemi di salute non solleva l’umore e rende più vulnerabili. Così, anche i personaggi pubblici escono dai copioni e sfoderano la persona rendendo il botta e risposta altrettanto virale.

Per contro, tanto clamore tutto sommato ha scatenato nei confronti di Mara una fiumana di complimenti e solidarietà che ha annegato la gratuita cattiveria in un mare di niente per rimandarla al mittente. Questo non può che inorgoglire.

Ma il problema, oltre Mara Venier, rimane.

Il problema dei social

È inammissibile che si venga sottoposti a vere torture psicologiche da parte di persone con evidenti disagi mentali che andrebbero curati. Ma lo psicologo costa, la tastiera del computer no.

Per sua ammissione le vessazioni sarebbero avvenute da parte di donne non giovanissime. Invidia, gelosia, frustrazione… Senza scomodare i padri della psicologia, la somma è fatta di addendi banalmente comuni. Bisognerebbe fare spallucce, certo, e spesso si cerca di seguire questa linea di pensiero. Però, un controllo su ciò che accade nei social si rende sempre più oggettivamente necessario. Non si può sconfinare negli insulti e farla franca.

Il problema si amplifica se si pensa che nei confronti di una donna siano altre donne ad offendere. La mancanza di felicità è facilmente tracciabile, e in questo mi affianco al pensiero di Mara quando afferma che forse la pandemia non ha reso tutti più buoni. Non condivido il suo pensiero iniziale con il quale immaginava che quest’ultimo anno e mezzo ci avrebbe regalato un’umanità ristorata nell’animo, sebbene massacrata in tutto il resto.

Mara ha più volte sostenuto che l’emergenza sanitaria dettata dal Covid avrebbe reso le persone più buone, solidali e comprensive. A distanza di qualche mese ha cambiato idea:

“Mi sbagliavo. C’è tanta cattiveria in giro. Una può dire ‘Tu come conduttrice non mi piaci’. Lo accetto se metti in discussione il mio lavoro. Ma sull’età e sull’aspetto fisico veramente diventa bullismo”.

La felicità è piacere a se stessi

Con fierezza e orgoglio – e così dovrebbe imparare a fare ogni donna – Mara Venier ha ribadito e dato prova di piacersi e accettarsi così com’è. La felicità, a parer mio, nasce e cresce nel rapporto di amore che si ha con se stessi, una relazione che va coltivata quotidianamente e mai persa di vista.

Si cambia, si cresce, si matura, e inevitabilmente ci si scontra con i cambiamenti dettati dall’età o con qualche difficoltà imprevista che ci manda fuori strada senza prima avvertirci, eppure se ci si vuole bene, ogni ostacolo lo si supera.

La mia vuole essere solo una piccola considerazione che possa portare a riflettere chiunque si trovi a leggere questo articolo, perché episodi di bullismo simili a quello che ha subito Mara Venier partono proprio da chi non sa accettarsi, non sa guardare oltre le apparenze, non si sa capire maturando rabbia, rancori e trova una magra consolazione in una bellicosa e insana iniezione di odio da somministrare a chi, apparentemente, può essere usato come capro espiatorio perché celebre, perché felice, o perché colto nel bel mezzo di un difficile equilibrismo.

È noto che Mara abbia subito negli mesi scorsi la lesione di un nervo facciale, e che questa notizia abbia generato la diffusione virale di fake news che volevano, furbescamente ed indecorosamente, collegare questo infausto evento alla somministrazione del vaccino anti Covid.

È certo un periodo da dimenticare per la padrona di casa di Domenica In, eppure da pagine deludenti come queste c’è sempre qualcosa da ricavare, da trattenere, da tramandare: il coraggio e la tenacia con cui affrontare ogni sfida.

Ed è così che Zia Mara ci ha indicato la strada, sussurrandoci con signorilità e intelligenza, neanche troppo sommessamente, le parole con cui affrontare la vita.

a cura di Elena D’Ambrogio