Giovani cantautori neoromantici

L’abito fa ancora il monaco? Forse. Quando ci immergiamo nel mondo dei giovani, in particolare dei cantanti, la risposta risulta spiazzante. Se si osservano superficialmente i loro look, l’impatto è convenzionale: tatuaggi sempre più abbaglianti, abbigliamento marcatamente casual, atteggiamenti distratti, superficiali, provocatori, il linguaggio è uniformato. Poi, però, succede che oltre a farci avvolgere dalla melodia della loro musica ci sia lo stupore delle parole, del testo delle canzoni. E qui si scopre che le facce da duri con l’aspetto aggressivo cantano di amori dolcissimi, di abbandoni struggenti, parlano di romanticismo…

Si tratta di una vera corrente di giovani cantautori neoromantici, rivelazioni della musica degli ultimi anni che compone testi per esprimere sentimenti più profondi ed emozioni segrete. E tirando fuori una realtà in contrasto con quello che sembrano.

Non so quanto possa essere voluto, o se semplicemente accade che la necessità interiore di presentarsi per quel che sono veramente emerga in controtendenza rispetto all’apparenza con la quale si presentano.

Da mamma, mi chiedo se dietro a tutto ciò non si celi un’urgenza di andare oltre tutte quelle definizioni poco edificanti con le quali vengono schedati oggi i giovani. E se ci sia da parte degli adulti la capacità di capire gli uno, nessuno, centomila pirandelliani che, da troppo giovani, indossano maschere per proteggere quella tenerezza che potrebbe sembrare banalizzata, non compresa.

Sono dunque fortunati coloro i quali, attraverso la musica, possono urlare al mondo che la loro anima non è tatuata.

L’esempio di Ultimo

Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, si fa portavoce proprio di questa esigenza dei giovani, di farsi capire dal mondo esterno.

In Nuvole In Testa ci parla della grande difficoltà riscontrata da molti giovani nell’esprimere i propri sentimenti, nel farsi comprendere.

Ultimo infatti canta: “Che senso ha che ci parliamo senza toccarci mai il cuore / La gente vive solo se gli ricordi che muore / Mi chiedi in cosa credo / Credo in questo momento / Mi chiedi perché tremo / Perché dentro c’ho il vento”.

Secondo Lazza

Il patimento per l’amore turbolento ce lo racconta invece Lazza. “Vorrei che andassi via lontana da me, ma sei la terapia. Rinasceremo insieme dalla cenere. Mi sento un nodo alla gola, nel buio balli da sola. Bella che mi sembri Venere. Scendi che il tempo non vola, sono qua sotto da un’ora”.

Niente più favole, ma dura realtà in un giovane cuore che già palpita. E, come l’araba fenice, rinasce dalle sue stesse ceneri.

Mentre il rapper sconfina nella sua più giusta verità, poi però sembra riconoscere la possibilità di un nuovo inizio. Implorando la sincerità e non il paradiso.

Il coraggio di Mr Rain

Dai problemi di cuore che ci “salva ma si consuma” a quelli della mente ci porta Mr. Rain, con il suo brano Supereroi. “Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro. Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare. Solo restando l’uno accanto all’altro”.

Problema con cui ci si può scontrare a qualunque età, ma Mr. Rain suggerisce quanto sia importante che venga superato con serenità, appunto come fanno i supereroi. In questo caso però si tratta di persone che si accettano e si fanno aiutare nel momento del bisogno.

È un testo autobiografico, nel quale ha raccontato lo stato di depressione che ha vissuto nel periodo de lockdown. Momento sconfitto grazie al coraggio di chiedere aiuto. Un esempio importante per tutti, in particolare per i ragazzi che troppo spesso temono il giudizio degli altri, o non osano esprimere i malesseri.

Il racconto di Blanco

“Se non è sincero, se l’amore è vero muori dentro, un sentimento puro, no non ha futuro se ti perdo della mia vita che non è infinita ha un prezzo onesto […] Se non mi domando chi eravamo io non mi ricordo chi siamo per un briciolo di allegria”. Blanco, che appena diciottenne raggiunge la notorietà vincendo Sanremo insieme a Mahmood nel 2022.

Anche lui, nelle sue canzoni, ci racconta il suo amore. Il tetto del mondo è il testimone di un incontro risolutivo per prendere coscienza di ciò che si è stati. Questo è il primo passo per tornare a bramare quel briciolo di allegria.

Un confronto dove Blanco, fenomeno musicale di “prima ora”, si confronta con l’immensa Mina, indimenticabile icona della storia della musica italiana, con la quale duetta mettendo in campo generazioni diverse.

Di un sentimento puro e catartico, con la certezza che non invecchia mai ciò che vive dentro di noi, e imparando a distinguere l’amore dalla follia.

Il romanticismo di Tananai

Ancora romanticismo allo stato puro per Tananai, che nel brano Abissale confessa: “Io c’ho provato amore, ad essere speciale almeno un po’ per te”.

La malinconica consapevolezza di un amore che si sta consumando, facendo emergere più le divergenze che i momenti di incontro sullo sfondo di una nostalgia che domina sovrana.

Tananai, soprannome datogli dal nonno, “piccola peste”, è diventato colui che si oppone alla sua timidezza.

In tutti questi cantautori di ultima annata emerge chiaro il messaggio personale di volersi esprimere liberamente, senza troppe domande su ciò che verrà. Con testi senza retorica, densi di purezza e musiche che anche con tanta elettronica fanno melodia.

Probabilmente questi giovani cantanti vivono il momento in attesa di capire che storia sarà la loro in futuro, e quale traccia lasceranno. Il rischio di non piacere, di non essere capiti, è il rischio di chi osa. Se l’approccio alla musica continua a essere il modo di trasmettere l’amore, il bisogno di amore e le pene d’amore.

Probabilmente il “monaco” ha un bisogno disperato di un abito più giusto per farsi ascoltare, e per farlo osa strategie estetiche che non passano inosservate per dire che esiste. Forse anche per provocare, per farsi notare. Penso soprattutto per richiamare attenzioni.

La corrente dei cantanti alternativi nell’esteriorità sono i nuovi neoromantici. Intanto, questo è lo stupore di quanto su forma e sostanza ci sia da riflettere. E alla fine si scopre che tutti, giovani e vecchi, amano amare. Sempre.

a cura di Elena D’Ambrogio