D'Ambrogio Novella 2000 n. 27 2022

Spettacolo

Alla ricerca di… Richard Burton con Elena D’Ambrogio

Redazione | 22 Giugno 2022

L’uscita del documentario In From the Cold su Netflix è lo spunto di Elena D’Ambrogio per ripercorrere la carriera di Richard Burton

Le origini di Burton

Comparso dal nulla, baciato da una fortuna diabolica e con una maestria superba nella recitazione Richard Burton, interpretando il suo adorato Shakespeare, si identifica senza pari tra i giganti di Hollywood del Novecento.

Sembra che, durante i numerosi viaggi, avesse la curiosa abitudine di portare con sé una borsa con tutte le opere di Shakespeare, la Bibbia e il Corano. Da tenere sul comodino, sempre a disposizione.

Il bello e dannato, penultimo di tredici figli, Richard Walter Jenkins nasce in Galles nel 1925 da una famiglia di minatori. Da ragazzo, grazie al profondo legame col suo insegnante Philip Burton, riferimento importante, forse l’unico della sua vita, che crede in lui e lo supporta con affetto e attenzioni paterne, accede all’università di Oxford.

È in quell’occasione che assume il cognome Burton – del suo mentore – col quale sarà conosciuto dal grande pubblico ed entrerà nell’Olimpo delle celebrità.

Era di una bellezza fuori dal comune, “Un misto tra la serenità della Grecia classica e i fumanti fuochi celtici”. Il ragazzo dalla risata echeggiante e uno spiccato senso dell’umorismo, che andavano di pari passo coi suoi raccapriccianti momenti d’ira, era un grande mistero gallese.

Il sogno di essere protagonista lo porta, appena 18enne, a calcare le scene teatrali. Ma è dopo aver fatto il servizio militare in aviazione che si afferma come attore, e come Pigmalione viene plasmato e ben presto scritturato a Hollywood, indirizzato verso film storici, tra i quali La Tunica.

L’incontro con Liz Taylor

L’anno 1963 segna un passo decisivo nella sua affermazione professionale e nella sua vita privata. Recitando nel film Cleopatra incontra la regina del cinema, Liz Taylor. I loro primi incontri non furono gioviali. Lei protagonista famosa lui con il DNA da leader: avevano molto da contendersi. Cosa che mai cambiò nel loro rapporto. Anche se, rotto il ghiaccio del primo approccio, i due attori vivranno anni tumultuosi e di grande passione.

Di Elizabeth e della sua personalità appariscente ne rimane subito contagiato, assumendone gli stessi atteggiamenti. Si sposeranno, divorzieranno, si risposeranno per poi divorziare nuovamente. Dal set di Cleopatra nasce un matrimonio che per anni farà parlare di sé i giornali. Le cronache smanieranno dietro alle feste faraoniche offerte dai coniugi, dietro ai favolosi gioielli che Richard regalava a Liz, ma anche dietro alle violente liti che le due star non faticavano a innescare.

Insieme, Burton e Taylor interpretano diversi film come La bisbetica domata di Zeffirelli o Chi ha paura di Virginia Woolf di Edward Albee, dove lei, prima delle dive del suo pari, appare brutta per la parte.

Ma troviamo Richard anche accanto alla nostra intramontabile Sophia Loren nel film Il viaggio, e con Marcello Mastroianni in Rappresaglia – Massacre in Rome. Le performance di Richard Burton sono state di una veridicità assolutamente coinvolgente. Tanto da fargli collezionare diverse nomination agli Oscar, purtroppo mai convertite nel prestigioso premio.

Il documentario su Netflix

Un premio arriverà poi con il David di Donatello. Grandi traguardi per il gallese che, senza aver quasi mai preso una lezione di recitazione diventa uno degli attori più famosi di Londra. Colleziona film campioni d’incasso con parterre de roi del calibro di Henry Kissinger, il quale, la prima volta che assistette a una rappresentazione teatrale di Burton andò a congratularsi con lui in camerino. Da allora divennero anche buoni amici. Non meno nota la sua amicizia con Marlon Brando.

Erano tutti ammaliati dalla grande star gallese che fece del mondo della recitazione una vera dipendenza, di cui non poté più fare a meno. È come viene raccontato nel documentario In From The Cold? – Richard Burton, ora su Netflix.

Essere o non essere non era solo l’Amleto, era lui, con tutto il suo bagaglio di insicurezze. Lo spaccone, intelligente e dotato spesso si spingeva in situazioni che era incapace di gestire, e a cui poneva rimedio isolandosi o con eccessi che lo hanno poi portato alla morte a soli 59 anni.

Quando recitava, l’unica vera vita che conosceva entrava nella dimensione che più gli era consona: essere un’altra persona.

a cura di Elena D’Ambrogio