Le candeline più glamour del mondo le spegnerà il prossimo 11 luglio Giorgio Armani. 90 anni di eleganza assoluta e un entusiasmo sempre acceso nel mettersi in gioco.

Consapevole che i tempi mutano continuamente, è pronto a essere sempre lo stesso ragazzo che ha creduto fermamente nel suo lavoro con serietà, pignoleria, attaccamento all’idea di perfezione, di stile ed esclusività che lo hanno contraddistinto fino a oggi.

Una persona dalle idee ben chiare e molto preciso nel descriversi: “Gli aggettivi con i quali mi identifico, come persona e stilista, sono: preciso, pignolo, rigoroso, intransigente, leale, costante, determinato, appassionato. La mia moda nasce da un lavoro di sottrazione, dal rispetto per chi indossa l’abito, dall’idea di creare uno stile capace di resistere, pur evolvendosi nel tempo”.

Passioni e rimpianti

Uno dei segreti dello stilista è la passione per il lavoro, spinto dalla quale procede incessante nel bisogno di migliorarsi continuamente per spostare sempre l’asticella un po’ più in alto, certo che la prossima impresa sarà migliore di quella precedente.

L’ambizione di Giorgio resta alta nonostante i successi e i traguardi raggiunti, anche se, oggi, indubbiamente qualcosa è cambiato. Il passare del tempo rende sempre più consapevoli dell’impermanenza della vita. Che per Armani non può che far riferimento a una ferita rimasta aperta, dopo tanti anni dalla prematura morte del suo grande amico, persona speciale e socio in affari Sergio Galeotti, mai superata. Perché il problema vero della vita sono le cose che non si aggiustano più.

Nonostante il successo, si è impotenti dinanzi a situazioni che ti fanno sentire una nullità, è la fragilità della paura. Perché per Armani, oltre alla moda, sono fondamentali i rapporti con le persone.

Non c’è stata una presenza nella sua vita che non abbia lasciato traccia di una qualche forma di amore. La vita privata e il suo lavoro s’intrecciano, così la sua proverbiale timidezza e la discrezione, con la determinazione nel perseguire i propri obiettivi rimanendo sempre fedele a se stesso. E per farlo si è sacrificato molto, perché la vita lo ha premiato ma gli ha anche tolto.

L’unico suo rimpianto è non aver dedicato del tempo a se stesso, gioendo per quella vita privata comune a tutti che ha dovuto mettere da parte per essere al cento per cento l’artista e l’imprenditore geniale che è.

Armani, dai primi anni ad oggi

Dalla sua Piacenza, dove ha conosciuto i natali e la crudeltà della guerra, quel bambino con gli occhi di ghiaccio, circondato dalla sua splendida famiglia, trae la forza per essere sensibile alle tematiche sociali che lo hanno visto mettersi a disposizione fattivamente durante il periodo del Covid. O anche facendo sfilare senza musica in senso di cordoglio per la guerra russo-ucraina.

Lasciata la sua città natale per studiare medicina a Milano, dopo un paio d’anni si arrende al suo destino. Galeotto fu un lavoro da vetrinista alla Rinascente, che lo mise a contatto con la sua vocazione più creativa, sviluppando così la propria visione.

Nino Cerruti notò quel ragazzo dalla spiccata inclinazione per il buon gusto e lo inserì nel proprio entourage.

Nel 1975 fonda la Giorgio Armani SPA assieme al suo fedele amico Sergio Galeotti, conosciuto in vacanza a Forte dei Marmi. È il suo annus domini. Cui seguiranno: nel 1981 la creazione di Emporio Armani e, in ultimo, nel 2005 Armani Privé, oltre a molteplici altre riuscite diversificazioni.

Nasce così l’inconfondibile stile italiano di Giorgio Armani, che esclude il sensazionalismo a favore dell’essenzialità senza impoverirla.

“È una questione di eleganza, non solo di estetica. Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È trovare la novità e l’invenzione senza ricorrere alla stravaganza. È gusto e cultura”.

Il ‘greige’ a Hollywood

Introduce il suo colore base che chiamerà “greige”, sarà lo sfondo su cui costruire le sue creazioni. “Cercavo una tonalità che fosse calda, ma allo stesso tempo metropolitana, sobria ma non scontata. E il greige è tutto questo per me: discreto, sofisticato e naturale”.

Una grande illuminazione nella sua visione a lunga gittata è stata l’ambizione di conquistare Hollywood, perché fu il primo a capire che il mondo del cinema è essenziale per farsi conoscere. Infatti ha vestito le migliori star internazionali, vestendo anche i personaggi delle trame dei film, a partire da Richard Gere in American Gigolò.

La sua bravura è stata anche il saper imporre il suo stile proponendolo ogni volta in modo coerente ma anche innovativo. Il suo istinto in questo è stato geniale, perché capiva cosa non gli piaceva e faceva in modo che tutte le sue creazioni fossero invece di una bellezza indiscutibile. E che la sua persona lo fosse altrettanto, a capo di un colosso, adesso nella sua massima espansione, capace di rappresentare il Made in Italy nel mondo. Anche se il consiglio che dispensa, soprattutto ai giovani, è quello di non essere frettolosi nel raggiungere il successo, perché è giusto dare anche spazio a sé.

È riuscito a rompere le barriere e a capire di cosa la società avesse bisogno per far sentire chiunque parte del mondo. Inoltre, con l’iconico stilista non si rischia di essere né stravaganti né fuori moda, e ce lo insegna: “Vestiti in modo che, quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data”.

Oltre al talento e alla determinazione, Giorgio è una persona ossessionata da tutto, perché in tutto deve percepire perfezione. Tanto da riuscire a ottenere quanto si era prefissato, il che coincide con il successo. A cui non rinuncerà mai.

Questo mestiere lo ha coinvolto completamente, rubandogli la vita più privata, certo. Ma in risposta a chi gli domanda come mai alla sua età lavora ancora, risponde che smettere di lavorare sarebbe smettere di vivere. Un inchino a sua maestà Re Giorgio Armani, per la sua vita da Oscar.

a cura di Elena D’Ambrogio