Dalle notizie trapelate nei giorni scorsi dal Tribunale di Lecco dove si è consumato un nuovo capitolo della complessa vicenda giudiziaria che coinvolge Morgan, all’anagrafe Marco Castoldi, e la sua ex compagna Angelica Schiatti, ne è uscito che la musicista ha respinto senza esitazioni l’offerta economica presentata dalla difesa del cantautore: un assegno circolare da 100 mila euro messo sul tavolo come tentativo di chiudere la questione prima del processo. Ma le notizie giunte in redazione dagli avvocati difensori di Marco Castoldi, Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, raccontano una dinamica dei fatti assolutamente diversa da quella riportata dai media. Nel comunicato stampa degli avvocati si legge che “la persona offesa Schiatti ha personalmente ritirato in aula l’assegno di euro 100.000,00 consegnatole dal Tribunale”. 

Dove si trova quindi l’assegno da 100mila euro?

Mentre il mistero si infittisce e si ingarbuglia attraverso le due versioni diametralmente opposte, riportiamo la versione integrale del rapporto stilato dalla difesa nell’attesa di una eventuale replica degli avvocati di Angelica Schiatti. Le porte della nostra redazione rimangono aperte a tutti sempre nel nome della verità dei fatti.

«Con riferimento alla vicenda processuale Morgan/Schiatti, alla luce delle notizie uscite circa quanto accaduto all’udienza del 4 novembre scorso, i difensori di Castoldi ritengono doveroso precisare quanto segue:

non risponde al vero che la persona offesa Schiatti abbia “ufficialmente respinto” , “rifiutato”, “stracciato”, “rispedito al mittente” l’assegno di euro 100.000,00 a titolo di risarcimento proposto da Castoldi: la persona offesa Schiatti ha personalmente ritirato in aula l’assegno di euro 100.000,00 consegnatole dal Tribunale;

Schiatti, su domanda del Giudice se intendesse rimettere la querela a fronte di tale offerta da quest’ultimo ritenuta “congrua” a titolo di risarcimento integrale di tutti i possibili pregiudizi conseguenti ai fatti oggetto di addebito, ha dichiarato di voler trattenere l’assegno quale ‘acconto’ su un asserito (allo stato non dimostrato) maggior danno.

Alla precedente udienza del 9 settembre il Tribunale aveva stabilito che, per poter ritenere rilevante la questione di legittimità proposta dalla difesa Castoldi della norma di cui all’art. 162 ter c.p., dovessero esserci:

– un’offerta risarcitoria congrua non inferiore alla cifra di euro 100.000,00, come integralmente satisfattiva di tutti i pregiudizi per la persona offesa Schiatti in merito ad entrambi gli addebiti di stalking e diffamazione aggravata, e ciò sulla scorta di parametri e criteri orientativi” vigenti in materia per tale determinazione equitativa in considerazione di ambedue le ipotesi di reato contestate (ad es. per la diffamazione aggravata, i criteri elaborati dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile di Milano) e

– l’eliminazione delle conseguenze dannose del reato di diffamazione aggravata mediante la cancellazione dei contenuti social diffamatori;

alla scorsa udienza del 4 novembre, preso atto il Tribunale della nuova offerta risarcitoria congrua della cospicua somma di euro 100 mila formulata dall’imputato (e accettata sia pur a titolo di acconto dalla persona offesa) e della rimozione dei contenuti diffamatori dai social ed anche di quei post successivi ai fatti, benché non oggetto di imputazione (quei circoscritti post di reazione istintiva alla divulgazione mediatica anche distorta di fatti e contenuti processuali a decorrere dal 10 luglio 2024 che lo ha danneggiato sul piano personale e professionale), la difesa Castoldi ha riproposto la questione di legittimità costituzionale aggiornata alle sopravvenute condotte riparatorie.

Il Tribunale ha rinviato per determinarsi su tale questione all’udienza del 9 dicembre p.v.»

Dario Lessa