Cuori in pasta: il cortometraggio che racconta la cucina terapeutica

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Cuori in pasta: il cortometraggio che racconta la cucina terapeutica

Vincenzo Chianese | 30 Aprile 2020

Esce oggi, giovedì 30 aprile, Cuori in pasta. Il cortometraggio di Trunk Studio mette al centro la cucina e la […]

Esce oggi, giovedì 30 aprile, Cuori in pasta. Il cortometraggio di Trunk Studio mette al centro la cucina e la racconta come veicolo di cura pratica e emotiva

Giovedì 30 aprile esce il cortometraggio Cuori in pasta, ideato da Trunk Studio e supportato da Molino Pasini, che mette al centro la cucina e la racconta come veicolo di cura pratica e emotiva. Il progetto è stato realizzato in meno di 10 giorni, ed è stato girato in più di 10 ore. Si tratta di un vero e proprio racconto audio e video che ha coinvolto l’Italia intera ed ha dato a chiunque l’opportunità di raccontarsi dalla dimensione intima e domestica della propria cucina.

In queste settimane difficili, gli italiani hanno deciso all’unisono di ritornare ai fornelli, sbizzarrendosi con ogni tipo di ricette, dal dolce al salato. La cucina è da sempre sinonimo di famiglia e casa e ci permette di riportare a galla dei bellissimi ricordi del passato, grazie anche all’uso di ricette che si tramandano di casa in casa, di famiglia in famiglia. Ma non solo. Lo stare in cucina è infatti anche una vera terapia.

Gianluca Pasini, che ha accolto il progetto Cuori in pasta, afferma:

“Sono intimamente convinto che la cucina ci salverà, lo scrivo sempre su tutti i biglietti che invio con i nostri kit di farine. Abbiamo voluto sostenere questo progetto perché è in grado di racchiudere in qualche frame l’attività principale che ha coinvolto le persone in questo momento. È stato come scattare un’istantanea di quello che è successo nelle case degli italiani. Un concentrato di neorealismo, lo spaccato della vita quotidiana di tutti noi, oggi. La sua grande forza è di essere autentico”.

A parlare di Cuori in pasta è anche Trunk studio, che aggiunge:

“In questo periodo sospeso e quasi surreale, si è quasi materializzato davanti ai nostri occhi il ruolo di intrattenimento pratico e di cura emotiva che ha la cucina per noi italiani. Così abbiamo sentito il desiderio di raccontarlo: con orgoglio, con tanta emozione e con un po’ di allegria. […] L’idea di realizzare un film collettivo (raccogliendo testimonianze dirette sotto forma di messaggi vocali e video realizzati dalle persone coinvolte) è nata innanzitutto per esigenze pratiche. Ma è anche frutto di una precisa scelta. Volevamo evitare una comunicazione pubblicitaria troppo diretta, priva di sobrietà e di rispetto, per adottare un approccio più sincero e carico di empatia”.